IL RAPPORTO SPC
di Alessandro
Pascolini
Il rapporto della
Congressional Commission on the Strategic Posture of the United States.
Lo
scorso 12 ottobre è stato reso noto il rapporto finale della Congressional Commission on the Strategic Posture of the United
States (SPC), costituita in modo bipartitico dal Congresso americano "per
condurre una revisione della posizione strategica degli Stati Uniti e formulare
raccomandazioni su come procedere". La commissione, composta da 12 membri,
di cui sei donne, già funzionari governativi o esperti coinvolti
in vario modo nelle massime istituzioni decisionali per la strategia nucleare
americana, ha lavorato dal luglio 2022 all'agosto 2023 sotto la direzione di
Madelyn Creedon, già Principal Deputy Administrator della National Nuclear
Security Administration e Assistant Secretary of Defense for Global Strategic
Affairs. Altri membri noti nell'ambiente degli studiosi di armamenti e
questioni strategiche sono Marshall Billingslea, Gloria Duffy, Rose
Gottemoeller e Matthew Kroenig.
La natura bipartitica della commissione rende il suo
documento finale particolarmente importante e in grado di influire notevolmente
sulle scelte politiche del Congresso nei prossimi anni, qualunque sia la sua
composizione, come è stato a suo tempo per il rapporto della precedente analoga
commissione SPC, prodotto nel 2009 in una situazione globale estremamente
differente. La commissione si è focalizzata sul periodo 2027–2035 in modo da poter
proporre per tempo le misure necessarie per garantire l'adeguatezza della postura
strategica degli USA alle sfide che li attende. Infatti, "la commissione
ha concluso che, sebbene la posizione attuale degli Stati Uniti rimanga forte,
non è preparata per le sfide potenzialmente esistenziali del 2027–2035 e oltre.
La commissione ha concluso che per affrontare queste nuove minacce, gli Stati
Uniti devono cambiare rotta con urgenza e determinazione". Il
documento della SPC concentra la sua attenzione sui seguenti temi: la posta in gioco, la minaccia nel
periodo 2027–2035, strategia, postura strategica, infrastrutture e
organizzazione dell'impresa di sicurezza nucleare, capacità non nucleari,
alleati e partner, riduzione del rischio; per ogni argomento fornisce
un'analisi della situazione attuale e degli sviluppi e una serie di
raccomandazioni; il documento
reso pubblico è accompagnato da un rapporto riservato contenente dati
classificati sensibili. Su ogni tema la SPC ha ricevuto informazioni da parte
dei massimi responsabili dei sistemi di sicurezza, comandi militari, e dirigenti
delle agenzie competenti e il rapporto presenta significative informazioni
sulle forze e dottrine militari di Cina, Russia, Corea del Nord, Iran e degli
stessi USA. Il documento finale è stato concordato all'unanimità, anche se, per
esempio, "alcuni commissari ritengono inevitabile un aumento delle
dimensioni delle scorte nucleari statunitensi e del numero dei sistemi di
lancio", posizione non recepita nel rapporto.
La sfida strategica esistenziale
Rispetto alla pur recente Nuclear Posture Review del Presidente
Biden (https://ilbolive.unipd.it/it/news/nuclear-posture-review-biden) il
rapporto è estremamente più allarmato e propone misure molto più drastiche. Il
principio ispiratore deriva dal convincimento che "la Cina e la Russia
stanno cercando di rimodellare l'ordine internazionale in modo che rifletta
maggiormente i loro obiettivi e interessi e tolleri i loro sistemi di governo
autoritari, ricorrendo anche alla forza. "Dal punto di vista militare"
gli Stati Uniti si troveranno presto ad affrontare un contesto globale
fondamentalmente diverso da quello che hanno sperimentato: un mondo in cui due
nazioni possiedono arsenali nucleari pari al loro. I fatti dimostrano che
l'ordine internazionale guidato dagli Stati Uniti e i valori che esso sostiene
sono messi a rischio dai regimi autoritari cinese e russo. Il rischio di un
conflitto militare con queste grandi potenze è cresciuto e comporta il
potenziale di una guerra nucleare". "La strategia di difesa e la
postura strategica dell'America devono cambiare per difendere adeguatamente i
suoi interessi vitali e migliorare la stabilità strategica con Cina e Russia.
Inoltre, queste minacce sono tali che gli Stati Uniti e i loro alleati e
partner devono essere pronti a dissuadere e sconfiggere entrambi gli avversari contemporaneamente".
