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mercoledì 7 giugno 2023

GUERRA. NEOCON ALL’ATTACCO

 

Allora, la prima notizia è che i russi hanno respinto un attacco più pretenzioso del solito – l’inizio della fatidica controffensiva? – sul fronte meridionale, mentre a nord l’artiglieria ucraina continua a colpire i centri abitati al di là del confine – la provincia di Belgorod è anche quella che ha visto le incursioni dei “patrioti” russi, una tipica creazione dei pataccari inglesi (ricordate i tagliagole siriani fatti passare per combattenti per la libertà? tra un po’ arriveranno anche gli elmetti bianchi). La seconda notizia è che il governatore di Belgorod ha ordinato lo sgombero di alcuni villaggi. Ciò aumenta la pressione in Russia per una condotta di guerra più aggressiva: la conquista di Kharkov, il capoluogo della regione ucraina di confine, viene indicato come il primo obiettivo. Portavoce di queste istanze sono due competenti osservatori della scena politica russa: Gilbert Doctorow da Bruxelles, e John Helmer da Mosca. Il primo è più convinto della necessità di un’azione punitiva; il secondo, dopo aver paragonato la capitale russa alla Roma del tempo delle guerre puniche – Medvedev ricoprirebbe il ruolo di Catone, mentre Putin quello di Publio Cornelio Scipione, detto Corculum – ritiene più solida la linea dello stato maggiore e di Putin, che punta alla distruzione delle capacità militari ucraine. È una linea molto ragionevole; tuttavia, a differenza di Cartagine, l’Ucraina gode di approvvigionamenti militari che, seppur inadeguati, sono illimitati – quindi la guerra può durare indefinitamente. Questa è però un’ipotesi teorica: in pratica è improbabile che l’Occidente non tenti un’escalation prima di arrivare all’ultimo ucraino. Di ciò è convinto Joachim Hagopian, secondo il quale i neocon già hanno messo in conto la guerra mondiale, e che ricorda come le imminenti manovre NATO possano essere un’occasione per l’incidente fatale.
Franco Continolo