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giovedì 30 novembre 2023

UN’ALTRA GENOVA IN ARRIVO IN RIVA D’ARNO?
di Girolamo Dell’Olio



Diario Civile
 
Non sanno. Non devono sapere. Atomizzati, frastornati, ricattati, devono continuare a viaggiare bendati nella nuvola elettronica. Eppure questa è la culla del Rinascimento, patrimonio mondiale dell’Umanità. Come quella, laggiù, è la Terrasanta, crocevia di culture e di verità rivelate. Lo stesso inganno. Cambia solo la dimensione e il volume d’affari. Firenze si lascia silenziosamente bucare da chilometri di tunnel Tav dopo un quarto di secolo di risorse pubbliche variamente sperperate in nome di un progresso rigurgitante di opacità, fallimenti e propaganda. “Una vicenda paradigmatica del peggio possibile in Italia”, come ci disse a Roma Raffaele Cantone, Autorità nazionale anticorruzione. Oggi, senza neppure la foglia di fico di un simulacro di sicurezza, di prevenzione. Anzi, con l’evidenza – nero su bianco, carta intestata, documento protocollato – della disapplicazione sfacciata delle norme che detta il decreto per la sicurezza nelle gallerie ferroviarie… nel rigoroso fragoroso silenzio delle Istituzioni Democratiche.
A cazzotto li riconosco, i locali, in mezzo alle frotte di turisti.
Sono rimasti in pochi, in questa città desertificata per far spazio alle rendite parassitarie ‘culturali’. Uno su quattro, vagamente ricorda la stagione dei dibattiti, delle dispute, delle assemblee di venticinque anni fa. E dei titoli dei giornali, quando ancora si poteva parlare di ‘informazione’. Legge la denuncia, vagamente ricorda, mi guarda rassegnato e via. Gli altri tre, i più giovani, semplicemente non sanno, non devono sapere. Si scava sotto la città Unesco, quella che abitano, in cui studiano, ma nessuno ne ha sentito parlare. Mi guardano come un marziano venuto a spacciare fantascienza.
Con alcune eccezioni.
E sono quelle che ti accendono l’animo.



Oggi, sotto i glutei di Ercole, tre giovani teste, e nessuna delle tre autoctona. Un bel monito al fiorentino-che-non-c’è-più!
Zeno è uno studente del Valdarno, e a Firenze frequenta il liceo Machiavelli. Scruta con calma il cartello. ‘Meglio saperlo che non saperlo’, e gli allungo la lettera Pec di Marisa Cesario, la Comandante dei Vigili del Fuoco.
‘Hai presente Genova, quel ponte, e tutto quello che si è detto dopo?’
Sì, questo episodio lo conosce, e può fare due più due con le altre cose che sa della storia di Firenze, e del suo rapporto secolare col ‘torrentaccio rovinosissimo’ chiamato Arno.
‘A voi del Valdarno, poi, vi si regala tutta la terra scavata dalla pancia di Firenze, e vi si porta a Cavriglia, con tanti bei trenini, di giorno e di notte… e non è detto che sia pulita, sai, con gli additivi che ci mettono o le perdite di cantiere…’
‘E dove la mettono?’
‘La mettono… sai a Santa Barbara, la vecchia miniera di lignite?’
‘Ah, sì…’
‘E so che laggiù c’è già gente che protesta perché quei pochi treni che arrivano (sono ancora pochi)
fanno impazzare per i passaggi a livello che restano chiusi mezz’ore…’
‘E tutti questi milioni di euro, da dove arrivano?’
‘Le Ferrovie hanno un solo azionista: lo Stato! Sono soldi nostri! Quando succedono queste cose, ti basta vedere il ‘come’ lo fanno. Il giudizio sul ‘cosa’ viene di conseguenza!’
È un piacere constatare la pacatezza con cui parla, chiede e ascolta.
Sì, ci sono piccoli capolavori di prontezza nel generale marasma.
‘Se hai bisogno ci scrivi: qui sotto ci sono gli indirizzi.’


Con Alfonso invece c’è quasi consanguineità. Di Napoli, quartiere di Fuorigrotta. Ignaro, anche lui, del cosa e del come e del quando.
‘Vedi, tu non sai… perché non devi sapere! Poi scoppia Genova… hai presente Genova? E ci mettiamo tutti a piangere! Questa che ti do è la prova della qualità dei nostri politici. Hai visto quello che è successo in queste settimane non lontano da qui…?’
‘Sì, l’alluvione!’
‘Ma te, abiti a Firenze?’
‘Sì, attualmente in una stanza, ma da dicembre ho la casa col contratto, e così avrò anche la residenza!’
‘Studi…?’
‘No, lavoro… Imbarco.’
‘Imbarchi?’
‘Imbarco, sì, su nave. Faccio il marittimo! Ma di base sto a Firenze.’
‘‘Quindi questa cosa ti riguarda, no?’
Annuisce.
Adesso solcherà gli oceani, la lettera di Marisa Cesario! A gloria intercontinentale della solerte classe dirigente toscana. 
Il terzo è Simone. Un po’ più grandicello, sulla trentina. Lui è di Bologna. E insegna… storia di Firenze!
‘Dove?’
‘In una università, qua, per gli americani’.
La sede è prestigiosa: Palazzo Rucellai.
‘Un consorzio di università statunitensi che mandano qui i loro ragazzi, e seguono vari corsi… dalla storia del cibo alla storia di Firenze, appunto.’
‘Se possiamo essere utili, qui i nostri riferimenti.’
‘Sì, sì, grazie: leggerò!’


 
Con questo gruppetto di ragazzi in libertà, un po’ chiassosi, chiaramente di fuori porta, mi diverto a fare il prof che brontola.
‘Ehi, ehi, cos’è tutto questo casino?’
Ma la mimica tradisce lo scherzo, mangiano la foglia e si avvicinano..
‘Da dove venite?’
‘Marche! Iesi.’
‘Ah, dalle parti di Leopardi, giusto?’
‘Certamente.’
‘E allora come fa quell’Infinito?’
Perplessi.
Riattacco: ‘Sempre caro mi fu…?’
‘…quest’ermo colle!’, quasi in coro.
‘Vi piace Firenze?’
‘Sì, sì, è bella.’
‘Vi posso dire un segreto?’
‘Vai!’
‘Non ci sono più i fiorentini!’
‘Non c’è più nessuno…!?’
‘È un mercato! È diventato un mercato: danaro, mangiare e speculazione. E poi, i nostri bei resti che ci hanno lasciato gli avi, da contorno acchiappasoldi. Mentre qui, vedete, stanno costruendo con quelli di tutti questa bella cosa, allegramente, senza rispettare le loro stesse leggi…’



Ma oggi è il giorno anche di tre ritorni.
Anna, studentessa Fotografa del mio ‘Da Vinci’, che saluta correndo, perché è in ritardo, ma ce la fa a promettermi una cena di classe di nuovo tutti assieme appena possibile.
Filippo, anche lui ex studente Fotografo: mi ha visto da laggiù in fondo e viene ad abbracciarmi, fiero di potermi raccontare che ha già prodotto due film e scritto un libro! Li aspetto!
E infine Luciana, compagna di azioni teatrali di strada no-green-pass due anni fa davanti alle scuole militarizzate della città imbavagliata, e adesso in Idra con noi. Bello passare l’ultima oretta con lei, e poi andarci a bere insieme un caffè e un orzo al calduccio!