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martedì 30 aprile 2024
I NERI E GLI SBIADITI
ANALISI ELETTORALI
di
Franco Astengo
Ai
nastri di partenza del Gran Premio d'Europa il sistema politico italiano appare
percorso da una venatura di follia trasversale che si potrebbe definire come di
"personalismo populistico": addirittura si pretenderebbe che il
"clou" della contesa fosse rappresentato da una sorta di plebiscito
imperniato sul nome di battesimo della signora presidente pro-tempore del
Consiglio dei Ministri. Sarà bene allora attrezzarci con qualche accorgimento
alla lettura dei dati che ci verranno rovesciati addosso nella notte tra il 9 e
il 10 giugno prossimo. Una lettura corretta dovrà partire da due elementi:
1)
non tenere in conto le percentuali elaborate sui soli voti validi (il 40% di
Renzi, il 34% di Salvini: tutte percentuali fasulle e non soltanto per
l'eccessiva volatilità elettorale);
2)
il tema centrale della prossima tornata europea ( i cui punti di fondo saranno
assolutamente dimenticati nei giorni della campagna elettorale per via
dell'impegno spasmodico di affermazione personale da parte dei contendenti)
sarà quello della partecipazione al voto.
Da
quando, nel 1979, si svolte le elezioni per il Parlamento Europeo queste, nel
nostro Paese, si sono sempre dimostrate scarsamente attrattive e il numero di
elettrici/ elettori presenti alle urne
costantemente al di sotto del numero delle elettrici/elettori partecipanti alle
elezioni politiche.
Deve essere chiaro che le sole percentuali che potranno essere prese in
considerazione saranno quelle riferite al totale degli aventi diritto: in quel
modo si avrà preciso il dato dello scostamento in positivo o in negativo per
ogni singola lista.
Inoltre
tutti i raffronti dovranno rigorosamente essere eseguiti tra cifre assolute: in
questo senso va ricordato come il tetto della maggioranza relativa si sia
sempre più abbassato tra elezioni politiche ed elezioni europee partendo dal
2008 (dati riferiti al solo territorio nazionale):
Elezioni
politiche 2008, maggioranza relativa PDL 13.629.464 seguito dal PD 12.095.036.
Elezioni
europee 2009 maggioranza relativa PDL 10.767.965 seguito da PD 7.980.455
Elezioni
politiche 2013 maggioranza relativa M5S 8.691.406 seguito da PD 8.646.034
Elezioni
europee 2014 maggioranza relativa PD 11.172.861 seguito da M5S 5.792.865
Elezioni
politiche 2018 maggioranza relativa M5S 10.732.066 seguito da PD 6.161.896
Elezioni
europee 2019 maggioranza relativa Lega 9.153.168 seguito da PD 6.050.361
Elezioni
politiche 2022 maggioranza relativa FdI 7.301.303 seguito da PD 5.348.6876
Queste
le relative percentuali calcolate sul totale degli aventi diritto:
Elezioni
politiche 2008 PDL 28,97% PD 25,71%
Elezioni
europee 2009 PDL 21,91% PD 16,24%
Elezioni
politiche 2013 M5S 18,52% PD 18,43%
Elezioni
europee 2014 PD 22,68% M5S 11,76%
Elezioni
politiche 2018 M5S 23,07% PD 13,24%
Elezioni
europee 2019 Lega 18,56% PD 12,27%
Elezioni
politiche 2022 FdI 15,86% PD 11,62%
Qualche
oscillazione può essere notata anche a causa della differente composizione
delle liste degli aventi diritto (inclusive o meno di elettrici/elettori
residenti all'estero) ma non è comunque difficile notare come il livello di
rappresentatività reale del partito pro-tempore di maggioranza relativa si
trovi ormai da qualche tempo in caduta libera, dal 28,97% del PDL alle
politiche 2008 fino al 15,86% conseguito da FdI nel 2022: una caduta di saggio
che ci fa pensare ad una crescente fragilità del sistema cui si intende dare
risposta attraverso il superamento della forma di governo indicata dalla
Costituzione per avviarsi verso la strada indicata con il neologismo delle
"democrature".
