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martedì 21 maggio 2024

IN PIAZZA A MILANO PER ASSANGE


 

Si è tenuta in Piazza Mercanti a Milano ieri 20 maggio 2024, una mobilitazione cittadina in favore del giornalista Julian Assange detenuto a Londra e che ha visto sin dalla tarda mattinata e fino alle 19 di sera, la presenza di militanti antifascisti, esponenti del Comitato Milanese per la Liberazione di Assange, cronisti, associazioni, singole personalità del mondo della politica, del giornalismo, della cultura, di senza partito, tutti accomunati da una sola volontà: chiedere con forza il rilascio del giornalista canadese. 



Tanti coloro che sono saliti sulla quarta sedia, quella vuota, per testimoniare in favore della libertà di stampa, di pensiero, di opinione, di accesso alle fonti affinché i cittadini possano essere informati dei crimini e dei complotti dei Governi, degli Stati, dei Poteri. Una installazione artistica composta da tre sculture riproducente le fattezze di Assange, Snowden, Manning e che stanno facendo il giro del mondo, sono state collocate davanti al Memoriale della Resistenza assieme a striscioni e cartelli. 



Tanti i passanti incuriositi, compresi visitatori stranieri della città, e tanti gli interventi. Segnaliamo in particolare quello molto appassionato di Moni Ovadia.



Nel frattempo giungeva da Londra la notizia che la Corte negava l’estradizione negli Stati Uniti di Assange. Non sappiamo se sia una tregua in vista delle elezioni presidenziali americane (per evitare un imbarazzo alla nazione più guerrafondaia del mondo) o un sussulto della nazione della Magna Carta. Che si sia in parte vergognata? 



Ad Assange andrebbe dato il Premio Pulitzer per quanto ha fatto in favore della verità, del giornalismo e della denuncia dei crimini di guerra. Invece viene tenuto ai ceppi come un malfattore, mentre i suoi aguzzini restano a piede libero.



Scandalosamente. Il Comune di Milano, città Medaglia d’oro della Resistenza ha negato la cittadinanza onoraria ad Assange, e il sindaco Sala ha tentato di non fare esporre le tre sculture sul suolo pubblico, ma ha dovuto ingoiare il rospo. [“Odissea”]


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