Il
fascismo, apparentemente sconfitto dall’insurrezione armata della Resistenza, non
ha mai smesso di operare, sotto varie vesti, dall’immediato dopoguerra ad oggi,
a volte come semplice supporto alla destra politica ed economica, a volte come
elemento di punta dell'offensiva reazionaria e conservatrice: lo testimonia la
lunga scia di sangue e di violenza che ha attraversato questo paese (come non
ricordare le stragi di P.zza Fontana, di Brescia, ai treni, alla stazione di
Bologna.). Oggi poi, grazie al diffondersi di un
clima generale di intolleranza, razzismo e sessismo - che ha modificato i
rapporti sociali, i comportamenti collettivi e le dimensioni individuali,
basato com'è sul disprezzo e l’odio per le presunte ‘diversità’ - si ripropone
come sbocco ‘naturale’ di una mentalità autoritaria e di una strutturazione
gerarchica della vita sociale. Le politiche suicide della sinistra hanno fatto
il resto con la precarizzazione del lavoro, l’adesione al neo liberismo,
l’attacco alle conquiste sociali del ciclo di lotta precedente, l’ossessione
per la legalità dimenticando che la legge è sempre frutto dei rapporti di forza
sociali. Il risultato lo vediamo con Meloni e la sua cricca al potere. Ciò che
deve preoccupare oggi è il rafforzamento di una vasta rete di alleanze di
fatto, che va dalle destre istituzionali alla criminalità organizzata e ad ampi
settori dell’apparato statale, fino ai gruppuscoli dell’estremismo più becero.
Infatti, al di là dei linguaggi, i loro obiettivi sono identici (migranti,
realtà anarchiche e comuniste, centri sociali, sindacati di base, comportamenti
giovanili, etc.) e fatti propri anche da quei sedicenti ‘moderati’ che
vorrebbero più polizia e più repressione, rafforzando quell’apparato statale
che, tramite magistratura e polizia, arresta, denuncia e persegue penalmente l’attivismo
antifascista, criminalizzando le manifestazioni di piazza con il principio
della responsabilità collettiva e dilatando l’applicazione degli articoli
sull’associazione sovversiva.Quello
stesso apparato che, tra le file delle forze di repressione interna ed esterna,
dell’esercito, arruola e mantiene in servizio individui dichiaratamente
fascisti. Viviamo
in un clima internazionale dominato dalle grandi manovre degli imperialismi,
che per ridisegnare le varie zone d'influenza e di dominio hanno scatenato
guerre atroci, ridando fiato ai totalitarismi etnici e religiosi, con il massacro
e il genocidio di popolazioni inermi. Viviamo
in una pseudo-democrazia che ci fa credere di essere individui liberi solo
perché ci chiama periodicamente alle urne negandoci, l’indomani, il diritto
alla partecipazione e alle decisioni che riguardano la nostra vita individuale
e collettiva. Viviamo
in città che lasciano sfilare impunemente i neo-fascisti con tanto di saluto
romano e vessilli nazisti e incarcera chi vi si oppone. Viviamo
sotto il continuo attacco politico-clericale all’autonomia scolastica, alle
libertà individuali e collettive, all’autodeterminazione e al diritto di scelta
per le donne, alla libera sessualità, per garantire il privilegio patriarcale e
l'imposizione di un modello unico di relazioni interpersonali fino alla
sopraffazione e alla violenza. Viviamo
sotto il ricatto dell'accettazione passiva di un lavoro salariato malpagato, sempre
più precario, a rischio d’infortuni e di morte, sottoposto alle speculazioni
antiumane della ricerca del profitto ad ogni costo. Viviamo
in territori sempre più inquinati, dominati dalla speculazione - che ci nega il
diritto alla casa - e dalla devastazione ambientale (Grandi Opere, TAV, Ponte
sullo stretto, ecc.). Viviamo
in città sempre meno socializzanti, militarizzate e più “impaurite”,
condizionate dall'offensiva mediatica dei mezzi di disinformazione di massa.
È
ora di invertire la tendenza! Ora più che mai vi è la necessità di affermare
la nostra più ferma opposizione a questo sistema di oppressione e di
sfruttamento, ai tentativi di aumentare il nostro coinvolgimento in guerra, ai
nuovi tentativi sempre più autoritari che si delineano all’orizzonte con le
‘riforme’ istituzionali del premier solo al comando. Abbandoniamo ogni illusione
parlamentaristica e diamo vita ad organizzazioni di base senza gerarchie, senza
funzionariato di partito e di apparato, per il rilancio dell’azione diretta
collettiva, la gestione in prima persona della lotta, il rifiuto della delega
come garanzie di un percorso autogestionario che non si limiti agli
“aggiustamenti”, alle “compatibilità” interne all’organizzazione capitalistica
del lavoro e della società, ma ponga all’ordine del giorno la trasformazione
radicale dei rapporti sociali, per un mondo di libere ed uguali. Dobbiamo
sostenere lo sforzo di quanti nel mondo, dal Rojava, al Chiapas, alla Palestina,
lottano per conquistare la libertà e la propria organizzazione sociale. Per rispettare la memoria storica, per
ricordare che la lotta antifascista è nata nel 1919 e non è finita il 25 Aprile
di settantanove anni fa, per onorare i compagni e le compagne cadute,
l’antifascismo deve tornare ad intrecciarsi alla critica radicale
dell’esistente ed alla prospettiva rivoluzionaria di una società senza
gerarchie né sfruttatori, sconfiggendo sul terreno della pratica sociale -
autogestionaria, solidale, anticapitalista, antirazzista, antisessista - ogni
tentativo di criminalizzazione delle nostre vite e di attacco alle libertà
individuali e collettive. CONTRO TUTTE
LE GUERRE DEGLI STATI! LIBERTÀ PER
LE ANTIFASCISTE E GLI ANTIFASCISTI! LIBERTÀ PER
TUTTE LE PRIGIONIERE E I PRIGIONIERI POLITICI! FEDERAZIONE ANARCHICA -
MILANO Viale Monza 255 -faimilano@inventati.org