La
considerazione conclusiva riguarda lo spazio che lascia una percentuale di
rappresentativa così ridotta della forza di maggioranza relativa: ma questo è
un problema dei contendenti che dovrebbero porsi l'obiettivo di recuperare
almeno una parte proiettata fuori dalla partecipazione politica a seguito del
crollo dell'immaginario disegnato nella seconda metà degli anni '10
dall'antipolitica eretta a sistema.
lunedì 29 aprile 2024
ISTITUTO GRAMSCI MARCHE
Il XXII incontro sull’antologia poetica Piazza
Fontana. La strage e Pinelli. La poesia non dimentica, si terrà sabato 4
maggio 2024 a Chiaravalle (Ancona) si terra al Centro Culturale L’Isola di via
Giordano Bruno numero 3 alle ore 17,30.
Laura Margherita Volante
Laura Margherita Volante dell’Istituto Gramsci
(Marche) converserà con Angelo Gaccione.
Presenta Rino Diano (Istituto Gramsci Marche).
E DOPO ’L PASTO
HA PIÙ FAME CHE PRIA
di Girolamo Dell’Olio
Mentre le
Autorità del Paese digeriscono i massacri sulle sponde dello stesso mare nostrum e festeggiano il riarmo
internazionale accarezzando il sogno di tante belle truppe fresche nazionali da
spedire nella sorella Ukraina fra Dniepr e Dniestr in difesa della demokrazia
kontinentale, il solito inossidabile testimone monta la guardia alle
Istituzioni con la maiuscola che la guerra santa la nutrono di risorse
pubbliche e di retorica vacua, e per soprammercato la portano (stessa logica,
stesso metodo) fin dentro le viscere della città del Fiore, sotto forma di
supertalpa meccanica, chi benedicendo l’impresa (Regione Toscana), chi
chiudendo tutti e due gli occhi sulle illegalità persino pacchiane che la
accompagnano (Prefettura, Ministero dell’Interno). Regione Toscana. Ministero
dell’Interno. Come dire: governo locale e governo centrale… appassionatamente
solidali!
Dopo 24 anni di fiaschi, inchieste, fallimenti ed
esplosioni di costi pubblici, proprio come si foraggiano le guerre
disapplicando l’articolo 11 della Carta si scava allegramente per la TAV sotto
la città madre del Rinascimento disapplicando persino le norme della
Repubblica. Al punto che la satira di Giuliano, a cui i volontari di Idra sono ancora una volta grati per quest’ultimo
sapido dono, suggerisce la via dell’appalto diretto al mondo animale: se
proprio si deve scavare, lasciamolo fare a chi è guidato dalle ‘sensate
esperienze’ invece che dalla
‘bramosa voglia, e dopo ’l pasto ha più fame che pria’.
Dunque, anche stamani, sui due primi portoni di via
Cavour, a Firenze, civico 2 e civico 1, l’ennesima garbata denuncia, gli
ennesimi civili interrogativi: se salute e sicurezza sono tutti i giorni sulla
bocca di tutti gli attori della politica, allora dov’è il governo? dove sono i
sindacati? dov’è il sindaco? dov’è la Regione Toscana? dov’è la Prefettura?
‘Siamo sulla buona strada’, scrive l’amico Angelo Gaccione (nomen omen), su ‘Odissea’: ‘Siamo sulla buona strada dell’annientamento finale. Le stesse opinioni
pubbliche mondiali mostrano che così deve essere: da una parte l’indifferenza
generale, l’ignavia; dall’altra la reazione isterica (uomini o donne non fa
differenza) di chi vuole andare fino in fondo, fino all’estinzione generale,
totale, definitiva. Costi quel che costi. Muoia Sansone con tutti i filistei.
Che morte sia. Così vuole questa parte di opinione pubblica mondiale’.
E aggiunge: ‘Non si tratta solo di gente malvagia, accecata, biliosa. Ovviamente
nell’insieme ce ne sarà, ma è formata anche di persone di raffinata cultura e
di buone letture; di studiosi sensibili al patrimonio artistico, amanti della
musica, del teatro, del paesaggio, della natura, del pensiero. Non farebbero
del male a un lucherino e in genere sono miti, moderati, e per nulla estremisti.
Purtroppo in tempi calamitosi come questi accade, e la storia ce lo insegna,
che anche le menti più lucide finiscono per farsi travolgere dal conformismo
generale. Senso critico e dubbio vengono rimossi’.
Ecco. Lo stesso paesaggio umano si presenta agli
appuntamenti settimanali dell’uomo-sandwich davanti ai Palazzi del potere a
Firenze. Davanti ai cartelli scorrono l’ignavia e l’indifferenza. Scorre la
rassegnazione e la frustrazione. La fretta e la distrazione. La paura e la
depressione. L’inconsapevolezza e la rimozione. L’ignoranza e la
disinformazione.
