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martedì 4 giugno 2024

NATO: STRATEGIA O TATTICA?
di Gabriella Galzio*



Riguardo agli articoli letti oggi su Odissea (ieri 3 giugno 2024) dal titolo “La NATO e la guerra”, mi viene da fare due considerazioni:
1) va bene distinguere strategia e tattica, ma tenersi la NATO ora, e volerla liquidare poi, a me pare abbia un che di contraddittorio; se c’è un momento adatto per sciogliere la Nato, è ora che ci sta spingendo verso lo scontro nucleare, sarebbe finalmente come disinnescare la miccia prima che la bomba esploda. D’altronde, col suo ragionamento, è come se Santoro dicesse: prima di sciogliere la NATO, che ci protegge, dobbiamo armarci noi, per proteggerci, ma non volevamo il disarmo? la fine della deterrenza?
2) come mai si comincia a parlare di scioglimento della NATO (oltre Santoro, anche Tarquinio, cattolico indipendente nel PD) e a infrangere un tabù? Non sarà che proprio gli USA vogliono “scaricarci” (salvo tenerci in casa le loro basi militari, come le hanno tenute nel sud della Germania, loro ex zona di occupazione) e spingono perché l’Europa cominci a difendersi da sola (vedi anche Trump)? Ora che gli USA ritengono di concentrarsi sullo scacchiere asiatico in conflitto con la Cina, delegheranno all’Europa il ruolo di gendarme verso la Russia, come si avvalgono della guerra per procura in Ucraina per indebolirla?
La NATO continua a provocare la Russia con la sua avanzata a est - ora anche coinvolgendo la Georgia - a ridosso dei confini russi, e non ci vuole un esperto di geopolitica per capire perché Putin avesse posto l’altolà a lettere cubitali, affinché Georgia e Ucraina si mantenessero neutrali, già nel 2008. Basta guardare la carta geografica per accorgersi che Georgia e Ucraina sono come Scilla e Cariddi entro cui la Federazione russa si affaccia sul Mar d’Azov; tant’è che quando ci fu il golpe di Maidan nel 2014, immediata fu la reazione russa di occupare la Crimea, per assicurarsi - in caso di “annessione” dell’Ucraina alla NATO - l’avamposto sul mare. E ora non siamo tanto lontani dalla realtà se immaginiamo che la NATO voglia far leva sui territori critici a nord della Georgia – Abcasia e Ossezia del Sud – come è accaduto con il Donbass ucraino, per completare l’opera di accerchiamento a est della Russia. Per non parlare dell’opera di intimidazione esercitata sui paesi baltici e scandinavi perché abbandonassero lo stato di neutralità e corressero ad infilarsi sotto lo scudo protettivo della NATO!
E quando USA/NATO avranno portato a termine il “servizietto” mettendoci nei guai, non sarà che ci diranno: ora smazzatevela voi! Non sarà mica che il burattinaio ha più chiara di noi la strategia?
 
*poeta e critico letterario