Molte, anzi,
moltissime radici greche passarono a
Roma, come ho dimostrato in tante considerazioni sui processi formativi delle
parole. Tra l’altro, se questo è vero, bisogna ripensare il luogo di origine
dei Latini. Tra le tante, lo stesso lemma Lazio fu dedotto da λαθ(genera lo
sciogliere il crescere), ad indicare una terra particolarmente ferace. Anche la
parola Roma rimanda a: ῥωμή: forza,
potenza, dedotta da ῥώννυμι: sonoforte, sono potente. I greci
coniarono due radici: στα e στη (στεα), che, tra l’altro, ebbero molta fortuna a Roma. Si
tratta di due perifrasi, che fecero generare ai latini un fiume di parole, che
si possono rendere così: genera il legare (legame tra madre e figlio nel
grembo e non solo) il tendere (la spinta in avanti), lega dal
generare il tendere. Da στη, i greci
sicuramente dedussero: ἵστημι, a cui, mediante una perifrasi da rendere: è ciò che si genera per me
quando la creatura, andando a innescare il tendere, vi rimane,
attribuirono i seguenti significati: colloco, pongo, faccio
stare diritto, innalzo, metto sulla bilancia, dispongo,
stabilisco, concetti che si evincono dallo stare in grembo della
creatura. Poi, dalla radice σταfu dedotto il
sostantivo στά-σιςστά-σ-εως: immobilità
(dei corpi inerti), lo stare saldo, stabilità, plaga celeste,
innalzamento, concetti dedotti da questa perifrasi: (genera il legare
il tendere, divenuto sta/stare) lo stare, crescendo
(ς), va (ι) a legare (ς), cui
consegue il generare il mancare, che sono tutti i significati attribuiti a στάσις. Da στάσιςfu dedotto l’aggettivo στάσιμος: fermo e, poi, il sostantivo greco: lo stasimo, come fermezza
della vicenda tragica. Da questi concetti e dall’aggettivo verbale στατόςfu dedotto: στατικός: statico. Tornando a stasi,alcuni lessero l’innalzamento del grembo, altri compresero in
quell’innalzamento la plaga celeste, altri lessero l’immobilità dello
stare nella fase antecedente il travaglio, quando la creatura è attanagliata.
Quindi, fu dedotta ἔκ-στασιςdi cui, per
noi è rimasta solamente estasi, probabilmente scaturita da plaga
celeste, ma, in realtà, significò anche: degenerazione, turbamento,
stupore, delirio (che rimanda a una certa consonanza con estasi).
Quindi, si formò dia-stasi, con
il significato di separazione, distanza, intervallo. Il
concetto di separazione può collegarsi alla fessuratio o al
taglio del cordone ombelicale. Si formò anche: ἀπο-στασία: defezione, ribellione, come contrario di στάσις, dal significato di: stare saldo, stabilità. Inoltre, si
formò metastasi, con il significato: mutazione, trasposizione,
spostamento, in quanto lo stare nel grembo determina una
mutazione, come cambiamento di forma e, anche, un trasferimento di chi sta,
come spostamento in avanti. Poi, προ-στάτηςe προ-στάτας: che sta davanti, successivamente prostata,
in prima fila.
