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domenica 22 ottobre 2023

LE LUCI SPENTE DELL’ILLUMINISMO
di Luigi Mazzella


 
I
l discorso di Biden fatto nella “stanza ovale” della Casa Bianca dimostra che il desiderio dell’Occidente è quello di affiancare pienamente e senza veli la follia mediorientale, autorizzando, con il “via libera” dato a Israele, reciproche selvagge distruzioni e fornendo armi adeguate a incrementarle per la gioia dei costruttori di morte e delle banche. L’irrazionalismo Occidentale sembra volere toccare il suo diapason, dichiarandosi “reo confesso” per la maternità delle guerre sul Pianeta (per tutto e contro tutti) e rinunciando persino a trincerarsi dietro periodi del passato contrabbandati come ere di grande razionalità. Per esempio: il secolo cosiddetto “dei lumi” cui si fanno risalire molti dei cosiddetti “Alti Valori” del Vecchio e del Nuovo Continente. Indubbiamente, per quanto concerne l’Illuminismo, si è trattato di un momento di speranza per un Occidente diviso tra gli assolutismi religiosi, astratti e indimostrabili, gli autoritarismi politici di derivazione filosofica (Platone e i suoi giuramenti in verba magistri), l’ignoranza di una popolazione abituata a “credere” anzi che a “pensare”. Poche menti lucide e di rara perspicacia speculativa avevano definito la Ragione addirittura “Dea”; poi si era capito che non poteva dirsi Ragione quella che sfociava nell’odio del Terrore; quella che era totalmente incapace di spiegare la realtà nella sua complessità e quella che produceva nel tempo, ma non tanto tardivamente, il Napoleonismo. La delusione sopraggiunta aveva annullato la speranza. Il primo a comprendere l’inganno degli Illuministi Francesi era stato un italiano, Vittorio Alfieri, che ne Il Misogallo aveva messo a nudo la falsità di una Ragione artefatta e “costruita” senza tener conto che la cultura allora dominante in Europa era impregnata di assolutismi ciechi, religiosi e filosofici. Del resto, anche la Ragione prodotta da una visione empiristica e sperimentale della realtà, quella di John Locke e dell’Illuminismo inglese che mirava a stabilire un ragionevole equilibrio tra una concreta volontà popolare rappresentata dal Parlamento e la Monarchia, scriteriatamente ritenuta espressione terrena della Divinità, aveva dovuto subire forti contraccolpi negativi a causa della presenza religiosa, anglicano-calvinista. Oggi possiamo dire che i protestanti inglesi con il loro puritanesimo addirittura più torvo di quello dei beghini e bigotti cattolici, hanno dato la stura all’uso politico della giustizia, consentendo la persecuzione nei tribunali statali degli uomini politici scomodi con il ridicolo ricorso al me-too di tardone nostalgiche dei tempi andati. Orbene, se anche l’esperienza politica inglese post-illuministica ha deluso i razionalisti amanti della libertà ciò autorizza a definire l’intero movimento sviluppatosi nel vecchio continente un drammatico bluff. Le recenti guerre scoppiate in Europa e in Medio Oriente confermano che la spirale dell’irrazionalità occidentale ha continuato ad avvolgersi sempre con implacabile continuità storica e che non può svilupparsi la Ragione in un ambiente culturale dove prevalgono le fedi monoteistiche mediorientali e gli autoritarismi post platonici dell’idealismo. Einstein, quando invoca un cambiamento della realtà postula che vi sia un mutamento radicale della mentalità che l’ha creata. Ciò è difficilissimo che avvenga oggi e certamente non era avvenuto nel secolo dei lumi: la sbandierata prevalenza della ragione nelle scelte esistenziali dei francesi camuffava una realtà ben diversa fatta di passionalità, di furore, di giusta rabbia per una situazione (non più sostenibile) di privilegi delle classi dell’ancien regime, di desiderio di rivalsa, di odio vendicativo, di violenza. Solo la grandeur gallica ha potuto parlare di luci (convincendo l’intero mondo) proprio nel momento in cui esse erano spente per consentire per così dire un “regolamento di conti”, molto giustificato in quel momento storico e in quelle condizioni sociali ma non per questo luminoso. La Ragione per affermarsi tenta strade diverse dall’aggressività violenta. Ed è difficile farlo capire ancora oggi come ieri. Le luci spente dell’illuminismo (titolo di un mio libro di qualche anno fa) continuano a essere tali.