Suscita
grande preoccupazione la decisione del Governo di usare l'esercito per compiti
di ordine pubblico. Una preoccupazione che va misurata ben oltre il numero
degli effettivi che saranno impiegati nel lavoro di controllo del territorio,
in luoghi strategici come aeroporti e stazioni ferroviarie. Il
segnale che ne deriva è quella di una irresistibile tendenza alla militarizzazione
del territorio prima ancora che del conflitto e del contrasto a situazioni
"devianti". Una situazione che, naturalmente, fa il paio con l'idea
della chiusura dei porti e dell'utilizzo della marina militare: ricordando
come, in questi casi, si tratti del respingimento dei migranti e non tanto
della lotta ai cosiddetti "scafisti". Si tratta di un tema di grande
delicatezza considerato che si intende rubricarlo alla voce
"sicurezza" mentre l'esatta catalogazione del provvedimento dovrebbe
essere quella di "repressione" esercitata senza individuare con
chiarezza bersagli e limiti possibili degli interventi. Debbono
essere sollecitate, allora, le forze parlamentari della sinistra, democratiche
e progressiste allo scopo di aprire immediatamente un dibattito su questo punto
con l'eventuale coinvolgimento delle Camere in una precisa presa di posizione. Vale
la pena, ancora, ricordare la definizione “democratura: regime politico improntato alle regole formali della democrazia,
ma ispirato nei comportamenti a un autoritarismo sostanziale”; definizione usata da Eduardo Galeano
per definire il modello sudamericano e da Pedrag Matvejevic per definire i
sistemi dell'Est Europa cui si ispira direttamente la destra italiana.