La
violenza ha sempre governato il mondo. Che
tristezza! Passano i secoli, i millenni e l’uomo continua a comportarsi sempre
allo stesso modo. Ieri massacrava con la pietra, oggi lo fa con mille
diavolerie messe a punto dalla sua ‘intelligenza’ di uomo ‘tecnologicus’. La
filosofia positivista della grande rivoluzione industriale prometteva un nuovo
mondo, governato dalla ragione, dalla pace universale, dalla rivoluzione
proletaria che avrebbe distribuito la ricchezza in modo equo a tutti i popoli
liberandoli dalla schiavitù. E invece, ancora oggi non c’è continente senza
guerre fratricide, senza baraccopoli in cui son costretti a vivere i nuovi
schiavi, sacrificati alla logica del profitto del più forte di turno. Dopo la Seconda
guerra mondiale, uscendo dal lungo tunnel della barbarie del nazifascismo, ci
eravamo illusi che la fratellanza e uno sviluppo civile dei popoli avrebbero
definitivamente governato il mondo, eravamo ancora memori dei milioni di morti
che avevano insanguinato i campi di battaglia. Ma ecco, invece, che nuove
guerre, con distruzioni ancora più spietate e apocalittiche, si sono riaffacciate
all’orizzonte, e a nulla è servita la promessa del capitalismo, con cui si
diffondeva una fiducia cieca nel progresso della tecnica e della scienza come
strumenti di benessere e felicità; e parimenti a nulla è servita la cultura di
sinistra, sorretta dalla concezione marxista che affidava l’emancipazione
dell’uomo alla rivoluzione socialista del proletariato: due concezioni, queste,
fideistiche che hanno miseramente fallito: il capitalismo ha finito per
privilegiare gli interessi egoistici dei soliti magnati declinando la politica
degli Stati in termini delinquenziali di aggressione ai più deboli e di
distruzione dell’ambiente naturale; il socialismo reale è diventato ideologia
accecante, e ha finito per chiudersi in politiche illiberali, che hanno
letteralmente calpestato i diritti fondamentali della persona; così, la
libertà, la dignità, l’uguaglianza sostanziale insieme ai valori del sentimento,
nelle ‘democrature’ stataliste, sono diventati beni di cui hanno goduto
soltanto pochi oligarchi, come è successo in Russia, in Cina e in altre realtà,
in cui ha prevalso il capitalismo di Stato, appunto del socialismo reale. Se
tutto questo è vero, e vero è! Che cosa rimane da fare? Non stancarsi mai di
lottare, di fare la fatica di scendere in piazza con gli altri per difendere di
volta in volta con i denti i fondamenti del vivere civile. Tutto il resto è
solo chiacchiera e squillo di tromba che si disperde a valle.