Si ritengono invece superati i rischi posti dal terrorismo e, per quanto
riguarda il pericolo di proliferazione nucleare, la SPC si limita a considerare
i programmi dalla Corea del Nord e dall'Iran e le loro minacce soprattutto ad
alleati regionali, in particolare con gli sviluppi missilistici. Per evitare
interpretazioni errate, la SPC fornisce una propria definizione dei concetti
fondamentali: strategia, postura strategica e stabilità strategica. La strategia è intesa come il metodo
con cui gli stati sviluppano e impiegano gli strumenti del potere nazionale per
raggiungere gli obiettivi voluti; la postura strategica come il modo in cui gli
Stati Uniti si posizionano per difendere sé stessi e i loro alleati e per
promuovere i propri interessi e comprende le forze armate e le loro
infrastrutture di supporto e la base industriale. Infine, "la commissione
considera la stabilità strategica in senso lato, come una condizione in cui le
relazioni politiche e l'equilibrio militare tra stati che rappresentano una
minaccia esistenziale l'uno per l'altro sono tali da non percepire né una
necessità impellente né un'opportunità praticabile di usare la forza militare
per promuovere i propri interessi a spese dell'altro stato."
Strategia
Gli
obiettivi della strategia statunitense devono includere il raggiungimento di un'efficace
deterrenza e della capacità di sconfiggere un'aggressione simultanea di Russia
e Cina in Europa e Asia utilizzando forze convenzionali. "Se gli Stati
Uniti e i loro alleati non mettono in campo forze convenzionali sufficienti per
raggiungere questo obiettivo, la strategia degli Stati Uniti dovrà essere
modificata per aumentare il ricorso alle armi nucleari al fine di contrastare
l'aggressione opportunistica o collaborativa nell'altro teatro". La commissione
raccomanda di mantenere una strategia nucleare basata su sei principi fondamentali:
sicurezza delle forze di rappresaglia (second strike), risposta
flessibile, deterrenza su misura, deterrenza e garanzia estese agli alleati,
ambiguità calcolata nella politica declaratoria, copertura contro i rischi.
Postura
strategica
Nel contesto
di una postura strategica che prevede l'impiego di capacità sia convenzionali
che nucleari, la commissione ritiene che il ruolo tradizionale delle armi
nucleari rimanga valido e di continua importanza: deterrenza degli avversari,
garanzia degli alleati, raggiungimento degli obiettivi statunitensi in caso di
fallimento della deterrenza e copertura contro eventi avversi. La commissione
raccomanda di dare piena e urgente esecuzione al programma di modernizzazione
nucleare degli USA, che comprende la sostituzione di tutti i sistemi di lancio
nucleari, la modernizzazione delle loro testate, la modernizzazione completa
del sistema di comando, controllo e comunicazioni (NC3) e la ricapitalizzazione
delle infrastrutture. La postura delle forze nucleari strategiche dovrebbe
essere modificata per: affrontare il maggior numero di obiettivi dovuti alla
crescente minaccia nucleare cinese e la possibilità che la Cina metta in campo
forze missilistiche che rappresentino una minaccia per le forze nucleari
strategiche degli USA; assicurarsi che gli Stati Uniti continuino a evitare di
fare affidamento sull'esecuzione di lanci di missili balistici
intercontinentali (ICBM) sotto attacco per mantenere la posizione di forza
degli Stati Uniti; tener conto dei progressi cinesi e russi nei sistemi
integrati di difesa antiaereo-antimissile (IAMD). La postura delle forze
nucleari di teatro dovrebbe essere urgentemente modificata per: fornire una
gamma di opzioni di risposta nucleare militarmente efficaci a contrastare l'uso
nucleare limitato russo o cinese; affrontare la necessità di forze nucleari di
teatro dispiegate o basate nel teatro dell'Asia-Pacifico; compensare eventuali
carenze nelle capacità non nucleari americane e degli alleati in un conflitto
sequenziale o simultaneo su due teatri contro la Russia e la Cina; affrontare i
progressi nelle IAMD russe e cinesi.
