UN’ALTRA GENOVA
IN ARRIVO IN RIVA D’ARNO? di Girolamo Dell’Olio
Diario Civile Non sanno. Non devono
sapere. Atomizzati, frastornati, ricattati, devono continuare a viaggiare
bendati nella nuvola elettronica. Eppure questa è la culla del Rinascimento,
patrimonio mondiale dell’Umanità. Come quella, laggiù, è la Terrasanta,
crocevia di culture e di verità rivelate. Lo stesso inganno. Cambia solo la
dimensione e il volume d’affari. Firenze si lascia silenziosamente bucare da
chilometri di tunnel Tav dopo un quarto di secolo di risorse pubbliche
variamente sperperate in nome di un progresso rigurgitante di opacità,
fallimenti e propaganda. “Una vicenda paradigmatica del peggio possibile in Italia”, come ci
disse a Roma Raffaele Cantone, Autorità nazionale anticorruzione. Oggi, senza
neppure la foglia di fico di un simulacro di sicurezza, di prevenzione. Anzi,
con l’evidenza – nero su bianco, carta intestata, documento protocollato –
della disapplicazione sfacciata delle norme che detta il decreto per la
sicurezza nelle gallerie ferroviarie… nel rigoroso fragoroso silenzio delle
Istituzioni Democratiche. A cazzotto li riconosco, i
locali, in mezzo alle frotte di turisti. Sono rimasti in pochi, in
questa città desertificata per far spazio alle rendite parassitarie
‘culturali’. Uno su quattro, vagamente ricorda la stagione dei dibattiti, delle
dispute, delle assemblee di venticinque anni fa. E dei titoli dei giornali,
quando ancora si poteva parlare di ‘informazione’. Legge la denuncia, vagamente
ricorda, mi guarda rassegnato e via. Gli altri tre, i più giovani,
semplicemente non sanno, non devono sapere. Si scava sotto la città Unesco,
quella che abitano, in cui studiano, ma nessuno ne ha sentito parlare. Mi
guardano come un marziano venuto a spacciare fantascienza. Con alcune eccezioni. E sono quelle che ti
accendono l’animo.
Oggi, sotto i glutei di
Ercole, tre giovani teste, e nessuna delle tre autoctona. Un bel monito al
fiorentino-che-non-c’è-più! Zeno è uno studente del
Valdarno, e a Firenze frequenta il liceo Machiavelli. Scruta con calma il
cartello. ‘Meglio saperlo che non saperlo’, e gli allungo la lettera Pec di
Marisa Cesario, la Comandante dei Vigili del Fuoco. ‘Hai presente Genova, quel
ponte, e tutto quello che si è detto dopo?’ Sì, questo episodio lo
conosce, e può fare due più due con le altre cose che sa della storia di
Firenze, e del suo rapporto secolare col ‘torrentaccio rovinosissimo’ chiamato
Arno. ‘A voi del Valdarno, poi,
vi si regala tutta la terra scavata dalla pancia di Firenze, e vi si porta a
Cavriglia, con tanti bei trenini, di giorno e di notte… e non è detto che sia
pulita, sai, con gli additivi che ci mettono o le perdite di cantiere…’ ‘E dove la mettono?’ ‘La mettono… sai a Santa
Barbara, la vecchia miniera di lignite?’ ‘Ah, sì…’ ‘E so che laggiù c’è già
gente che protesta perché quei pochi treni che arrivano (sono ancora pochi) fanno impazzare per i
passaggi a livello che restano chiusi mezz’ore…’ ‘E tutti questi milioni di
euro, da dove arrivano?’ ‘Le Ferrovie hanno un solo
azionista: lo Stato! Sono soldi nostri! Quando succedono queste cose, ti basta
vedere il ‘come’ lo fanno. Il giudizio sul ‘cosa’ viene di conseguenza!’ È un piacere constatare la
pacatezza con cui parla, chiede e ascolta. Sì, ci sono piccoli
capolavori di prontezza nel generale marasma. ‘Se hai bisogno ci scrivi:
qui sotto ci sono gli indirizzi.’
Con Alfonso invece c’è
quasi consanguineità. Di Napoli, quartiere di Fuorigrotta. Ignaro, anche lui,
del cosa e del come e del quando. ‘Vedi, tu non sai… perché non
devi sapere! Poi scoppia Genova… hai presente Genova? E ci mettiamo tutti a
piangere! Questa che ti do è la prova della qualità dei nostri politici. Hai
visto quello che è successo in queste settimane non lontano da qui…?’ ‘Sì, l’alluvione!’ ‘Ma te, abiti a Firenze?’ ‘Sì, attualmente in una
stanza, ma da dicembre ho la casa col contratto, e così avrò anche la
residenza!’ ‘Studi…?’ ‘No, lavoro… Imbarco.’ ‘Imbarchi?’ ‘Imbarco, sì, su nave.
Faccio il marittimo! Ma di base sto a Firenze.’ ‘‘Quindi questa cosa ti
riguarda, no?’ Annuisce. Adesso solcherà gli
oceani, la lettera di Marisa Cesario! A gloria intercontinentale della solerte
classe dirigente toscana. Il terzo è Simone. Un po’
più grandicello, sulla trentina. Lui è di Bologna. E insegna… storia di
Firenze! ‘Dove?’ ‘In una università, qua,
per gli americani’. La sede è prestigiosa:
Palazzo Rucellai. ‘Un consorzio di
università statunitensi che mandano qui i loro ragazzi, e seguono vari corsi…
dalla storia del cibo alla storia di Firenze, appunto.’ ‘Se possiamo essere utili,
qui i nostri riferimenti.’ ‘Sì, sì, grazie: leggerò!’
Con questo gruppetto di
ragazzi in libertà, un po’ chiassosi, chiaramente di fuori porta, mi diverto a
fare il prof che brontola. ‘Ehi, ehi, cos’è tutto
questo casino?’ Ma la mimica tradisce lo
scherzo, mangiano la foglia e si avvicinano.. ‘Da dove venite?’ ‘Marche! Iesi.’ ‘Ah, dalle parti di
Leopardi, giusto?’ ‘Certamente.’ ‘E allora come fa
quell’Infinito?’ Perplessi. Riattacco: ‘Sempre caro mi
fu…?’ ‘…quest’ermo colle!’,
quasi in coro. ‘Vi piace Firenze?’ ‘Sì, sì, è bella.’ ‘Vi posso dire un
segreto?’ ‘Vai!’ ‘Non ci sono più i
fiorentini!’ ‘Non c’è più nessuno…!?’ ‘È un mercato! È diventato
un mercato: danaro, mangiare e speculazione. E poi, i nostri bei resti che ci
hanno lasciato gli avi, da contorno acchiappasoldi. Mentre qui, vedete, stanno
costruendo con quelli di tutti questa bella cosa, allegramente, senza
rispettare le loro stesse leggi…’
Ma oggi è il giorno anche
di tre ritorni. Anna, studentessa
Fotografa del mio ‘Da Vinci’, che saluta correndo, perché è in ritardo, ma ce
la fa a promettermi una cena di classe di nuovo tutti assieme appena possibile. Filippo, anche lui ex
studente Fotografo: mi ha visto da laggiù in fondo e viene ad abbracciarmi,
fiero di potermi raccontare che ha già prodotto due film e scritto un libro! Li
aspetto! E infine Luciana, compagna
di azioni teatrali di strada no-green-pass due anni fa davanti alle scuole
militarizzate della città imbavagliata, e adesso in Idra con noi. Bello passare l’ultima oretta con lei, e poi andarci
a bere insieme un caffè e un orzo al calduccio!