MORTE ASSISTITA
di Vittorio Melandri
La lettura del titolo "il malato non va mai lasciato
solo", speso a sostegno del fronte del no al suicidio assistito, mi ha
suggerito l'idea che suoni davvero beffardo. Beffardo perché siamo nel paese in
cui, dopo aver varato nel 1978 un "Servizio sanitario nazionale"
all'avanguardia nel mondo, da almeno un trentennio si è fatto di tutto per
smontarlo, e l'effetto principale dello smontaggio tuttora in corso d'opera, la
trasformazione dei malati pazienti in malati clienti, ha proprio lasciato i
malati sempre più soli, lasciando a carico del pubblico i costi (sempre
meno finanziati) e a favore della "sanità privata" gli utili. La
solitudine del malato si scopre e si addita però, proprio quando, grazie alla
Corte Costituzionale, si è aperto un varco nel muro della colpevole assenza
legislativa, e qualcosa si può finalmente fare, per non lasciare soli i
cittadini malati che non sopportando più la propria condizione, chiedono di
essere aiutati a morire. Faccio mie queste parole di Franco Battiato, “... non
sono né mussulmano, né induista, né cattolico. Come si fa a dire: sono questo o
quello?... Ritengo che la religiosità, il rapporto con il sacro, sia possibile
soltanto come vicenda privata, intima. Diffido della religione ridotta a
istituzione, di chi ti vuole convertire, di chi cerca di evangelizzarti”, ovvero
aggiungo, di chi vuole imporre a chi crede diversamente da lui, il proprio
modello di vita, anche quando il legislatore per fortuna di noi umani, può
legiferare varando norme che consentano, non che obblighino. Purtroppo in
questo paese il "potere temporale" del capo della chiesa cattolica si
è trasformato senza mai venire meno, ed anche se le vocazioni sacerdotali sono
quasi svanite (al punto che la consacrazione di un nuovo prete fa notizia), la “moral
suasion” di fonte ecclesiale ha effetto come al tempo del Papa Re, che ha
ucciso in culla la Repubblica Romana, e ritardato di un secolo la nascita della
Repubblica Italiana. Ovviamente i cattolici hanno pieno diritto a non
utilizzare la legge che regolamenta il divorzio, la legge che regolamenta
l'accesso alla interruzione della gravidanza, nessuno li obbliga, e sempre
ovviamente si può anche essere cattolici e panettieri, cattolici e giuristi, ma
come il panettiere non fa il pane perché cattolico, il giurista non dovrebbe
interpretare la legge in quanto cattolico. Ma per questo grado di laicità nel
nostro paese dovremo aspettare un altro Gesù, capace di scacciare ancora una
volta i mercanti dal tempio, quello di oggi, il Parlamento, in cui si celebra
quella speciale "eukharistia - rendimento di grazia" che è
la nascita delle leggi, che non possono che essere laiche.