Infrastruttura e organizzazione dell’impresa
di sicurezza nucleare
La
SPC presenta un'analisi impietosa dello stato di avanzamento del programma
americano di modernizzazione nucleare, dell'adeguatezza delle infrastrutture e
competenze tecniche e della consistenza e professionalità del personale
impiegato. La commissione raccomanda l'ampliamento dell'infrastruttura
strategica dei dipartimenti della difesa e dell'energia in modo da raggiungere
una capacità sufficiente per soddisfare i requisiti sia dell'attuale piano di
modernizzazione nucleare che delle modifiche alla configurazione delle forze raccomandate
dalla SPC in tempo utile per affrontare la "minaccia a due livelli", con
la necessaria flessibilità per rispondere tempestivamente a problematiche
emergenti. Per
sostenere la strategia proposta, la commissione raccomanda al Congresso di
finanziare una revisione e un'espansione della capacità della base industriale
di difesa delle armi nucleari e dell'impresa di sicurezza nucleare, comprese le
infrastrutture scientifiche e di progettazione e produzione delle armi. Il governo
federale, in collaborazione con quelli degli stati e i leader sindacali, dovrebbe
istituire e incrementare i programmi di istruzione tecnica e formazione
professionale necessari per creare la forza lavoro specializzata necessaria per
l'impresa nucleare.
Risorse e capacità non nucleari
Anche in questo campo la SPC ritiene necessario uno
sviluppo sia evolutivo che innovativo per evitare sorprese strategiche e
migliorare la posizione strategica degli Stati Uniti. Lo spazio ha un ruolo sempre
più importante per la strategia americana e pertanto si raccomanda il dispiego
urgente di un'architettura spaziale più resiliente e una strategia che comprenda
elementi sia offensivi che difensivi per garantire l'accesso e la completa operatività
degli Stati Uniti nello spazio. I progressi delle tecnologie emergenti
comportano nuovi rischi, ma anche nuove opportunità per difendersi,
sopravvivere e prevalere. La SPC dà particolare rilievo ai vettori ipersonici,
l'informatica quantistica, l'intelligenza artificiale generativa, i veicoli
autonomi, le armi biologiche geneticamente modificate, la manifattura additiva,
il rilevamento ubiquo, l'analisi di megadati e i sistemi ad energia diretta. Gli
Stati Uniti e i loro alleati devono adottare misure per assicurarsi di essere
all'avanguardia in tutti questi settori. Fra le armi convenzionali va data priorità
al finanziamento e sviluppo dei sistemi di attacco di precisione a lungo raggio,
per soddisfare le esigenze operative e acquisirne quantità maggiori di quelle
attualmente previste. Gli Stati Uniti devono sviluppare e mettere in campo un
sistema di difesa aerea e missilistica, sia d'area che puntuale, in grado di
dissuadere e sconfiggere attacchi coercitivi di Russia e Cina, oltre alla
minaccia nordcoreana. Il Segretario alla difesa deve dirigere la ricerca, lo
sviluppo, i test e la valutazione di capacità IAMD avanzate, anche per missili
da crociera e ipersonici, concentrandosi su architetture di sensori, comando e
controllo integrati e intercettori, su tutti i domini, terra, mare, aria e
spazio.
Alleanze e partenariati
La commissione ritiene che sia nell'interesse nazionale
degli Stati Uniti mantenere, rafforzare e, quando opportuno, espandere la
propria rete di alleanze e partenariati. Queste relazioni rafforzano la
sicurezza americana dissuadendo le aggressioni a livello regionale, prima che
possano raggiungere il territorio degli Stati Uniti, consentendo al contempo la
prosperità economica grazie all'accesso ai mercati internazionali. Gli alleati
si affidano alla postura strategica degli Stati Uniti quale parte integrante
della loro strategia di difesa, in particolare con l'estensione della
deterrenza, anche nucleare, contro gli avversari. La commissione raccomanda al
Dipartimento della difesa di continuare ad aumentare l'interoperabilità tra i
sistemi statunitensi e quelli alleati per massimizzare gli effetti di
deterrenza regionale, bilanciando la necessità di classificazione e di
controllo delle esportazioni con l'esigenza critica di aumentare la
cooperazione tecnologica e le capacità combinate. Poiché ogni cambiamento
importante alla postura strategica, alle politiche o alle capacità degli Stati
Uniti avrà un grande effetto sulla percezione degli alleati e sui loro
requisiti di deterrenza e garanzia, qualsiasi cambiamento dovrebbe essere
preceduto da consultazioni significative.
