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martedì 13 febbraio 2024

REMIGRATION   
di Lisa Mazzi

 
La non parola dal suono sinistro.
 
Berlino. Se la parola dell’anno 2023 in Germania, come da me riportato in “Odissea” del 17 gennaio scorso, era “modalità di crisi”, in quanto rispecchiava lo stato costante, cui si è venuta a trovare la Germania, la “Non parola”, vale a dire quella da non considerarsi nemmeno tale, per il suo contenuto iniquo è “Remigration”, traducibile con riimmigrazione e sinonimo, in questo caso, di trasferimento coatto, o addirittura di deportazione. Non si tratta di un vero e proprio neologismo, in quanto con questo termine si intendeva il rimpatrio di coloro che avevano lasciato la Germania durante il nazismo e, alla fine del conflitto mondiale, vi erano tornati. Ora invece significa esattamente il contrario. Come reso noto dalle rete di comunicazione Correctiv e riportato poi dal secondo canale della Tv tedesca ZDF e da altre testate giornalistiche, il 25 novembre 2023 ha avuto luogo nella villa Adlon sul lago Lehnitz, nelle vicinanze di Potsdam un incontro, inizialmente segreto, tra rappresentanti dell’estrema destra parlamentare insieme ad alcuni membri del partito AfD, Alternativa per la Germania, nonché di Hans-Georg Maaßen, quale rappresentante della Unione dei valori, Werteunion, un gruppo a destra del partito cristiano democratico CDU, nonché ex capo dell’Ente a salvaguardia della Costituzione (Verfassungschutz), e della Fondazione di destra Desiderius Erasmus Stiftung.



Ma ancora più sconcertante è la notizia che tale incontro non era l’unico della specie. Poco tempo prima, infatti, le persone succitate si erano già incontrate in Baviera, in presenza dell’estremista Martin Sellner, ex capo del movimento identitario austriaco per dibattere sul tema di come liberarsi non solo dei rifugiati e dei nuovi migranti, ma delle persone, anche residenti da anni in Germania con passato migratorio. In quell’occasione Sellner avrebbe usato il termine Remigration, per indicare appunto il trasferimento coatto anche di persone dotate di passaporto tedesco, ma non del tutto “assimilate”. Il video di questo primo incontro è stato diffuso da Telegram e accertava la presenza di circa 60 partecipanti. Sulle restanti persone con permesso di soggiorno, o con passaporto tedesco “si dovrebbe esercitare una forte pressione con nuove leggi per ottenere un maggior adattamento”. Queste le sue parole. La Remigration dovrebbe diventare una strategia politica non appena le destre saliranno al potere, cosa, secondo loro, possibile nelle elezioni del prossimo settembre in Turingia, Sassonia e Brandeburgo, dove, stando alle prognosi, l’AfD negli ultimi tempi ha trovato molti consensi. Il pericolo maggiore esiste in Turingia, dove Björn Höcke, membro del parlamento regionale è in lizza per la carica di presidente. Höcke, un dichiarato rappresentante dell’estrema destra nazionalista, rappresenta un vero e proprio pericolo per la democrazia. Più raffinato forse, ma non per questo meno pericoloso, è il rappresentante dell’Unione dei valori, che pare voglia far assurgere a vero e proprio partito questa frangia reazionaria della CDU. 



La sua persona, quando era ancora capo dell’Ente a salvaguardia della Costituzione in Turingia, viene spesso collegata a quella serie di omicidi intentati tra il 2000 e il 2007 contro persone di origine straniera, 8 turchi e un greco, che vivevano da tempo in Germania ed esercitavano tutti un’onesta professione. Gli attentati hanno avuto luogo, e a distanza di tempo gli uni dagli altri, in varie città della Germania. Le indagini sono state svolte a rilento cercando moventi e mandanti all’interno dei gruppi famigliari delle vittime. Gli inquirenti si sono mostrati assolutamente privi di empatia, criminalizzano le vittime e cercandone le cause nella loro “diversa” socializzazione in quanto stranieri. Solo dopo molto tempo sono cominciati a sorgere dubbi e il capo dell’Ente per la salvaguardia della Costituzione, questo Hans-Georg Maaßen, oggi dell’Unione dei Valori, venne sospeso dall’ufficio e mandato in pensione prima del tempo per la sua tendenza a non voler affrontare seriamente la problematica che legava tutti questi omicidi, cercando anzi di depistare le indagini. Alla fine, fu chiaro che tutte le azioni criminose avevano un’unica matrice: il gruppo radicale di estrema destra NSU nationalsozialisticher Untergrund, cioè “clandestinità nazionalsocialista” tentava, uccidendo persone innocenti, una forma aberrante di pulizia etnica. Autori dei reati due ragazzi e una ragazza, l’unica a scontare la pena dopo regolare processo. Gli altri due sono saltati in aria nella casa dove vivevano nascosti probabilmente mentre preparavano un ordigno per annientare altre vite. Ho scritto all’inizio una “non parola” dal suono sinistro, proprio perché ci ricorda i tempi del nazionalsocialismo, delle famigerate leggi razziali e gli omicidi del gruppo NSU, avvenuti in un lungo lasso di tempo e dove quasi solo il caso ha portato a scoprirne la vera matrice.
La Germania di oggi, per fortuna, nonostante le crisi che deve oggettivamente affrontare, sta dando però la prova di essere volutamente democratica con ingenti manifestazioni in tutte le grandi città ormai da varie settimane. In un clima internazionale di grande pericolo, questa presenza sulle piazze è la riprova di quanto dai più vengano apprezzate, la democrazia, la libertà e la coesistenza pacifica di tutti i cittadini, anche se nati, e in parte cresciuti, altrove.