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lunedì 29 gennaio 2024

NOI SIAMO IL MONDO
di Annitta Di Mineo
 


Beuys Welt al teatro Out Off di Milano.
 
Sala gremita di spettatori al concerto di Maurizio De Caro con il suo “Beuys Welt”, al Teatro Out Off di Milano, 21 gennaio 2024. Omaggio al grande artista tedesco Joseph Beuys alla presenza di Lucrezia De Domizio Durini, produttrice dell’opera, fervente estimatrice e divulgatrice del pensiero umanista e spirituale del Maestro, che della cittadina di Bolognano (PE) ne fece la sua seconda residenza, ed è qui che avviò la Piantagione Paradise di querce dopo aver ricevuto 15 ettari di terreno dai Durini, tutt’oggi attiva in Difesa della Natura per la salvaguardia dell’ambiente. Presenti esponenti dell’arte e non solo, provenienti dalla Germania, Spagna, Svizzera, Francia e da varie regioni italiane. Maurizio De Caro, architetto versatile di fama internazionale, con questo evento, di ispirazione al movimento Fluxus, ha portato in scena un’opera musicale insolita, nata dalle sue elaborazioni elettroniche con letture di testi originali di Joseph Beuys e dello stesso De Caro. Con libretto alla mano, distribuito a tutti i presenti ognuno poteva seguire o semplicemente chiudendo gli occhi ascoltare suoni e parole, in una ambientazione a luci soffuse, scritti a difesa della natura, dei diritti umani, messaggio sociale rivolto al mondo intero “Io sono il Mondo”. Per un nuovo umanesimo: “Noi piantiamo gli alberi e gli alberi piantano noi, poiché apparteniamo l’uno all’altro e dobbiamo esistere assieme… e se l’umanità fallisce, la natura avrà una vendetta terribile”. “L’albero è l’uomo e l’uomo è l’albero, il riferimento più alto dell’intelligenza cosmica”.


Lucrezia De Domizio Durini
Maurizio De Carlo e altri
 
Ed ecco un’intervista rilasciata da Maurizio De Caro riguardante il concerto Beuys Welt. “Il concerto si è sviluppato per micro-suggestioni sonore alternando letture e pezzi musicali, in un tracciato interpretativo variegato e multiforme. I concetti delle letture sono una mia ri-elaborazione delle discussioni dell’Artista Joseph Beuys nel corso della sua vita. I temi musicali si ispirano al percorso artistico di Beuys e alla sua ricerca negli ambiti dell’arte, dell’antropologia, della politica e della cultura sociale, argomenti tuttora attuali e densi di significato (arte, parola, azione umana, coraggio e sfida, economia, verità e sogno, vuoto e silenzio, Mondo). La sequenza prestabilita delle tracce, è stata eseguita in un continuum, l’esecuzione finale è frutto di una forma di improvvisazione poli-direzionale e complessa, ma ancorata ai temi concettuali di Joseph Beuys. Nella sua forma compiuta il sistema musicale polifonico assomiglia di per sé a una performance, o ad un’installazione, quindi molto legata alle forme comunicazionali dell’arte contemporanea, il supporto magnetico (CD) è soltanto la memoria di tutte le variabili che si possono eseguire nelle fasi successive dal vivo. Nessuna forma musicale è tralasciata, dalla musica concreta, alla musica stocastica, dai rumori interstellari, all’elettronica pura, ma sono presenti sonorità sinfoniche quasi tradizionali, il risultato è un contenitore che tiene insieme le diverse parti della musica e della voce, che è trattata, e possiamo dire giustamente, come strumento musicale contemporaneo. Lo sviluppo della tessitura poli-funzionale restituisce un tracciato definito, che conduce verso le argomentazioni più alte del pensiero beuysiano, interpretato e attualizzato dopo oltre quaranta anni dalla morte di Beuys (1986), a dimostrazione della densità degli argomenti e della forza della parola. Con le percussioni ritmate quasi casualmente, senza una cadenza prestabilita, comincia il viaggio al centro della materia creativa, scomposta, incontrollabile, come all’origine del tempo e del mondo, è il ritorno al magma primigenio, è lo sgomento che si prova avvicinandosi al cuore della creazione e della creatività, un gesto simbolico molto prima di essere musicale, qui nasce l’opera. Entriamo nella forma più spericolata della musica, quella che non deve dare giustificazione, come la parola che vive ed emerge dal silenzio, e lo cambia irrimediabilmente.
I momenti sonori inseguono le forme più stridenti della disarmonia contemporanea, in una sfida verso altri mondi, verso altri suoni. Naturalmente il viaggio non poteva continuare che verso l’ignoto, quello spazio sognato, immaginato e rincorso nel corso di tutto il Novecento, la naturale proiezione dell’uomo, verso l’altro e verso l’altrove. Una rincorsa al silenzio, quello definitivo dell’inizio o della fine del mondo, nella rincorsa tra i cluster nascosti nelle pieghe del tempo, e uno sguardo timido ma profondo verso qualsiasi tipo di futuro. Ora la musica è lontana dalla Terra, ma non riesce a dimenticarla, non vuole abbandonarla ma deve cercare altro, e deve spingersi altrove per trovarlo, se l’Universo gravita nel silenzio più profondo, noi gli abbiamo regalato matrici sonore: Noi siamo il Mondo!”.