Oggi
è necessaria una mobilitazione globale contro tutte le guerre. L’ONU, che
dovrebbe garantire ai popoli protezione, sicurezza e benessere, ha fallito la
sua missione. Nel “Grande Sud” la guerra in Ucraina viene vista come sfida tra
le superpotenze del passato. Qui da noi è lei ad occupare le prime pagine dei
quotidiani, relegando nell’oblio sui principali giornali le guerre in Medio
Oriente, in Africa e in Asia. Oggi è necessario ascoltare ed unirci a Lula, a
Papa Francesco, al Ministro degli Esteri sudafricano Naledi Pandor e ai popoli che
subiscono quelle guerre. La prima condizione di sopravvivenza per loro è la
fine delle ostilità. Negli ultimi anni le guerre hanno colpito la vita dei
civili più dei cataclismi naturali. Mobilitiamoci dunque con i nostri
concittadini per dire di no alla guerra, a tutte le guerre come primo passo
verso una pace fondata sul rispetto del diritto internazionale e delle
convenzioni adottate dalle Nazioni unite da cui dovrebbero derivare sicurezza,
coesistenza pacifica e benessere. Le risorse finanziare riservate alla ricerca
e allo sviluppo di armi letali devono subito essere indirizzate a salvare vite contro
il cambiamento climatico. Così pensa la maggior parte dei nostri concittadini. Oggi
la stragrande maggioranza della popolazione mondiale ha perso fiducia nell’Occidente
e nelle sue promesse dirette a incrementare la cooperazione. L’atteggiamento
razzista verso coloro che cercano di venire da noi per consentire la sopravvivenza
delle loro famiglie, i nostri fili spinati, i muri, gli operatori di Frontex hanno
ormai vanificato e squalificato la retorica sulla democrazia, sul rispetto dei
diritti umani o sulla tutela della natura. Sono solo parole vuote. La nostra
violenza e la nostra arroganza alimentano la ribellione dei paesi del Grande Sud
contro chi ci governa e pretende di governare il mondo: i G7, la NATO e i loro
complici, la borghesia imprenditoriale e le multinazionali che fanno a gara per
sfruttane le risorse. I nostri leader hanno rispolverato la Guerra Fredda allo
scopo di mantenere il loro ruolo nell’economia mondiale.
Il loro atteggiamento
guerrafondaio dimostra l’incapacità di concepire un mondo diverso da quello
attuale. Dobbiamo quindi costringerli a fare nuove scelte in direzione della
coesistenza pacifica e nel caso se ne dimostrassero incapaci, sostituiamoli,
perché non si sono accorti del grande cambiamento in atto nell’umanità. La loro
egemonia non è più accettata dalla stragrande maggioranza degli umani, persino
tra i loro connazionali. Il mondo è in movimento. È urgente costringere i
potenti a firmare armistizi ovunque, dar loro una mano a concepire nuove forme
di governo e di coesistenza tra i popoli e le nazioni mobilitandoci. Mobilitiamoci
per ottenere il disarmo e perché si investa in sviluppo, sanità, cultura e istruzione.
Mobilitiamoci per far sì che venga rispettata la Convenzione di Ginevra e
affinché si aprano negoziati concreti, riconosciuti da tutti, finalizzati alla
sopravvivenza dell’umanità intera. Facciamoci sentire forte e chiaro dai nostri
rappresentanti, pretendiamo che il Segretario generale dell’ONU promuova nuovamente
iniziative d’urgenza e qualora egli non riuscisse a far tacere le armi
attiviamo le nostre intelligenze e le nostre forze per sostituirci all’ONU o,
al limite, al suo paralizzante Consiglio di sicurezza. Diamo
una possibilità alla pace, sappiamo bene che essa non arriverà dalle alte sfere
e che il cambiamento potrà realizzarsi solo col superamento del capitalismo,
del razzismo e del colonialismo, come ripete continuamente Angela Davis. “Fermate
la guerra, date una possibilità alla pace”. Agiamo insieme per il nostro futuro. *Membro del Partito
socialista belga