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venerdì 21 luglio 2023

POESIA
di Barbara Carle

Domenico Adriano

Bene non riesco a vedere
come vedono loro, i monti
dall’alto, qui in pianura
dove cammino era l’abisso
.
 
 
Leggiamo questi versi memorabili sulla quarta di copertina del nuovo libro di Domenico Adriano. La poesia completa dalla quale derivano si trova nella terza sezione, Cantava fino a squarciarsi la gola. Potrebbero essere emblematici nel senso che ritroviamo la stessa sovrapposizione di uomini e cose tipica della poesia del nostro. Giovanna Grimaldi ha scritto di questo modo caratteristico ben evidente nel suo precedente libro, Dove Goethe seminò violette, Edizioni Il Labirinto, 2015: “Ma la narrazione qui non accetta diaframmi e prospetta subito la cifra metamorfica del libro: sostituisce ai paragoni le sovrapposizioni, fonde persone e cose, presente e passato, realtà e sogno”. Vediamo dai versi citati che lo stesso poeta si fonde con i monti e non solo. Ci sono molti esempi di questo tipo di fusione tra la natura e il poeta, tra le persone e lui, tra le creature e lui. Nella prima delle cinque parti del libro, Le scale che tu più non scenderai, la nonna trapassata viene ricordata attraverso il vestito. Vive ancora in un tempo mitologico dove il poeta indossa lui stesso quel vestito, attraverso la poesia: “Il vestito/pronto già da più di trent’anni/per andare nell’aldilà./Quel santo carnevale/ che festa per te, per me/che lo indossai.” Nella seconda sezione dedicata alla memoria del padre prigioniero di guerra, Pane mai visto più così lucente, notiamo come un abito acquista di nuovo una dimensione stratificata di sovrapposizione. Si tratta anche della parola chiave del testo: “cappotto di tristezza” che si trasforma in “divisa tedesca”. Insieme al padre il poeta si cala nella veste del ricordo-poesia: “Ti cadde addosso un cappotto/ di tristezza nel raccontare/ – poco tempo prima del morire – / di avere incrociato/ quando schiodarono il vagone/ a suo agio dentro una divisa tedesca/ il terriero tuo vicino di casa.” Nella quarta sezione, In fondo al tempo che non è immobile, ritroviamo un altro “vagone” adesso più felice perché ospita amici e poeti e si ferma ai piedi dell’Aventino a Roma. Questa poesia è più lunga è più intricata delle altre ma ruota intorno a una stratificazione che coinvolge il lettore. Il poeta entra in una camera oscura con il suo amico Emilio Bestetti. Questa camera occupa la prima stanza della poesia. Dalla camera-stanza si passa al libro e all’atto di leggere e camminare insieme. Dalla camera dentro il libro dove entra anche il lettore, si sale sul tram, dove il vagone contiene l’amico e altri amici quali Ungaretti e Piccioni. Qui la sovrapposizione si fa più fitta:
 
cameraàstanzaàlibroàßleggereàviaggiare-camminare
 
Non si scende mai almeno non quando leggiamo: “Soltanto il mio amico Emilio/Bestetti può aiutarmi. Con lui/nella camera oscura/ mi è dato di mostrarvi/ l’uomo che cammina in questa poesia”. La quinta sezione del libro, Sembrano essere sbocciati i ragazzi, contiene pregevoli poesie amorose ma sono scritte dentro questa singolare dimensione dove natura persone passato e presente sono fusi. Il poeta si gode una rara intimità quasi parentela con le rondini: “Le conosco tutte queste rondini/ vengono sempre a trovarmi”.
Si capisce ormai che questo libro è fatto di settantotto poesie divise in cinque sezioni precedute da una poesia in limine dedicata alla memoria di Giovanna Grimaldi. Le poesie ricreano gioie e dolori, passato e presente, famigliari e amici, natura e città. Lo stile è sempre concentrato e misurato. La versificazione è frutto di un’esattezza poetica rara ai tempi nostri.  Il libro si presenta in una veste di grande eleganza e bellezza anche per la stupenda copertina con l’opera di Giulia Napoleone, Di tra gli alberi. La poesia che citerò in chiusura ci fa capire la grande consonanza tra l’immagine in copertina della ramificazione azzurra viola di alberi e radici e il libro.  La poesia dall’ultima sezione che segue si potrebbe considerare programmatica nel senso che esprime la poetica di Domenico Adriano:
 
Uomini e donne indissolubilmente
legati. Siamo piante.
 
Con le piante dei piedi
da millenni a terra, noi
le radici stesse degli alberi
.
 


Domenico Adriano
Anna sa
Edizioni Il Labirinto
Roma, 2023, pp. 112,
12,00.