Riduzione dei rischi
La commissione ritiene di fondamentale importanza che gli
Stati Uniti si adoperino per ridurre i rischi strategici. La riduzione del
rischio comprenda una serie di impegni militari e non militari che possono
coprire una serie di scopi, tra cui la riduzione del rischio di percezioni
errate, escalation involontaria, incidenti e fallimento della deterrenza.
Inoltre, la riduzione del rischio può contribuire a stabilire o migliorare i
canali di comunicazione aperti tra gli stati, a promuovere la trasparenza, a
migliorare la sicurezza e la protezione delle armi e a ridurre l'inutile
concorrenza tra gli armamenti. "Gli accordi di controllo degli armamenti
sono potenzialmente strumenti importanti per sostenere gli obiettivi politici
degli Stati Uniti, ma data la storia di non conformità e di sospensione
illegale dei trattati da parte della Russia e la continua intransigenza della
Cina nel dialogo sul controllo degli armamenti, gli Stati Uniti non possono
sviluppare la loro postura strategica basandosi sul presupposto che gli accordi
di controllo degli armamenti siano imminenti o che saranno sempre in vigore. In
breve, gli Stati Uniti devono essere preparati a un futuro con e senza accordi
sul controllo degli armamenti". Laddove non sia possibile concludere
accordi formali di controllo degli armamenti nucleari, la commissione
raccomanda di perseguire misure alternative di riduzione del rischio nucleare
per aumentare la prevedibilità e ridurre l'incertezza e le possibilità di
percezioni errate e di errore di calcolo. "Nel valutare le prospettive di
controllo degli armamenti nucleari nel periodo 2027–2035, gli Stati Uniti
devono determinare le forze di cui hanno bisogno prima di sviluppare posizioni
negoziali. In altre parole, gli Stati Uniti devono innanzitutto determinare le
dimensioni e la composizione delle forze nucleari di cui hanno bisogno per
soddisfare i loro requisiti di deterrenza; sulla base di tali requisiti,
possono valutare come una proposta di controllo degli armamenti possa
rafforzare gli interessi vitali degli Stati Uniti". La commissione
raccomanda che gli Stati Uniti continuino a esplorare le opportunità di
controllo degli armamenti nucleari e a condurre ricerche sulle potenziali
tecnologie di verifica, al fine di sostenere o consentire futuri negoziati che
mirino a limitare tutti i tipi di armi nucleari, qualora il contesto
geopolitico dovesse cambiare.
Due commenti
Il rapporto della SPC è estremamente chiaro sugli obiettivi
che propone per gli USA e si rende conto del loro grave impatto sull'economia e
sulla stessa vita politica americana: "gli Stati Uniti devono sviluppare e
attuare efficacemente una strategia integrata e completa in tutte le
articolazioni del governo, amministrazioni e agenzie pubbliche (whole of government)
e il Congresso deve sostenere, su base bipartisan, i cambiamenti e fornire
finanziamenti adeguati, coerenti e tempestivi per gli elementi fondamentali
della postura strategica americana". La commissione non si pone il
problema dell'impatto sociale che può comportare il dare priorità politica
all'estremo rafforzamento della "sicurezza" rispetto a tutti gli
altri problemi della vita del paese e del rischio di un vero stress democratico
delle istituzioni americane, problemi che si possono ripercuotere anche per gli
alleati, invitati ad un maggior impegno militare. La SPC non esamina le
possibili reazioni di Cina e Russia e gli effetti sulle loro scelte strategiche
a fronte della creazione di una postura americano occidentale in grado di
combattere e vincere una guerra simultanea sul fronte europeo e
dell'Asia-pacifico con armi convenzionali integrate da ordigni nucleari, con un
parallelo sviluppo di difese IAMD che garantiscono il suolo americano. Siamo
chiaramente di fronte a una nuova spirale della corsa agli armamenti, sia
qualitativa che quantitativa, in tutti i domini terrestri, spaziali e
cibernetici. Corsa che non si suggerisce di moderare con il rilancio di
iniziative di controllo degli armamenti, considerato impossibile con gli
attuali regimi in Cina e Russia. Il ruolo di eventuali future forme di
controllo degli armamenti è comunque subordinato alla determinazione
"delle dimensioni e la composizione delle forze nucleari necessarie per
proteggere gli interessi nazionali degli Stati Uniti", una posizione che
chiaramente non costituisce un adeguato viatico per qualsiasi iniziativa
diplomatica distensiva.
*Università di Padova