SALUTI ROMANI
di Franco Astengo
La feccia fascista tollerata e vellicata
Questo è il commento giornalistico a quanto accaduto a Roma:
“L’immagine è impressionante: centinaia di braccia tese che si levano verso
l’alto quando viene chiamato il ‘presente’. Saluti romani che si levano davanti
all’ex sede dell’Msi di via Acca Larentia, a Roma, per commemorare tre giovani
del Fronte della Gioventù uccisi lì davanti 46 anni fa, Franco Bigonzetti,
Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, i primi due da un commando di estrema
sinistra, il terzo negli scontri che seguirono tra giovani di estrema destra e
forze dell’ordine.
“L’immagine è impressionante: centinaia di braccia tese che si levano verso
l’alto quando viene chiamato il ‘presente’. Saluti romani che si levano davanti
all’ex sede dell’Msi di via Acca Larentia, a Roma, per commemorare tre giovani
del Fronte della Gioventù uccisi lì davanti 46 anni fa, Franco Bigonzetti,
Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, i primi due da un commando di estrema
sinistra, il terzo negli scontri che seguirono tra giovani di estrema destra e
forze dell’ordine. I saluti romani sono
scattati nel quartiere Tuscolano della capitale la notte scorsa, ma sembra di
essere nel 1924, cento anni fa, in piena epoca fascista”.
A questo punto occorre rispondere ponendo una vera e propria “questione
costituzionale” al centro del dibattito politico e culturale, aggregando
attorno ad esso le forze necessarie per una incisiva opposizione nel Parlamento
e nel Paese. Occorre ricordare le ragioni fondamentali per una iniziativa di
questo tipo, partendo da una seria valutazione sulle origini ideologiche del
partito di maggioranza relativa e dalla riaffermazione della natura della
Costituzione Italiana dal punto di vista delle idealità. La Costituzione
italiana è una costituzione compiutamente antifascista, non perché è stata
scritta da antifascisti desiderosi di vendicarsi dei lutti subiti; al contrario
per voltare definitivamente pagina rispetto alla triste esperienza del fascismo
e della guerra. I costituenti sentirono il bisogno e seppero farlo, di
rovesciare completamente le categorie che avevano caratterizzato il fascismo. Come
il fascismo (evocato dai saluti romani di cui riferito poc’anzi) era alimentato
da uno spirito di fazione e assumeva la discriminazione come propria categoria
fondante (sino all’estrema abiezione delle leggi razziali), così i costituenti
hanno assunto l’eguaglianza e l’universalità dei diritti dell'uomo come
fondamento del loro ordinamento. Come il fascismo aveva soppresso il
pluralismo, perseguendo una concezione totalitaria (monistica) del potere, così
i costituenti hanno concepito una struttura istituzionale fondata sulla massima
distribuzione, articolazione e diffusione dei poteri. Come il fascismo aveva
aggredito le autonomie individuali e sociali, così i Costituenti le hanno
ripristinate, stabilendo un perimetro invalicabile di libertà individuali e di
organizzazione sociale. Come il fascismo aveva celebrato la politica di
potenza, abbinata al disprezzo del diritto internazionale e alla convivenza con
la guerra, così i costituenti hanno negato in radice la politica di potenza,
riconoscendo la supremazia del diritto internazionale e ripudiando le nozze
antichissime con l’istituzione della guerra. I principi fondamentali della
Costituzione sono antitetici rispetto a quelli proclamati o praticati dal
fascismo e ben esplicitati nella XII disposizione transitoria e finale. L’osservare
fin qui spirito e lettera della Costituzione ha reso fin qui impossibile ogni
forma di “dittatura della maggioranza” impedendo modifiche costituzionali
tendenti ad esaltare dialogo diretto tra “Capo” e masse, autoritarismo e
personalismo. Proprio per questo motivo si reiterano i tentativi per
modificarla che ancora risulteranno all’ordine del giorno: la Costituzione è
vissuta come un impaccio, una serie di vincoli fastidiosi, di cui sbarazzarsi
per restaurare l’onnipotenza dei decisori politici ed è questo il punto che ci
divide da chi non può, per propria cultura intrinseca personale e collettiva,
dichiararsi antifascista. In vista della fondamentale scadenza delle elezioni
europee va evitato proprio il confronto personalistico, esaltando invece la
pluralità delle presenze politiche ed evidenziando - anche nelle candidature -
la presenza di soggettività diverse in un quadro di confronto democratico che
proponga un modello di riferimento politico alternativo alla personalizzazione.
La feccia fascista tollerata e vellicata |