Una macedonia di ingredienti che costruisce l’edificio
del conformismo di massa. E permette a coloro a cui sono state sciaguratamente
affidate le leve del comando ‘democratico’ di perseguire l’obiettivo dell’estinzione generale, totale, definitiva, del senso critico e del
dubbio, costi quel che costi.
Non è una novità. Ne abbiamo avuto prove truci e crude
nella stagione della cosiddetta pandemia. Un esperimento di ingegneria sociale che
ha fatto scuola. Oggi per esempio, tornato a casa, mi è toccato dover leggere l’annuncio
di un’iniziativa per il 25 Aprile arrivato
per posta elettronica da uno gruppo di resistenti No TAV del Piemonte che, dopo
un ‘ciao a tutt*’ invita a ‘celebrare il 25 aprile
da semplici cittadin*’, e si firma ‘Cittadine e cittadini antifascist*’!
Ahi, ahi! Temo che il virus dell’omologazione sia
penetrato in profondità. E non mi sembra assomigliare a quello del Covid:
piuttosto, all’RNA messaggero. O meglio, alle conseguenze della sua
inoculazione mentale di massa, prima ancora che fisica. Del resto, si sa, anche
nel mondo dell’informatica si sospetta che virus e antivirus viaggino nelle
stesse mani…
Non ho potuto trattenermi dal rispondere.
‘Attenzione,
amici, a non cascare nel ‘fascismo’ occulto, subdolo, digitale, genderaro. Quell’asterisco
dopo ‘tutt’ non ci sembra un bel segnale.
È anche lui -
forse - figlio della stagione del ‘green pass’: quando tutte le belle difese -
che oggi tornano in auge - del pensiero critico, del diritto al dissenso, de
‘il corpo e mio e lo gestisco io’, crollarono una dopo l’altra nel silenzio
dell’obbedienza alla $cienza, nel terrore del distanziamento sociale coatto,
nella notte della ragione...
O no?
Ognuno, certo,
ha diritto a pensare a modo suo. Voi sapete se e quanto noi di Idra siamo o no vostri fratelli e
sorelle nella battaglia allo scempio TAV. Proprio per questo, però, nel
rispetto delle vostre scelte, umilmente vi chiediamo una piccola cortesia. Asterischi
e schwa a noi fanno male al cuore, credeteci! Se ci volete bene e pensate di
non poterne fare a meno... quella volta, evitate di scriverci.
Grazie! Un
abbraccio a tutte e tutti da Firenze!’
Spero che
questo spunto di riflessione possa servire. In un altro caso, a Firenze, ha
avuto successo. E del resto, affido sempre all’interlocuzione gli esiti
dell’agire. Anche per strada, dove sei costretto a prendere atto di un
paesaggio umano abbastanza devastato, ogni volantino di informazione corretta,
di invito al pensiero, arrivato a destinazione, ogni sguardo che si appoggia
sul tuo cartello, voglio pensare e sperare che è un seme.
domenica 28 aprile 2024
PENSIERI SPARSI
di
Vittorio Melandri
Se 500 mila morti vi sembran pochi… e meno del 50%
degli elettori ai seggi vi sembran tanti…
Guerra Ucraina-Russia: Mosca stima
che siano stati “eliminati quasi mezzo milione di soldati ucraini”. Zelensky
annuncia: “Con Biden concordata fornitura di missili Atacms”. Seguono alcuni
pensieri sparsi e datati, anche se molto attuali. “(…) Questo non è e non sarà
mai più la Camera dei Fasci e delle Corporazioni. Onorevole Presidente, lo
Stato non è Lei! E dopo di Lei non c’è il diluvio! Le chiedo con quali diritti
Lei batta i pugni sul tavolo dichiarando la sua insostituibilità? Con quali
diritti Lei pretenda di interpretare personalmente la Costituzione tuttora in
atto? Onorevole presidente (Berlusconi), Lei non è l’uomo della provvidenza, tutt’altro!
(…) la Lega onorevole presidente, toglie la fiducia al suo Governo! (…)” (Umberto
Bossi 21 Dicembre 1994). Si è consolidata la convinzione che, in Italia, le
donne siano «entrate» nella scena politica con le elezioni del 2 giugno 1946.
