I
ricordi dei lettori. Sono
nato a Milano e sono cresciuto nel quartiere Isola che una volta veniva
chiamato Isola Garibaldi perché in via Borsieri era passato l’omonimo
condottiero con i Cacciatori delle Alpi. Collegato a corso Como con una
passerella sopra la ferrovia, a ciò deve la sua denominazione “Isola”. Eravamo
tra la fine degli anni Cinquanta e gli inizi degli anni Sessanta. Case vecchie
di ringhiera, solo verso piazzale Lagosta divenivano più eleganti. C’erano
delle osterie frequentate dagli adulti e dai vecchi. C’era il Circolo Sassetti
del PCI luogo di ritrovo degli anziani del quartiere mentre i giovani
frequentavano l’oratorio Sacro Volto di don Eugenio Bussa prete eccellente per
l’educazione dei giovani a cui è stato intitolato il cavalcavia costruito molti
anni dopo che collega il rione al resto della città.
Il vecchio ponte
C’erano negozi e
negozietti di qualsiasi genere anche un “cibi cotti” toscano. Due cinema: lo
Zara in via Garigliano e l’Iris in piazzale Carlo Archinto. Due scuole elementari una
maschile e una femminile e un asilo. Passava il tram in piazzale Lagosta ma
anche in piazzale Archinto transitava un vecchio tram a carrozze che portava
fuori città. C’era
anche un modesto ristorante. L’inverno tra le viuzze c’era la nebbia e la neve
e scendeva dai camini la fuliggine delle stufe a carbone. Oggi è un rione snob
e tutto questo non c’è più, per contro svettano i grattacieli di Porta Volta. Tiziano
Rovelli