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domenica 14 gennaio 2024

CORPI IN GUERRA
di Claudio Zanini
 
1
Materia siamo di corpi persi
in ambulacri di vita assiderata,
laddove corporea moltitudine
in solitudine giace smisurata;
entro cieca latomia
siamo livida carne martoriata
affollata in accumulo costante.
 
Oscuro memento è questo vagare
entro notte e nebbia ininterrotte.
Stordisce l’odore dolce della febbre
brucia negli occhi privi di speranza;
siamo inermi nello stridente gelo,
siamo imperfetto scarto
siamo ingombro e peso inane.
 
Dal fondo putrido dei fossi
scorgiamo sull’argine elevato
tremanti fiori e magri steli
resistere caparbi ad occidue bore
a sferza raggelante nella mente,
ma vive il fiore unica stagione
e declinando all’imbrunire muore.
 
Si è come corpi persi,
pesanti si sprofonda, creature
inerti nella tenebra ch’esonda,
entro latebra cieca della storia;
i nostri corpi persi e mai sepolti
sommersi nell’infinità del tempo:
dolente carne siamo, e mai risorta.
 
 
2
Se l’anima svapora cancellata
resta attonito il corpo d’animale
che a fatica si governa e doma,
mosso da istinto primordiale.
Masse cieche si devono guidare,
sonnolente e grevi
ponderose masse biologiche
come in arcaica transumanza;
così, alcuni son forzati
con solerzia, agli ostelli estremi
nel gelo di stanze oltremisura;
altri, superflui per sventura,
che estenuati s’abbandonano,
proseguon docili per la mattanza
nell’ordine di ben serrate file.
 
 
3
Molti alla resurrezione mancheranno,
impresentabili, con quelle macchie
nerastre e sconce e ulcere indelebili,
quelle piaghe allo sguardo ripugnanti
sui volti spauriti e deturpati.
Il dolore senza nome non consente
presenza dignitosa, dissimularlo
a lungo è impresa vana, schizza fuori
lancinante e spiacevole sorpresa.
Meglio una muta assenza
in morte incessantemente ripetuta.
Altri risorgeranno, cantando a tono*. 
 
 
*Le vittime, se bianche, possibilmente bionde, sono accolte; se di colore e impresentabili, sono respinte.