In realtà, le donne italiane votano per la prima volta per la prima tornata
delle elezioni amministrative, tra il 17 marzo ed il 7 aprile del 1946 (grazie
al) decreto legge De Gasperi-Togliatti che estende il diritto di voto alle
donne che abbiano compiuto il ventunesimo anno di età al 31 dicembre 1944. Al
momento della sua approvazione, il decreto legge De Gasperi-Togliatti, sembra
passare completamente sotto silenzio. Anzi, nell’Italia occupata, “Il resto del
Carlino” di quei giorni titola sarcasticamente: Mentre si muore di fame ci si
preoccupa del voto alle donne (Nicoletta Fasano Dicembre 2005). “Io non so con
quali armi verrà combattuta la III guerra mondiale, ma la IV verrà combattuta
con pietre e clave”. Il pensiero è di Albert Einstein e mi permetto di
chiosarlo così. A mia volta io non so chi combatterà la III e nemmeno la IV
guerra mondiale, so con certezza che “non” le combatteranno gli “stronzi” che
le avranno volute, è sempre stato così, da sempre chi decide e vuole le guerre,
manda poi gli altri a combatterle. (Vittorio Melandri 7 Giugno 2010).
LA MIA GOCCIA
Il mare, si
sa, è fatto di gocce. In più, la goccia ha un’altra proprietà importante: a
lungo andare, paziente, scava la roccia. E allora, oggi, ecco una goccia, se
vorrai aggiungerle la tua. Questi simpatici regimi si fanno la guerra per potersi
riempire - col nostro sudore - di nuovi arsenali di armi.
Il sudore dei popoli finisce sotto forma di tributi
nella casse degli Stati, per i ‘servizi pubblici’, che dovrebbero servire ad
aggiungere qualità alla vita delle comunità. Ma se gli Stati son regimi - come
capita alle moderne democrazie senza ‘demo’ e con tanta ‘crazia’ -
capaci di mangiarsi anche le proprie Costituzioni, allora diventano ‘servizi
pubblici’ prioritari, per l’appunto, gli armamenti. E non c’è neppure più il
pudore di entrare di nascosto nei governi o nei salotti televisivi o nei
rettorati universitari dalla porta girevole dell’industria militare. Ce la
esibiscono, la loro militanza, come una medaglia al valore. Allora, la mia
goccia oggi, qui, è un piccolo gesto di obiezione fiscale concreta quotidiana:
tutte le volte che ci troviamo a dover acquistare qualcosa, beni o servizi. Molti
di noi hanno già smesso da un pezzo di frequentare la grande distribuzione:
preferiamo sostenere il commercio di vicinato, le attività di prossimità, le
ultime isole di relazioni umane. Ebbene, forse è possibile - con garbo, con
discrezione - unire un nuovo tassello alla solidarietà col fruttivendolo, col
fornaio, col professionista, col tecnico, con l’artigiano: scontrino? no
grazie! Spiegando perché, naturalmente. Non lo si fa per racimolare uno sconto
(anzi, sarebbe preferibile non chiederlo). Men che meno, per ‘fregare’ lo
Stato: al contrario, visto in che stato è lo Stato, proprio per non essere - da
esso - fregati. Insegnare educazione civica nella scuola pubblica, fino a
qualche anno fa, poteva voler dire anche educare al diritto-dovere
all’obbedienza fiscale. In nome della comunità. Predicarlo oggi non sarebbe
forse un atto di diseducazione civica? A quale comunità si dà linfa e consenso
ubbidendo alle leggi di questi regimi? Poi, certo, non basta. Ci sarà tutto il
resto da ricostruire. Ma forse si può evitare intanto di aggiungere risorse
alle guerre.
Girolamo Dell’Olio
Firenze, 22 aprile 2024
25 APRILE, 1° MAGGIO, 2 GIUGNO
di Franco Astengo
25 aprile Ricorrenza della Liberazione, 1° maggio Festa dei
lavoratori, 2 giugno il giorno della Repubblica.
Si avvicinano le date che, nel corso dell’anno, scandiscono il
momento delle celebrazioni più importanti per la democrazia e il mondo del
lavoro,
A questo punto, nel tempo dell’emergenza epidemica,
non siamo in grado di prevedere come potrà essere possibile svolgere le tante
iniziative che tradizionalmente sono in programma proprio in quei giorni.
Non si tratta di un particolare secondario, di un
momento che può passare in un modo o nell’altro: bisognerà pensarci per tempo
perché mai come in questo momento i valori che queste date esprimono sono di
grande attualità. Un filo rosso tiene assieme
il 25 aprile, il 1° maggio, il 2 giugno, date collegate dall’espressione del
valore comune dell’affermazione della libertà, dell’uguaglianza, del riscatto
sociale.
