GIORNO DEL RICORDO 2024
di Romano Zipolini*
Lucca. Anpi, con la propria presenza, riconosce senza alcuna reticenza
l’orrore per le foibe e per la sorte delle sue vittime, unitamente al dramma
dell’esodo di tanti italiani e guarda con compassione e rispetto a tutti gli
innocenti colpiti da questa sciagura, parte drammatica della ancor più tragica
e complessa vicenda del confine orientale. Stamattina (10 febbraio ndr), in
questo luogo di accoglienza, Anpi pone dei fiori, perché “accoglienza” è una
parola che oggi rappresenta concretamente i dettami della nostra Costituzione
che, in questi tempi di migrazioni, per guerre, fame, sopravvivenze negate,
costituisce un’ancora di salvezza. Commemoriamo il ricordo degli orrori della
guerra mondiale e di quelle guerre che la prepararono. Anpi lo ha scritto: “La
drammatica vicenda delle foibe si caratterizza come un’esplosione di forza
brutale, che fu l’esito di uno straordinario laboratorio di violenza qual è
stato il fascismo di confine, dal 1919 in poi, fino all’invasione della
Jugoslavia del 6 aprile 1941, quindi al dominio nazista sul Litorale adriatico.
In queste circostanze, l’uso della violenza, avviatosi ed esploso con la Prima
guerra mondiale, raggiunge livelli estremi, e, in questo scenario, si collocano
le foibe del 1943 e del 1945”.
Ma se il ricordo va
onorato, questo non può negare la storia. Ed è uno storico del calibro di
Alessandro Barbero ad ammonire che: “l’istituzione della Giornata del ricordo”
non può divenire una “tappa della falsificazione della storia da
parte neofascista”. Fu
Mussolini, nel suo discorso tenuto a Pola nel 1920, a pronosticare ciò che la
politica fascista avrebbe prodotto: “Per realizzare il sogno mediterraneo bisogna
che l’Adriatico, che è un nostro golfo, sia in mani nostre; di fronte ad una
razza come la slava, inferiore e barbara, io credo che si possano sacrificare
500.000 slavi barbari a 50.000 italiani”.
Anpi, quindi, affida
alla ricerca storica, e non alla momentanea prevalenza di strumentali ideologie
politiche, che distorcono la verità, che è costruita con il sacrificio di
moltitudini di donne e di uomini, pretendendo di sostituirla con una memoria di
banalizzazioni, polemiche, faziosità, in una ricostruzione operata ad arte.
Come sempre avviene nelle guerre di liberazione e di guerra anche civili, ci fu
spazio anche per vendette e processi sommari, fino all’uso delle foibe. Ma è a
partire dagli anni 20 che inizia una guerra combattuta dal fascismo, con le
armi della snazionalizzazione forzata, deslavizzazione, smembramento e
smantellamento della società slovena e croata, di tutte le organizzazioni dei
circoli culturali, sociali e sportivi, la italianizzazione forzata in tutte le
scuole di lingua tedesca, croata e slovena, e negli impieghi pubblici. Tanto
altro ancora fu pagato dal popolo slavo in questa guerra di confine e di
conquista che, come in tutte le guerre, fece maturare rancori politici e personali,
vendette motivate o immotivate, di violenza bruta delle armi, violenze d’ogni
genere, in uno scenario in cui si manifestò tutto il peggio che una guerra è in
grado di provocare.
L’Anpi da anni ha aperto
una pagina nuova, che evidenzia la gravità degli eventi delle foibe e
dell’esodo e restituisce, al contempo, nella sua interezza, verità storica al
dramma delle terre di confine e del più ampio territorio slavo e le
incancellabili e criminali responsabilità del fascismo e del nazismo, che hanno
dato causa a tanta sofferenza.
*Presidente ANPI Sez.
Lucca