Riguardo agli articoli letti oggi
su Odissea (ieri 3 giugno 2024) dal titolo “La NATO e la guerra”, mi viene da fare
due considerazioni: 1) va bene distinguere strategia e tattica, ma tenersi la NATO ora, e
volerla liquidare poi, a me pare abbia un che di contraddittorio; se c’è un
momento adatto per sciogliere la Nato, è ora che ci sta spingendo verso lo
scontro nucleare, sarebbe finalmente come disinnescare la miccia prima che la
bomba esploda. D’altronde, col suo ragionamento, è come se Santoro dicesse:
prima di sciogliere la NATO, che ci protegge, dobbiamo armarci noi, per
proteggerci, ma non volevamo il disarmo? la fine della deterrenza? 2) come mai si comincia a
parlare di scioglimento della NATO (oltre Santoro, anche Tarquinio, cattolico
indipendente nel PD) e a infrangere un tabù? Non sarà che proprio gli USA
vogliono “scaricarci” (salvo tenerci in casa le loro basi militari, come le
hanno tenute nel sud della Germania, loro ex zona di occupazione) e spingono
perché l’Europa cominci a difendersi da sola (vedi anche Trump)? Ora che gli
USA ritengono di concentrarsi sullo scacchiere asiatico in conflitto con la
Cina, delegheranno all’Europa il ruolo di gendarme verso la Russia, come si
avvalgono della guerra per procura in Ucraina per indebolirla?
La NATO continua a provocare la Russia con la sua avanzata a est - ora anche coinvolgendo
la Georgia - a ridosso dei confini russi, e non ci vuole un esperto di
geopolitica per capire perché Putin avesse posto l’altolà a lettere cubitali,
affinché Georgia e Ucraina si mantenessero neutrali, già nel 2008. Basta
guardare la carta geografica per accorgersi che Georgia e Ucraina sono come
Scilla e Cariddi entro cui la Federazione russa si affaccia sul Mar d’Azov;
tant’è che quando ci fu il golpe di Maidan nel 2014, immediata fu la reazione
russa di occupare la Crimea, per assicurarsi - in caso di “annessione” dell’Ucraina
alla NATO - l’avamposto sul mare. E ora non siamo tanto lontani dalla realtà se
immaginiamo che la NATO voglia far leva sui territori critici a nord della
Georgia – Abcasia e Ossezia del Sud – come è accaduto con il Donbass ucraino,
per completare l’opera di accerchiamento a est della Russia. Per non parlare
dell’opera di intimidazione esercitata sui paesi baltici e scandinavi perché
abbandonassero lo stato di neutralità e corressero ad infilarsi sotto lo scudo
protettivo della NATO!
E quando USA/NATO avranno portato a termine il “servizietto” mettendoci nei guai,
non sarà che ci diranno: ora smazzatevela voi! Non sarà mica che il burattinaio
ha più chiara di noi la strategia? *poeta e critico letterario