Alle origini del 1° maggio i padroni mandavano la
polizia che sparava sugli operai quando si radunavano per celebrare la festa
del loro riscatto e della loro dignità umana, poi il fascismo la vietò
completamente.
Ma arrivò il momento di liberarsi di quelle catene e
fu l’ora della Resistenza attraverso la quale si realizzò la Liberazione, con
la classe operaia assoluta protagonista e dalla Liberazione il 2 giugno nacque
la Repubblica e come conseguenza immediata la Costituzione.
La Costituzione deve essere ripresa in mano
riaffermandone i principi di fondo: nella relazione tra prima e seconda parte,
nella necessità di modificare alcune storture che vi sono state introdotte con
modifiche improprie come nel caso del titolo V e dell’articolo 81, nell’uscire
dal momento di oblio in cui è stata relegata centralità del parlamento , nella
riaffermazione del predominio del pubblico sul privato, del collettivo
sull’individuale.
La centralità del Parlamento è stata proditoriamente
messa in mora nel corso di questi anni, com’è apparso evidente in questi giorni
di emergenza affrontata in modi e forme assolutamente ai limiti della legalità
repubblicana.
Pensiamoci per tempo al 25 aprile, al 1° maggio, al 2
giugno in tempo d’emergenza, non facciamoci cogliere impreparati: quale sia la
situazione nelle quale verremo a trovarci queste tre date dovranno essere
ricordate con grande forza anche se si verificasse un caso deprecabile di
impossibilità di trovarci in piazza. Soprattutto
le tre date andranno ricordate riflettendo su di un necessario collegamento
ideale da sviluppare nel nome della Democrazia Repubblicana, un principio che
non può essere abbandonato nemmeno nei momenti più difficili. Tutto ciò chiama in causa l’esistenza di una sinistra
politica capace di vedere il nuovo stando collegata alla grande tradizione del
movimento operaio italiano: un discorso che ci porterebbe lontano in questa
occasione ma che necessariamente dovrà essere ripreso alla svelta.
LA PRIMAVERA DELLA LIBERAZIONE
di
Giuseppe Natale
Si
veste di giallo splendente
la
giovane forsizia ridente:
annuncia
nuova Primavera.
Dolce
e femminile
frizzante
e virile
brezza
giovanile
spira
la speranza
scaccia
l’indifferenza
alimenta
l’impegno.
Veloce
viene il vento della Resurrezione:
scatta
in piedi e si riscatta il popolo
sorge
dal fango dell’oppressione
si
libera delle catene della nazifascista prigione.
Resuscitano
anche i lazzari
il
cammino riprendono per la strada maestra.
Forte
infuria la bufera dell’Insurrezione
nella
prima stagione
d’aprile
il venticinque:
è
l’ultimo scontro col fascista traditore
è
la cacciata del nazista invasore
è
la vittoria della tenace Resistenza
è
la vittoria della lotta partigiana.
Gioioso
soffia il vento della Liberazione
e
si respira aria purificata.
Sono
fiumi in piena
le
strade colme in movimento
di
felice popolo festante.
Si
corre si balla e si canta
scarpe
rotte eppur bisogna andar …
Oh
partigiano portami via
Oh
bella ciao oh bella ciao…
Si
grida Libertà e Uguaglianza
Democrazia
e Fratellanza.
Alita
il vento del Cambiamento
il
popolo sovrano
la
monarchia condanna
la
Repubblica osanna
democratica
pacifica antifascista
nella
giovane stagione
il
due di giugno
ancora
e sempre Primavera
ancora
e sempre Resistenza.
[Milano,
25 aprile 2024]
QUALE LIBERAZIONE?
25
Aprile: chi ha titolo per parlare di liberazione e antifascismo? La TAV sotto
l’Appennino fa rima con Resistenza? La
sua condotta è stata definita dalla Corte dei Conti della Toscana “gravemente colposa” perché “agendo con censurabile superficialità,
insolita pervicacia ed in violazione ad elementari norme di diligenza, - pur
avendo un’adeguata conoscenza dell’opera e delle conseguenze che avrebbe
causato alle risorse idriche, in virtù della consistente mole di informazioni
pervenute nella fase istruttoria e volutamente trascurate o non adeguatamente
veicolate, - procedette all’approvazione dei progetti” di
sottoattraversamento TAV dell’Appennino tosco-emiliano. Per il danno erariale e
ambientale, con sentenza n. 273 del 31 maggio 2012 è stato prosciolto
ma solo per intervenuta prescrizione, che non risulta peraltro essere stata
impugnata.
