Sta
dimostrando tutta la sua gravità la sottovalutazione (persistente) del peso che
avrebbe avuto sugli equilibri istituzionali del Paese e sulla qualità (già
modesta) della democrazia l'avvento di un governo guidato da una forza politica
erede diretta della Repubblica Sociale. Non si calcola in questo conto
l'evidente violazione dell'articolo 11 della Costituzione perché questo
articolo è stato messo sotto i tacchi da tanti governi compresi quelli di
centro-sinistra di fine '900 in particolare. Si vuol invece accennare in modo
particolarmente accorato all'apertura di una stagione di conflitto sul piano
istituzionale che, alla fine, potrebbe condurre a un ulteriore restringimento
nei termini concreti di esercizio di una democrazia repubblicana nella quale si
esercitino i principi di separazione esecutiva, legislativa, giudiziaria con il
pieno funzionamento dei relativi organismi di controllo. Su questo stesso
terreno appare inoltre aperto uno scontro con l'Unione Europea: si coglie così
l'occasione di rimarcare l'importanza della prossima scadenza elettorale
relativa al Parlamento Europeo proprio sul piano del determinarsi di una
maggioranza formata dal PPE/Conservatori/Identitari avente l'obiettivo di far
coincidere il perimetro UE con quello NATO e di spostare ad Est, verso le
"democrature" l'asse strategico di riferimento dell'equilibrio
politico del continente (non a caso il recente summit della Comunità si è
svolto in Moldova). Tornando alla situazione interna e riassumendo velocemente
si può affermare che accanto ai due grandi maxi-progetti di revisione
costituzionale riguardanti la forma di governo e l'autonomia differenziata si
sta attuando l'assalto ai poteri di controllo della Corte dei Conti (di questi giorni
la vicenda riguardante il Collegio del controllo concomitante e il PNRR :
questione oggetto anche del già citato scontro con la Commissione Europea) e si
sta preparando l'attacco alla Corte Costituzionale. Tra
l'autunno e il prossimo anno sono destinati a cambiare 6 giudici e relativi
equilibri interni. Al governo serve un organismo "amico" per portare
a compimento la riforma costituzionale.Ricordata
l'occupazione "manu militari" della RAI è necessario cercare
di far comprendere come in gioco ci sia il passaggio da una democrazia
rappresentativa (poggiata su una Costituzione di "identità sociale"
molto avanzata) a una forma di governo di tipo plebiscitario (si rinnova in
questa sede il richiamo al T.U. 2 settembre 1928, n.1993). Si discute molto in
questi giorni di "egemonia culturale" tra destra e sinistra. Al
riguardo del quadro fin qui schematicamente riassunto deve essere ancora
ricordato un punto: l'antica egemonia culturale della sinistra non si
esercitava soltanto attraverso giornali, saggi, case editrici, teatro, cinema
ma anche (verrebbe da aggiungere "soprattutto") attraverso la
funzione pedagogica esercitata dai grandi partiti di massa: funzione pedagogica
che si misurava con i temi filosofici, storici, letterari ma anche nella paziente
spiegazione della funzione degli strumenti istituzionali, del loro rispetto e
ruolo nella vita pubblica. Da aggiungere, infine, che è stato completamente
abbandonato il tema della legge elettorale dimenticando i diversi profili di
incostituzionalità presenti nella legge: in primis le liste bloccate e la
violazione del principio del voto libero e personale che avviene attraverso
l'impossibilità di voto disgiunto tra parte uninominale e parte proporzionale.