Palestina: Palazzo Vecchio
ospiti un laboratorio internazionale di pace. Col ‘cessate il fuoco’ parta la
riconciliazione. Lettera pubblica al Sindaco di Firenze Igoverni
di Gaza e di Israele hanno fallito il proprio compito: seminano violenze
inaudite e vendette incrociate, nutrono l’odio fra i popoli. L’ONU e i governi delle
nazioni non si mostrano capaci di promuovere la pacificazione. Dove i governi
hanno fallito, i popoli riprendano dunque in mano il proprio destino! Lei, Sindaco
Dario Nardella, non è ignaro della tradizione di pace che il Comune e la
società fiorentina hanno consolidato negli anni successivi alla seconda guerra
mondiale. Risuonano sempre nelle liturgie di commemorazione i nomi e gli esempi
di Giorgio La Pira, Ernesto Balducci, Lorenzo Milani, Enzo Mazzi, per citarne
solo alcuni. Il ruolo che Lei riveste comporta dunque la responsabilità di non dover
interrompere questa tradizione. È per questo motivo che, di fronte a un
conflitto che si trascina da decenni, oggi in una fase di recrudescenza folle, suscettibile
di determinare reazioni a catena terribilmente devastanti in ogni angolo del
pianeta per le sue implicazioni simboliche, economiche, religiose e culturali,
noi La invitiamo a produrre in nome della città di Firenze un gesto concreto di
aiuto alla cessazione immediata delle brutalità e alla costruzione di un
processo positivo di riconciliazione. Noi Le proponiamo di dare le chiavi di
uno dei tesori della città, il Salone dei Cinquecento che fra’ Girolamo Savonarola
volle per la Repubblica fiorentina, alle espressioni indipendenti della società
civile internazionale (singoli, associazioni, studiosi) desiderose di portare
contributi al dialogo, all’ascolto, alla proposizione di progetti di vita
associata equa, libera e autodeterminata in terra di Palestina, e di iniziative
– ovunque nel mondo – che mirino a perseguire questi scopi. Un laboratorio di
riconciliazione in seduta permanente che elabori, insieme con le formazioni
nonviolente della società civile di Israele e della Palestina, scenari
credibili, dolci ed efficaci, come quello che questa deliziosa immagine
comunica. Noi
chiediamo che Palazzo Vecchio individui in questo cantiere di confronto laico
una priorità etica e politica del momento storico che l’Umanità attraversa, e
investa pertanto una quota adeguata del proprio bilancio nell’accoglienza - senza
preclusioni di sorta - di coloro che si candideranno a intervenire. Occorre
pensare lungo: oltre il ‘cessate il fuoco’, urgentissimo e indifferibile, serve
elaborare una soluzione realistica, condivisa e praticabile in quella
martoriata regione, una prospettiva di vita che sia supportata dalla
riflessione e dalla creatività dell’intero pianeta, e che inverta la gerarchia dei
fattori in gioco: possano i popoli liberarsi dal giogo di governi, interessi e
narrative che lucrano sulla violenza, sulla sopraffazione, sul risentimento, sulla
manipolazione dell’informazione, sulla festa ignobile delle armi! La soluzione
del ‘problema palestinese’ potrà forse rappresentare allora un viatico utile a
quella anche di altri conflitti e scempi che avvelenano la Terra. Siamo a
disposizione. Associazione
di volontariato Idra