Negli anni Novanta del secolo scorso, quando furono
approvati a dispetto delle proteste delle popolazioni quei progetti sciagurati,
forieri dell’ingente impoverimento idrogeologico accertato poi dalla Corte a Monte
Morello, in Mugello e in Alto Mugello, aveva coperto il ruolo di presidente della giunta regionale della
Toscana, prima di Claudio Martini, Enrico Rossi e Eugenio Giani. Oggi Vannino Chiti è presidente dell’Istituto storico
della Resistenza in Toscana. Da quella tribuna può celebrare il 25 Aprile e
ricordare a tutti noi che “la Resistenza,
e i valori dell’antifascismo, se vogliamo sentirli come attuali come sono
dentro la Costituzione, bisogna che siano una memoria viva, non assegnata a qualche
rigo sul libro di testo di storia”.
Peccato
che la memoria viva degli abitanti di
Firenzuola, Borgo San Lorenzo, Scarperia, San Piero a Sieve, Vaglia e Sesto
Fiorentino sia fatta di qualcos’altro: danni, oltraggi e umiliazioni che poco
sembrano avere a che fare coi valori della Resistenza e della Costituzione! Provate
a chiedere ai sindaci del Mugello dell’epoca in che conto furono tenute da quel
presidente le ragionevoli obiezioni delle popolazioni e degli amministratori
pubblici al progetto, e le argomentazioni tecniche della squadra di studiosi
chiamata ad effettuare un’opera approfondita, interdisciplinare, di analisi e
di proposizione di scenari alternativi. Chiedete loro, o a qualsiasi cittadino
del Mugello, o leggete su qualunque cronaca del tempo, a quali condizioni
furono alla fine costretti tutti a piegarsi: venne chiarito che il progetto
sarebbe stato approvato comunque, per decreto, e che i Comuni recalcitranti non
avrebbero ricevuto le ‘compensazioni’ con cui si puntava a comprare il consenso
delle comunità. Possiamo definire questo un processo decisionale ispirato a una
cultura democratica? Quanto alla ricorrenza del 25 Aprile, non sarebbe poi del
tutto inappropriato interrogarsi su cosa è accaduto, in quel 1945, anche in
altre regioni e popolazioni presto dimenticate. Provate a chiedere a Trieste e
in Venezia Giulia cosa è capitato ai combattenti per la liberazione, passati
dalla lotta all’occupazione nazi-fascista al lungo incubo della ‘liberazione’
titina!
Un
gruppo di insegnanti fiorentini ha compiuto sulle fonti e nei luoghi di quella
pagina tragica, assieme a più classi di studenti dell’ITI-IPIA ‘Leonardo da
Vinci’ e con l’aiuto degli esuli istriani, giuliani, fiumani e dalmati in Toscana,
un’opera di recupero della verità storica (a proposito di retorica dell’
‘antifascismo’) che solo l’ANPI d’Oltrarno, nella persona del suo presidente,
il partigiano ‘Foco’ Enio Sardelli, ha saputo subito apprezzare a valorizzare.
Fino al punto di incontrarsi e abbracciarsi con la responsabile fiorentina
dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Myriam Andreatini.
Correva l’anno 2007. Qualche anno prima ‘Foco’ aveva voluto premiare con
un’iscrizione ad honorem all’ANPI uno degli insegnanti che avevano accompagnato
la scuola alla scoperta della storia ‘in diretta’. Associazione di volontariato Idra
Un
gruppo di insegnanti fiorentini ha compiuto sulle fonti e nei luoghi di quella
pagina tragica, assieme a più classi di studenti dell’ITI-IPIA ‘Leonardo da
Vinci’ e con l’aiuto degli esuli istriani, giuliani, fiumani e dalmati in Toscana,
un’opera di recupero della verità storica (a proposito di retorica dell’
‘antifascismo’) che solo l’ANPI d’Oltrarno, nella persona del suo presidente,
il partigiano ‘Foco’ Enio Sardelli, ha saputo subito apprezzare a valorizzare.
Fino al punto di incontrarsi e abbracciarsi con la responsabile fiorentina
dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Myriam Andreatini.
Correva l’anno 2007. Qualche anno prima ‘Foco’ aveva voluto premiare con
un’iscrizione ad honorem all’ANPI uno degli insegnanti che avevano accompagnato
la scuola alla scoperta della storia ‘in diretta’.