La non parola dal suono sinistro. Berlino. Se la parola dell’anno 2023 in Germania, come da me
riportato in “Odissea” del 17 gennaio scorso, era “modalità di crisi”, in
quanto rispecchiava lo stato costante, cui si è venuta a trovare la Germania,
la “Non parola”, vale a dire quella da non considerarsi nemmeno tale, per il
suo contenuto iniquo è “Remigration”, traducibile con riimmigrazione e
sinonimo, in questo caso, di trasferimento coatto, o addirittura di
deportazione. Non si tratta di un vero e proprio neologismo, in quanto con
questo termine si intendeva il rimpatrio di coloro che avevano lasciato la
Germania durante il nazismo e, alla fine del conflitto mondiale, vi erano
tornati. Ora invece significa esattamente il contrario. Come reso noto dalle
rete di comunicazione Correctiv e riportato poi dal secondo canale della Tv
tedesca ZDF e da altre testate giornalistiche, il 25 novembre 2023 ha avuto
luogo nella villa Adlon sul lago Lehnitz, nelle vicinanze di Potsdam un
incontro, inizialmente segreto, tra rappresentanti dell’estrema destra
parlamentare insieme ad alcuni membri del partito AfD, Alternativa per la
Germania, nonché di Hans-Georg Maaßen, quale rappresentante della Unione dei
valori, Werteunion, un gruppo a destra del partito cristiano democratico CDU, nonché
ex capo dell’Ente a salvaguardia della Costituzione (Verfassungschutz), e della
Fondazione di destra Desiderius Erasmus Stiftung.
Ma ancora più sconcertante è
la notizia che tale incontro non era l’unico della specie. Poco tempo prima,
infatti, le persone succitate si erano già incontrate in Baviera, in presenza
dell’estremista Martin Sellner, ex capo del movimento identitario austriaco per
dibattere sul tema di come liberarsi non solo dei rifugiati e dei nuovi
migranti, ma delle persone, anche residenti da anni in Germania con passato
migratorio. In quell’occasione Sellner avrebbe usato il termine Remigration,
per indicare appunto il trasferimento coatto anche di persone dotate di
passaporto tedesco, ma non del tutto “assimilate”. Il video di questo primo
incontro è stato diffuso da Telegram e accertava la presenza di circa 60
partecipanti. Sulle restanti persone con permesso di soggiorno, o con
passaporto tedesco “si dovrebbe esercitare una forte pressione con nuove leggi
per ottenere un maggior adattamento”. Queste le sue parole. La Remigration
dovrebbe diventare una strategia politica non appena le destre saliranno al
potere, cosa, secondo loro, possibile nelle elezioni del prossimo settembre in Turingia, Sassonia e Brandeburgo, dove, stando alle prognosi, l’AfD negli
ultimi tempi ha trovato molti consensi. Il pericolo maggiore esiste in Turingia,
dove Björn Höcke, membro del parlamento regionale è in lizza per la carica di
presidente. Höcke, un dichiarato rappresentante dell’estrema destra
nazionalista, rappresenta un vero e proprio pericolo per la democrazia. Più
raffinato forse, ma non per questo meno pericoloso, è il rappresentante dell’Unione
dei valori, che pare voglia far assurgere a vero e proprio partito questa
frangia reazionaria della CDU.
La sua persona, quando era ancora capo dell’Ente
a salvaguardia della Costituzione in Turingia, viene spesso collegata a quella
serie di omicidi intentati tra il 2000 e il 2007 contro persone di origine
straniera, 8 turchi e un greco, che vivevano da tempo in Germania ed
esercitavano tutti un’onesta professione. Gli attentati hanno avuto luogo, e a
distanza di tempo gli uni dagli altri, in varie città della Germania. Le
indagini sono state svolte a rilento cercando moventi e mandanti all’interno
dei gruppi famigliari delle vittime. Gli inquirenti si sono mostrati
assolutamente privi di empatia, criminalizzano le vittime e cercandone le cause
nella loro “diversa” socializzazione in quanto stranieri. Solo dopo molto tempo
sono cominciati a sorgere dubbi e il capo dell’Ente per la salvaguardia della
Costituzione, questo Hans-Georg Maaßen, oggi dell’Unione dei Valori, venne
sospeso dall’ufficio e mandato in pensione prima del tempo per la sua tendenza
a non voler affrontare seriamente la problematica che legava tutti questi
omicidi, cercando anzi di depistare le indagini. Alla fine, fu chiaro che tutte
le azioni criminose avevano un’unica matrice: il gruppo radicale di estrema
destra NSU nationalsozialisticher Untergrund, cioè “clandestinità
nazionalsocialista” tentava, uccidendo persone innocenti, una forma aberrante
di pulizia etnica. Autori dei reati due
ragazzi e una ragazza, l’unica a scontare la pena dopo regolare processo. Gli
altri due sono saltati in aria nella casa dove vivevano nascosti probabilmente
mentre preparavano un ordigno per annientare altre vite. Ho scritto all’inizio
una “non parola” dal suono sinistro, proprio perché ci ricorda i tempi del
nazionalsocialismo, delle famigerate leggi razziali e gli omicidi del gruppo
NSU, avvenuti in un lungo lasso di tempo e dove quasi solo il caso ha portato a
scoprirne la vera matrice. La Germania di oggi, per fortuna,
nonostante le crisi che deve oggettivamente affrontare, sta dando però la prova
di essere volutamente democratica con ingenti manifestazioni in tutte le grandi
città ormai da varie settimane. In un clima internazionale di grande pericolo,
questa presenza sulle piazze è la riprova di quanto dai più vengano apprezzate,
la democrazia, la libertà e la coesistenza pacifica di tutti i cittadini, anche
se nati, e in parte cresciuti, altrove.