Dalla radice,
c’è un altro modo per generare significati, aggiungendovi una lettera dell’alfabeto,
che determina il mutamento del contesto generativo. Così a στα aggiunsero una χ, che significa passa, poi con la desinenza υςdel
nominativo e οςdel genitivo, formarono στα-χ-υςσταχυ-ος, a cui assegnarono il significato: spiga, germoglio,
rampollo, mediante questa perifrasi: con il passare dello stare, l’essere
(in questo caso vegetale) manca, determinando la crescita: spiga, germoglio,
rampollo; poi, σταχ giunse,
attraverso i coloni, nella Magna-Grecia, dove fu dedotto: stacco, nel
significato di: innalzamento. Probabilmente si pensò che, passando lo
stare, avviene l’innalzamento della spiga, lo stacco del germoglio/talea,
nel senso di crescita e, nel mio dialetto, si formulò: stacca, che è il
rampollo della cavalla, dagli alti garretti, mentre, in italiano, si ebbe: staccionata,
che lega/impedisce il passare. Per quanto riguarda attaccare, staccare,
distaccare, distaccamento, bisogna risalire a θάω (genera il crescere): succhio, che portò ad attaccare (alla
mammella)e al suo contrario. Inoltre, per
espansione di σταfu dedotto il verbo: σταλάσσω/σταλάττω: stillo, gocciolo, che è ciò che si
genera dal legare il versare dei liquidi, per esempio: dalla mammella. Quindi
fu dedott0 il deverbale: στάλαγμα: goccia,
stilla, da cui i moderni: stalattite e stalagmite. Aggiungendo
un delta, con il significato di mancare, i greci coniarono: στα-δ-ιον, che era una
misura di lunghezza di 600 piedi, corrispondente a poco più di 180 metri e che,
poi, divenne il luogo per le attività agonistiche. Infatti, dallo stare della
creatura dedussero lo spostamento della creatura, cosa che i latini dedussero
dalla radice παθ(fa generare il crescere), coniando παθ-δ-υδ: passus
passus: il passo come misura di lunghezza, attraverso questa perifrasi:
fa generare il crescere il mancare, quando la creatura è legata.
Infatti, il pastore latino, come quello greco, vede, nel mancare della
creatura legata, la crescita e, quindi, l’avvicinamento di un passo
al traguardo che è la nascita. Aggiungendo a
στη/σταuna μ, si formò la radice στημ/σταμ, che portò a: στήμ-ων/στάμ-ων: stame,
trama, ordito. Questa parola servì per formare stamen in
latino. Quindi, si formò: στη-λ-η: colonna,
stele e così via. Poi, da στατός, che significò anche: che è stato posto sulla bilancia, che è
stato pesato, fu dedotto: στατήρ: lo statere
ad indicare la moneta e la misura di peso, mentre, nel mio dialetto, a
stater’ indica la bilancia con il romano, che per i latini era statera.
Senza soffermarmi,
ulteriormente, sul processo formativo di storia, tengo a precisare che
la prima parola della catena è ἵστωρἵστορος: sapiente, conoscitore di, testimone,
che è da collegare a ἵστημι, in quanto conoscitore dei processi formativi, che, avvalendosi
di indagini, in greco ἰστωρία, ricostruisce
tutta la vicenda. Sicuramente
anche στείβω: calco, premo si ricollega alla
stessa radice, in quanto la perifrasi si può rendere così: va dal generare il
tendere il legare: quando uno cammina, preme. Da questa radice furono dedotte: stiva,
stivare, stipare, in dialetto lo stipo come credenza, costipare,
stipes stipitis, verosimilmente, anche: stia, stivale e,
persino, stipendium. Voglio sottolineare che la es di stipes
si traduce dal generare il crescere, mentre la is di stipitis si
rende: genera il mancare: il tronco, il palo. Questa
radice, almeno στ, servì ai greci per formare: στόρεννυμι: stendo, distendo, verbo che servì ai latini per formare
il verbo: sterno, sternis, stravi, stratum, sternere:
stendo, distendo, lastrico. Si rammenta che il supino era
stato dedotto dalla radice greca στρατ (lega lo
scorrere il tendere genera il tendere), che aveva dato luogo a: στρατός: esercito (disteso in campo), moltitudine. Dal tema strav
fu dedotto: stravaccato, mentre in ciò che è stato disteso (stratus)
si ebbe lo stendere a strati, il lastricato,che era fatto
con pietre a strati. Per non
dilungarmi troppo, rimando alla prossima pubblicazione, denominata: “Le
vestigia”, le tante altre deduzioni, da σταe στη, da parte dei latini.