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martedì 23 gennaio 2024

GENETLIACO
di Angelo Gaccione


Non si è mai vecchi, semmai interpreti dei propri anni, spesso gloriosi”. Queste parole mi sono arrivate come augurio di compleanno dal giornalista e critico letterario Federico Migliorati. Migliorati è un mio caro amico ed il suo affetto per me è indulgente, gli voglio molto bene anch’io. Gli anni invece pesano, e i miei 73 inverni (sono nato il 12 gennaio, in pieno inverno, all’Ospedale Civile di Cosenza), si fanno sentire in modo duro sulla mia debolissima costituzione fisica, malgrado la volontà di ferro sorretta spesso da un eccesso di vitalismo. Mia madre si era sottoposta al taglio cesareo per salvarmi da un parto difficilissimo. Non volevo nascere: evidentemente avevo capito fin da subito che non ne valeva la pena, visto l’andazzo del mondo. Lei era debolissima, e quando arrivammo ad Acri ci accolse una tremenda nevicata: dovettero portarci a casa a dorso di mulo.
Non rifletto mai sulla mia vita: quel che so di certo è che non avrei potuto essere diverso da quello che sono stato; che non avrei potuto vivere diversamente da come ho pensato; che non c’è bilancio della vita di un uomo consapevole che non sia in perdita, e dunque non ci sono anni gloriosi. Più veritiera la sua dedica, o epitaffio, che così recita: “All’alfiere di Odissea, al gentile e tenace disarmista, al cocciuto pacifista, alla sua penna sempre graffiante e sincera”. Posso riconoscermi in questi aggettivi, come in quelli di altri generosi amici, ma alcuni sono eccessivi. È vero, l’ho scritto spesso: Ci vogliono molti anni per diventare giovani. Ho altrettanto spesso ironizzato, e questo è un mio aforisma compreso nella raccolta Il calamaio di Richelieu pubblicata nel 1989: “Mi sento così postumo che dubito di essere ancora nato”. Come vedete ho esagerato anch’io, ma un fondo di verità c’è, dal momento che più invecchio e più le mie idee diventano giovani e pericolose. Più di tutti ha esagerato la pedagogista e poetessa Laura Margherita Volante, donna inquieta e complicata come me. Mi definisce un grande uomo e mi predice una vita in salute. In realtà i grandi uomini ci sono già stati, e per quanto riguarda la mia salute non ricordo un solo giorno in cui possa dire di essermi sentito completamente bene nel fisico o nel morale. Mia moglie dice che sono nato vecchio e troppo maturo. Ha ragione anche lei, ma questo è un guaio perché chi nasce vecchio è costretto costantemente a ringiovanire; a vedere la propria volontà ed il proprio sentire entrare in conflitto con il proprio corpo. E il corpo decade. Cede.
Il tuo compito non è finito e la tua luce brillerà in eterno”. È sempre Laura che parla. Sono parole molto impegnative per una vita sola. Mi dispiace deludere la mia nobile amica Laura, ma non c’è nulla che duri in eterno, nemmeno quella massa incandescente che chiamiamo Sole e che è destinata ad esaurirsi. Quanto al nostro compito di esseri umani, accontentiamoci del poco che abbiamo ricevuto senza provocare dolore ad altre vite e senza esserci fatti servi; e del poco che abbiamo donato senza perdere la tenerezza. E soprattutto senza diventare stronzi.