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lunedì 11 marzo 2024

PREPARARSI A NEGOZIARE 
di Angelo Gaccione
 


Sostenere la saggia proposta di papa Bergoglio.


Sin dagli inizi del conflitto russo-ucraino papa Bergoglio si è dimostrato la personalità istituzionale più lucida sul piano internazionale. Ha avuto chiaro, come avrebbe dovuto essere chiaro a tutti (ma non lo è stato), che la guerra produce solo frutti tossici: distruzione e morte. E ha detto con parole chiare come la pensava. Sul versante non istituzionale, c’eravamo noi di “Odissea” e pochi altri, altrettanto radicalmente nemici della guerra e dei responsabili, e per questo insultati e persino minacciati. Ora, a due anni dal conflitto, davanti ad oltre mezzo milione di morti, a milioni di profughi, a città devastate, ad una economia in ginocchio non solo in Ucraina, papa Bergoglio torna a dire in modo altrettanto chiaramente come la pensa: “È più forte chi vede la situazione, chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca, di negoziare. (…) Negoziare in tempo, cercare qualche Paese che faccia da mediatore”. Siccome non ci siamo stancati di ripetere in questi due anni: “Meglio un anno di negoziati che un giorno di guerra”, “Meglio una pace ingiusta che una guerra giusta”, accogliamo le sagge parole di Bergoglio e rilanciamo la proposta che avevamo fatto due anni fa, e che era contenuta in una istanza secca e precisa firmata da centinaia di cittadini di ogni fede e professione (compresi poeti, letterati, scienziati e uomini di cultura in genere) e che tramite il Prefetto di Milano avevamo fatto giungere al nostro Governo, al Parlamento, al Capo dello Stato. 

 
Sia la nostra patria il Paese della mediazione e la Basilica di Assisi, città mondiale della pace, il luogo di accoglienza delle delegazioni. Trattative con la mediazione del Vaticano, del presidente dell’Onu, di alcuni premi Nobel per la Pace e capi di Stato di Paesi favorevoli al negoziato.


Ovviamente dovrebbero cessare immediatamente le ostilità per permettere ai mediatori di lavorare con serenità alla preparazione dell’incontro in tempi ragionevoli. Poiché non c’è guerra che non si concluda prima o poi con un negoziato, occorre iniziare subito. Si è sparso sangue abbastanza e non ne vogliamo altro.