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domenica 12 novembre 2023

TACCUINI
di Angelo Gaccione


Gaetano Previati: La Preghiera

Il Trittico della Battaglia.


I
l Castello di San Giorgio di Legnano fu lasciato depredare a lungo, prima di capirne l’importanza e sottoporlo a restauro e tutela. Persino il ponte levatoio hanno lasciato portar via, e per decenni è stato ritrovo di spacciatori e drogati, oltre che luogo di prostituzione. Il suo nome lo prende da una antica chiesa dedicata al martire cristiano che l’iconografia ci consegna mentre infilza il drago con la sua lunga lancia. Assieme ad un convento di frati Agostiniani si trovava in quell’area. Castello che, come sempre avviene quando a farsi la guerra sono famiglie potenti, passerà da una all’altra: dai Della Torre ai Visconti, dai Lampugnani ai Cornaggia. Tutte famiglie che hanno lasciato la loro impronta nella toponomastica di Milano. Dal 1973 è proprietà Comunale e vi si tengono interessanti iniziative culturali, oltre a custodire un pregevole apparato di costumi e manufatti che si ispirano al Palio, una sfilata in abiti storici per ricordare la Battaglia di Legnano contro il Barbarossa. Ignoravo totalmente che nella più grande delle sue sale fosse custodito il celebre “Trittico della Battaglia”, che il pittore ferrarese Gaetano Previati aveva iniziato a dipingere tra il 1915 e il 1918. Si presti attenzione alle date: siamo nel pieno di quella che non mi stancherò mai di definire la grande macelleria, vale a dire, la Prima guerra mondiale. 


Gaetano Previtali: La Battaglia

Si tratta di tre tele gigantesche dal titolo “La Preghiera”, “La Battaglia” e “La Vittoria” che ho potuto ammirare nel corso di un Convegno dedicato alla poesia. La terza tela è rimasta incompiuta a causa dei gravi lutti familiari che lo avevano prostrato. Più che alla Prima guerra mondiale, l’artista si era ispirato alla Battaglia di Legnano e al Carroccio, e allora non c’è da stupirsi se le tre tele si trovino qui. Ma come ci sono arrivate? Sappiamo che per un certo periodo erano rimaste presso la galleria di Alberto Grubicy a Milano a seguito dell’esposizione alla Permanente nel 1916. Un decennio dopo saranno messe in vendita dalla Galleria Pesaro della stessa città e acquistate da Fabio Vignati. Quello che a noi può apparire oggi un “caso” fortunoso è stata invece una scelta meditata perché Vignati a quel tempo era sindaco di Legnano. E poiché ad una lontana pagina storica di Legnano il Trittico si ispirava, il sindaco lo acquista per farne dono alla sua città. Prima che fosse portata al Castello, l’opera si trovava al Museo Civico e il restauro avvenuto nel Duemila ce l’ha consegnata in tutta la sua forza. 


Gaetano Previati: La Vittoria

Che cosa ha suscitato in me il Trittico? Quello che mi suscita tutte le volte un’opera in cui degli uomini portano al macello non solo sé stessi, ma pacifici e incolpevoli animali. Qui mi asterrò di fare riferimenti alla tecnica compositiva e quant’altro, e non vi parlerò né di pennellate divisioniste, né di luce rosata, né di schiene curvilinee. Qui voglio solo soffermarmi sugli occhi allucinati dei cavalli che la furia della battaglia prodotta dalla ferocia umana spinge al terrore, a calpestare i corpi dei caduti che le lance trafiggono. E su miti buoi accasciati inani, impotenti, sotto il peso della loro stessa stazza, storditi dal fragore delle armi e delle grida, incapaci di capire perché li abbiano portati lì aggiogati a dei carri, a morire su un campo di battaglia, loro abituati ad altri campi, pazienti e buoni ad arare la terra per dare il pane agli uomini. Che vittoria è la loro? Ecco il mio sentire, e questo mi basta.