La
campagna elettorale dovrebbe rappresentare il momento di massima visibilità del
pluralismo della democrazia e quindi della pari opportunità offerta alle forze
politiche nel tentativo di produrre effettiva rappresentanza politica. Alle
formule di traduzione di voti in seggi poi viene assegnato l’incarico di
distorcere la volontà dell’elettorato attraverso la costruzione di marchingegni
vari (liste bloccate, percentuali di sbarramento, premi di maggioranza, ecc,
ecc.) creando così dimensioni artificiali di rapporti di forza sul piano
istituzionale. Almeno nell’utilizzo degli strumenti di comunicazione
disponibili attraverso quello che dovrebbe essere il servizio pubblico dovrebbe
essere salvaguardato il dato della pari visibilità per tutte le forze in campo. Per
questi motivi, di richiamo all’esercizio delle norme-base della democrazia
intesa nel senso della formazione della rappresentanza politica, va accolto con
favore l’intervento dell’Ag-com nel merito del mancato dibattito Meloni-Schlein che avrebbe appunto rappresentato una inaccettabile forzatura
bi-partitica (bipartitismo già fallito diverse volte nelle recenti vicende
italiane) e deve essere ribadita la difesa dell'impianto a suo tempo definito
dalla “par condicio”. Franco
Astengo