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mercoledì 14 giugno 2023

MOBILITIAMOCI CONTRO LE GUERRE
di Pierre Galand*
 



Oggi è necessaria una mobilitazione globale contro tutte le guerre. L’ONU, che dovrebbe garantire ai popoli protezione, sicurezza e benessere, ha fallito la sua missione. Nel “Grande Sud” la guerra in Ucraina viene vista come sfida tra le superpotenze del passato. Qui da noi è lei ad occupare le prime pagine dei quotidiani, relegando nell’oblio sui principali giornali le guerre in Medio Oriente, in Africa e in Asia. Oggi è necessario ascoltare ed unirci a Lula, a Papa Francesco, al Ministro degli Esteri sudafricano Naledi Pandor e ai popoli che subiscono quelle guerre. La prima condizione di sopravvivenza per loro è la fine delle ostilità. Negli ultimi anni le guerre hanno colpito la vita dei civili più dei cataclismi naturali. Mobilitiamoci dunque con i nostri concittadini per dire di no alla guerra, a tutte le guerre come primo passo verso una pace fondata sul rispetto del diritto internazionale e delle convenzioni adottate dalle Nazioni unite da cui dovrebbero derivare sicurezza, coesistenza pacifica e benessere. Le risorse finanziare riservate alla ricerca e allo sviluppo di armi letali devono subito essere indirizzate a salvare vite contro il cambiamento climatico. Così pensa la maggior parte dei nostri concittadini. Oggi la stragrande maggioranza della popolazione mondiale ha perso fiducia nell’Occidente e nelle sue promesse dirette a incrementare la cooperazione.
L’atteggiamento razzista verso coloro che cercano di venire da noi per consentire la sopravvivenza delle loro famiglie, i nostri fili spinati, i muri, gli operatori di Frontex hanno ormai vanificato e squalificato la retorica sulla democrazia, sul rispetto dei diritti umani o sulla tutela della natura. Sono solo parole vuote. La nostra violenza e la nostra arroganza alimentano la ribellione dei paesi del Grande Sud contro chi ci governa e pretende di governare il mondo: i G7, la NATO e i loro complici, la borghesia imprenditoriale e le multinazionali che fanno a gara per sfruttane le risorse. I nostri leader hanno rispolverato la Guerra Fredda allo scopo di mantenere il loro ruolo nell’economia mondiale. 



Il loro atteggiamento guerrafondaio dimostra l’incapacità di concepire un mondo diverso da quello attuale. Dobbiamo quindi costringerli a fare nuove scelte in direzione della coesistenza pacifica e nel caso se ne dimostrassero incapaci, sostituiamoli, perché non si sono accorti del grande cambiamento in atto nell’umanità. La loro egemonia non è più accettata dalla stragrande maggioranza degli umani, persino tra i loro connazionali. Il mondo è in movimento. È urgente costringere i potenti a firmare armistizi ovunque, dar loro una mano a concepire nuove forme di governo e di coesistenza tra i popoli e le nazioni mobilitandoci. Mobilitiamoci per ottenere il disarmo e perché si investa in sviluppo, sanità, cultura e istruzione. Mobilitiamoci per far sì che venga rispettata la Convenzione di Ginevra e affinché si aprano negoziati concreti, riconosciuti da tutti, finalizzati alla sopravvivenza dell’umanità intera. Facciamoci sentire forte e chiaro dai nostri rappresentanti, pretendiamo che il Segretario generale dell’ONU promuova nuovamente iniziative d’urgenza e qualora egli non riuscisse a far tacere le armi attiviamo le nostre intelligenze e le nostre forze per sostituirci all’ONU o, al limite, al suo paralizzante Consiglio di sicurezza.
Diamo una possibilità alla pace, sappiamo bene che essa non arriverà dalle alte sfere e che il cambiamento potrà realizzarsi solo col superamento del capitalismo, del razzismo e del colonialismo, come ripete continuamente Angela Davis. “Fermate la guerra, date una possibilità alla pace”. Agiamo insieme per il nostro futuro. 
  
*Membro del Partito socialista belga