Tra le mille diverse cose che
tratta un recente tipico “decreto estivo”, vi si contempla l’esecuzione delle
grandi opere “per stralci”. In pratica per una qualsiasi grande opera non c’è
più bisogno di avere in mente come sarà una volta finita, basta cominciare e
passettin-passettino, alla fine in qualche modo sarà fatta (oppure no?).
Prendiamo per esempio una grande diga… Intanto sbanchiamo la montagna dove la
si dovrà ancorare, poi ci procureremo il cemento e l’acciaio e nel frattempo
qualcuno avrà fatto anche un disegnino di come dovrà essere l’opera. Insomma è esattamente
come procedono i ragazzini di 4-5 anni per fare i castelli di sabbia. Sarà
l’ispirazione del momento?
Ora immaginiamo di applicare questa bella trovata a un
argomento non proprio di secondaria importanza: il Ponte sullo Stretto di
Messina. Evidentemente il fatto che il progetto definitivo non è altro che una
prima bozza, peraltro piena di correzioni a matita rossa e blu, non fa nulla.
Intanto si procede alle prime attività (onerose) come ad esempio gli espropri e
poi per tutto il contorno delle opere a terra che rientrano nella normale
attività costruttiva per strade e autostrade. Al ponte vero e proprio e ai suoi
requisiti ingegneristici per far fronte a tutte le situazioni al contorno
(campata unica, terremoti, vento, traffico ferroviario, altezza sul mare, ecc.
ecc.) si penserà poi, cammin facendo… Evidentemente l’ispirazione per questa bella trovata viene a
chi pensa che certe cose stanno su anche al solo pensiero, un’idea congeniale a
quelle teste! Dunque dovremo solo aspettare che dopo gli stralci, comincino anche
a volare gli stracci.