Care compagne e cari compagni la reazione da pensiero unico
suscitata dal post di Donatella Di Cesare al riguardo di Barbara Balzerani mi è
parsa pervasa di compiacimento per la sconfitta epocale, con relativa
cancellazione, delle idee e dei progetti politici di cambiamento di una intera
stagione storica. Così ho provato, pur nella mia personale inadeguatezza
culturale, ad abbozzare una riflessione che mi permetto di sottoporre alla
vostra attenzione scusandomi per il disturbo.“La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le viediverse non cancellano le idee”. Ha
sbagliato la compagna Donatella Di Cesare: 1)
a cancellare il post “La tua rivoluzione è stata anche la mia”; 2)
a ritornare sul vecchio argomento dei “compagni che sbagliano” (Le vie
diverse). Ha
sbagliato perché la sconfitta è stata ed è di tutti: di chi ha adoperato la
critica delle armi e di chi ha adoperato le armi della critica. La tragedia di
un’epoca come “album di famiglia” male parafrasando Rossana Rossanda. Torniamo
così all’origine di una generazione che voleva cambiare nel profondo quella che
riteneva la sostanza di una società ingiusta e non voleva in partenza disporre
di modelli e di ideologie preparate: purtroppo trovò per strada quelle
sbagliate e finì per scegliere comunque i percorsi più impervi finendo nel
vuoto della storia. L’esito di questo cumulo di errori ha provocato la montagna
di una gigantesca rivoluzione passiva, ha cancellato prima di tutto la lotta di
classe intesa come riferimento ultimo per quella riappropriazione che proprio
Di Cesare rivendica come “identità della rivoluzione”. La logica del mercato,
dell’individualismo consumistico e competitivo criminalizza il conflitto
sociale e l’eguaglianza può attendere mentre l’odio si propaga nell’olocausto
del senso d’umanità manganellando la voglia di pace. Franco
Astengo