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giovedì 11 aprile 2024

MORIRE DI LAVORO



Non si può stare zitti.
 
È necessario unire tutte le possibili voci che contrastino questa deriva di sfruttamento che porta il lavoro ad essere strumento di morte. È stato giustamente scritto che la tragedia della centrale di Suviana richiama direttamente quella della ferrovia di Brandizzo, avvenuta qualche mese fa e già dimenticata. Non si tratta soltanto di legislazione, di limitazione del fenomeno degli appalti (fattori pur importantissimi) ma di concezione del lavoro, del suo sfruttamento, del non considerare il fattore umano anzi, il valutarlo quasi come una variabile indipendente (un “effetto collaterale”) ai fini dell’accumulazione del profitto. Non possiamo dimostrarci indifferenti e derubricare tutto questo come “incidente”: serve subito uno scatto in avanti nella protesta e nella proposta e soprattutto ritrovare il senso di comunità, di appartenenza, di senso di classe del movimento operaio ormai allargato nei suoi confini rispetto alla concezione storica del soggetto.
Franco Astengo