Sommariamente
con l’intento di aprire una discussione. 1)Il tema di fondo che va posto all'ordine del giorno è quello (urgente) della
costruzione di un'alternativa al governo della destra: è necessario non
limitarci all'opposizione ma partendo da una posizione di minoranza va da
subito messo in atto un agire politico che presupponga, prefiguri, realizzi una
prospettiva di cambiamento dello scenario di governo. Allo scopo di incamminarci
per questa via deve essere inteso che il punto propedeutico risiede in un
progetto di diverso modello di società: progetto sulla base del quale si riesca
a riprendere il tema dell'egemonia culturale riuscendo a svolgere una funzione
pedagogica al confronto dello sfrangiamento sociale in atto, del modello
individualistico basato sul consumo immediato delle idee, del suolo, della vita
nel suo complesso. In questo senso la sinistra è chiamata a fronteggiare la
crisi delle democrazie liberali mutando di segno elementi della propria
identità ormai superati nel tempo: questioni come quelle del governo della
scienza e della tecnica in tempi di intelligenza artificiale, della
globalizzazione in un quadro di forte tensione verso una ricostituzione di
"blocchi" sul piano delle relazioni geopolitiche, del superamento di
un modello di sviluppo onnivoro di risorse non possono essere affrontate per
"single issue". Serve - appunto - un progetto globale sul piano della
"società sobria" e del "socialismo delle finitudine" senza
concedere nulla all'illusione della "decrescita felice" e
comprendendo la necessità di affrontare l'inedito intreccio che si sta
concretizzando tra struttura e sovrastruttura svoltando dall'antico concetto
dell'infinità dello sviluppo. Con questa premessa i temi di fondo della
situazione politica italiana possono essere così rapidamente riassunti: 2)
tornare alla politica estera riflettendo sulla realtà degli organismi
sovranazionali nei quali è impegnata l'Italia: ruolo dell'ONU, sviluppo
dell'Unione Europea e - in tempi di guerra - coincidenza tra Europa e Nato e
schieramento all'interno di questa rinnovata "logica dei blocchi" che
sembra aprirsi nella contraddizione tra BRICS e G7. Si sta prefigurando uno
scontro dai tratti inediti tra Oriente e Occidente con il Sud America e parti
dell'Africa assegnati ad un Oriente a guida a mezzadria tra Cina, India e
Brasile e le non sopite ambizioni imperiali russe, mentre a Occidente declina
il ruolo USA di unico gendarme del mondo. Inoltre c'è da riflettere su ciò che
è avvenuto e sta avvenendo in Palestina che sta determinando uno spostamento
"storico" nella percezione che ha sempre sostenuto Israele dalla sua
fondazione ad oggi in esito alla tragedia della seconda guerra mondiale e i
riflessi che si determineranno rispetto a una zona strategica come quella del
Medio Oriente;
3)
la questione costituzionale che significa: la tenuta del principio fondamentale
della Repubblica parlamentare (e dovrà essere questo il significato profondo
del contrasto alle ipotesi di elezione diretta, al di là delle tecnicalità)
perché è stata la scelta della Repubblica parlamentare fatta alla Costituente
(assieme a quella della legge elettorale proporzionale) ad assumere dentro di
sé il tema della Repubblica antifascista. Difesa e affermazione della
centralità del parlamento e della rappresentanza politica costituiscono una
delle principali ragioni di fondo su cui basare l'alternativa. 4)
Questa stringatissima sintesi tiene dentro moltissime questioni che hanno
bisogno di essere esplicitate attraverso una riflessione attenta e puntuale ma
ci può portare ad una considerazione conclusiva: di fronte alle scadenze molto
pressanti che ci attendono almeno nei primi mesi del prossimo anno è necessario
sicuramente un fronte largo delle opposizioni. Si riparla di Nuovo Ulivo e di
"federatori" all'opera: è però necessario porci un interrogativo al
riguardo dell'articolazione dello schieramento, della presenza della sinistra,
dell'esigenza di una soggettiva politica che per dimensioni e articolazione ideale
e sociale possa concretamente (e ragionevolmente) aspirare a svolgere una
funzione non si dice di egemonia ma almeno di forte aggregazione sul piano
culturale e sociale rifuggendo da fuorvianti vocazione tardo-movimentiste o
neo-populiste. Un
contributo in questa direzione potrebbe venir fornito da quelle aree
politico-culturali ancora legate alla tradizione della sinistra storica che non
intendono rassegnarsi alla residualità e sono in grado di proporre una visione
di presenza e di partecipazione di soggettività espressa come componente di una
proposta politica non minoritaria e testimoniale.