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martedì 9 gennaio 2024

SALUTI ROMANI  
di Franco Astengo


La feccia fascista tollerata e vellicata

Questo è il commento giornalistico a quanto accaduto a Roma:
L’immagine è impressionante: centinaia di braccia tese che si levano verso l’alto quando viene chiamato il ‘presente’. Saluti romani che si levano davanti all’ex sede dell’Msi di via Acca Larentia, a Roma, per commemorare tre giovani del Fronte della Gioventù uccisi lì davanti 46 anni fa, Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, i primi due da un commando di estrema sinistra, il terzo negli scontri che seguirono tra giovani di estrema destra e forze dell’ordine.
L’immagine è impressionante: centinaia di braccia tese che si levano verso l’alto quando viene chiamato il ‘presente’. Saluti romani che si levano davanti all’ex sede dell’Msi di via Acca Larentia, a Roma, per commemorare tre giovani del Fronte della Gioventù uccisi lì davanti 46 anni fa, Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, i primi due da un commando di estrema sinistra, il terzo negli scontri che seguirono tra giovani di estrema destra e forze dell’ordine. I saluti romani sono scattati nel quartiere Tuscolano della capitale la notte scorsa, ma sembra di essere nel 1924, cento anni fa, in piena epoca fascista”.
 
A questo punto occorre rispondere ponendo una vera e propria “questione costituzionale” al centro del dibattito politico e culturale, aggregando attorno ad esso le forze necessarie per una incisiva opposizione nel Parlamento e nel Paese. Occorre ricordare le ragioni fondamentali per una iniziativa di questo tipo, partendo da una seria valutazione sulle origini ideologiche del partito di maggioranza relativa e dalla riaffermazione della natura della Costituzione Italiana dal punto di vista delle idealità. La Costituzione italiana è una costituzione compiutamente antifascista, non perché è stata scritta da antifascisti desiderosi di vendicarsi dei lutti subiti; al contrario per voltare definitivamente pagina rispetto alla triste esperienza del fascismo e della guerra. I costituenti sentirono il bisogno e seppero farlo, di rovesciare completamente le categorie che avevano caratterizzato il fascismo. Come il fascismo (evocato dai saluti romani di cui riferito poc’anzi) era alimentato da uno spirito di fazione e assumeva la discriminazione come propria categoria fondante (sino all’estrema abiezione delle leggi razziali), così i costituenti hanno assunto l’eguaglianza e l’universalità dei diritti dell'uomo come fondamento del loro ordinamento. Come il fascismo aveva soppresso il pluralismo, perseguendo una concezione totalitaria (monistica) del potere, così i costituenti hanno concepito una struttura istituzionale fondata sulla massima distribuzione, articolazione e diffusione dei poteri. Come il fascismo aveva aggredito le autonomie individuali e sociali, così i Costituenti le hanno ripristinate, stabilendo un perimetro invalicabile di libertà individuali e di organizzazione sociale. Come il fascismo aveva celebrato la politica di potenza, abbinata al disprezzo del diritto internazionale e alla convivenza con la guerra, così i costituenti hanno negato in radice la politica di potenza, riconoscendo la supremazia del diritto internazionale e ripudiando le nozze antichissime con l’istituzione della guerra. I principi fondamentali della Costituzione sono antitetici rispetto a quelli proclamati o praticati dal fascismo e ben esplicitati nella XII disposizione transitoria e finale. L’osservare fin qui spirito e lettera della Costituzione ha reso fin qui impossibile ogni forma di “dittatura della maggioranza” impedendo modifiche costituzionali tendenti ad esaltare dialogo diretto tra “Capo” e masse, autoritarismo e personalismo. Proprio per questo motivo si reiterano i tentativi per modificarla che ancora risulteranno all’ordine del giorno: la Costituzione è vissuta come un impaccio, una serie di vincoli fastidiosi, di cui sbarazzarsi per restaurare l’onnipotenza dei decisori politici ed è questo il punto che ci divide da chi non può, per propria cultura intrinseca personale e collettiva, dichiararsi antifascista. In vista della fondamentale scadenza delle elezioni europee va evitato proprio il confronto personalistico, esaltando invece la pluralità delle presenze politiche ed evidenziando - anche nelle candidature - la presenza di soggettività diverse in un quadro di confronto democratico che proponga un modello di riferimento politico alternativo alla personalizzazione.