IN ORDINE
SPARSO VERSO LA SCONFITTA di Angelo Gaccione
Mentre i
guerrafondai di ogni fede e luogo si coalizzano (mercanti di armi, finanza,
governi, partiti quasi al completo e con rare eccezioni, l’intera stampa
filogovernativa che li sostiene - anche qui con rarissime eccezioni -), il
mondo pacifista e quanti alla guerra si oppongono, procedono in ordine sparso
avviandosi verso una sicura sconfitta alle elezioni europee. Neppure le gravi
parole di Macron, la sciagurata politica estremista della von Der Leyen e dei
vertici di Bruxelles che hanno allarmato l’intera Europa, sono servite a
convincere i partiti minori e i movimenti più vivaci e sensibili della società italiana,
a mettersi assieme. Una lista comune su una parola d’ordine perentoria contro
la guerra, avrebbe attirato le simpatie di vasti strati della popolazione che
su questo punto la pensa in modo completamente diverso dal campo largo
guerrafondaio che assomma Partito Democratico, Fratelli d’Italia, Lega Nord, Forza
Italia, Azione, Italia Viva, la parte più opportunistica e sprovveduta dei
Cinque Stelle (quella che non è né carne né pesce), e i rimasugli di quel
piccolo stagno dentro cui nuotano i girini di Toti, Lupi, Brugnaro e così
via.Questa competizione elettorale che ha
la guerra in primo piano, avrebbe potuto essere un’ottima occasione per
trasformarla in un referendum tra loro e noi. Tra quanti spingono
all’apocalisse nucleare e quanti si sono messi dalla parte della vita. Tra
quanti stanno preparando la distruzione totale e quanti vi si oppongono con i
pochi mezzi che hanno. Li avremmo potuti sconfiggere come è avvenuto sul
nucleare o sull’acqua pubblica, ma i partiti minoritari che pure alla guerra si
oppongono, hanno mostrato tutto il loro settarismo, e diciamolo apertamente,
tutta la loro stupidità politica, la loro incapacità a sentire il polso del
Paese. Diversi dei loro leader non hanno avvertito il minimo dovere al confronto;
di rispondere a delle semplici email, di dire una parola su ciò che da più
parti veniva suggerito. Arroganti come il peggio della cloaca che si annida
nella vetusta partitocrazia. A chiacchiere si ritengono diversi dai loro
avversari, nei fatti si comportano come loro, pari pari. Dunque la diga
popolare che avrebbe potuto arginare i signori della guerra, se si fosse lavorato
seriamente all’unità e se si fosse avuto consapevolezza della posta in gioco, non
ci sarà. Non essendo venuta fuori una proposta convincente sorretta da un
blocco ampio e compatto, è quasi certo che l’astensionismo sarà ancora più alto
delle tornate elettorali precedenti. Lo sbarramento al 4% non ci permetterà nemmeno
di avere, al Parlamento Europeo, il pugno di lucidi e consapevoli oppositori
pacifisti e disarmisti a cui aspiravamo. E non ci resterà che leccarci le
ferite.