Non
bastano gli anniversari Ricorrono
i 10 anni dallo storico pronunciamento della Corte Costituzionale che affossò
la legge elettorale del 2005 (con la quale si era votato nel 2006, 2008, 2013):
un inedito nella storia del sistema politico italiano che giustamente il
Manifesto ha ricordato sottolineando il ruolo decisivo avuto dal compianto
Felice Besostri in quella vicenda. È indispensabile però tener presente il
resto della storia con l'elaborazione dell'Italikum nuovamente bloccato dalla
Suprema Corte (sempre per iniziativa precipua di Besostri) e mai entrato in
vigore. Cosa accadde a quel punto? La logica avrebbe voluto che la necessaria
elaborazione di un'altra legge elettorale fosse affidata a coloro che,
magistralmente, avevano condotto la battaglia individuando esattamente nelle
formule precedenti i profili di incostituzionalità. Non andò così: anzi la
nuova legge elettorale fu affidata proprio a un esponente della parte politica
che aveva costruito l'incostituzionale Italikum. Si
è arrivati così all'attuale formula attraverso la quale il voto bloccato tra
parte uninominale e parte proporzionale ha favorito l'elargizione di un abnorme
premio di maggioranza: con il 43,79% il centro - destra ha ottenuto una
maggioranza assoluta di 235 seggi su 400 alla Camera dei Deputati e di 122
seggi su 200 al Senato (dove la percentuale dei voti è stata del 44,02%).
Percentuali calcolate sul totale dei voti validi mentre i partecipanti al voto
sono stati il 63,81%. Il tutto condito dal reiterarsi delle liste bloccate e
con un meccanismo definito "flipper" che alla fine ho portato a
spersonalizzare il voto conducendo su altri lidi espressioni di suffragio
espresse diversamente rispetto all'utilizzo finale. Insomma una palese
violazione dell'art. 48 della Costituzione che prevede che il voto sia libero,
personale e segreto.
A
quel punto si è cercato di riportare la legge davanti alla Corte attraverso il
pronunciamento per il rinvio da parte dei tribunali ordinari: operazione nella
quale si era impegnato ancora una volta Besostri e che oggi andrebbe ripresa,
porta avanti e sulla quale sarebbe urgente sviluppare un momento di confronto
tra gli addetti ai lavori a livello nazionale. Il
punto di fondo però riguarda direttamente le forze politiche che ancora si
sentono legate a un vincolo di democrazia costituzionale. Va
riportato in primo piano il tema di una nuova legge elettorale e va affermata
la necessità di una riflessione sull'insieme degli aspetti che riguardano il
voto: non si tratta soltanto di rivolgersi alla formula che traduce i voti in
seggi e di conseguenza stabilisce il rapporto tra rappresentanza e
governabilità. Sono molteplici gli aspetti da prendere in considerazione
partendo dal fatto che la deriva verso l'astensionismo appare inarrestabile e
che ormai, da tempo, siamo di fronte a un fenomeno che va ben oltre, sotto
questo aspetto, il semplice riallineamento con le cosiddette democrazie mature
come si sosteneva negli anni'90 quando si pensò che il maggioritario avrebbe
costituito la panacea di tutti i mali provocati dalla crisi del sistema dei
partiti affrontando così la questione dell'impatto della sovranazionalità sul
nostro sistema politico con l'uscita dall'allineamento con la logica dei
blocchi.
Si
è proceduto a una semplificazione delle procedure con l'introduzione della
tessera elettorale in luogo del certificato, il dimezzamento delle sezioni, lo
snellimento numerico nella composizione del seggio e tanti altri passaggi che
non hanno tenuto conto del fatto che ci si muoveva comunque in direzione del
favorire l'astensionismo. Assolutamente da rivedere anche il voto all'estero e
la composizione, a quel proposito, delle liste degli aventi diritto. Insomma un
capitolo tutto da riaprire per quel che riguarda la nostra democrazia: stando
attenti a non muoverci soltanto verso situazioni episodiche, dettate dalla
contingenza (il Porcellum fu varato al solo scopo di ridurre la dimensione
della sconfitta che il centro destra si attendeva nelle elezioni del 2006 visti
i sondaggi: poi le cose andarono che il centro-sinistra non ebbe la maggioranza
al Senato, proprio nel momento della massima affermazione della forzatura
bipolare). Si devono evitare i due errori commessi nel tempo sul piano delle
modifiche costituzionali: nel 2005 (anno fatidico) fu varata dal centro -
sinistra la riforma del titolo V per cercare di assecondare la Lega: nel 2020
il PD aderì alla modifica del numero dei parlamentari al solo scopo di
assecondare il M5S. Non si può allora dimenticare che nelle elezioni 2022,
elezioni "critiche" per via dell'avvento dell'estrema destra al
governo entrambi i soggetti gratificati dalle attenzioni nelle riforme
costituzionali si sono schierati "contro" il centro-sinistra.