Dopo
l’incidente a Piombino, l’Associazione Idra
sollecita il prefetto Ferrandino e il presidente Giani. Che si provveda a garantire condizioni di legalità nella
cantierizzazione Tav di Firenze! “Quanto avvenuto a Piombino induce la scrivente Associazione a
ribadire qui l’esigenza che codesta Prefettura rivolga una adeguata attenzione
alla conclamata insufficienza delle procedure di sicurezza adottate nella città
di Firenze nella
circostanza della cantierizzazione del progetto Nodo ferroviario Alta Velocità
/ Alta Capacità, attualmente in corso”. Così
scrive oggi l’associazione ecologista fiorentina Idra al prefetto Francesca Ferrandino, prendendo spunto da quanto segnala
al prefetto di Livorno Giancarlo
Dionisi il sindaco di Piombino Francesco Ferrari, viste le
condizioni di emergenza venute a
determinarsi il 20 agosto nel porto (ospite suo malgrado di un impianto di
rigassificazione e di metaniera aggiunta) per l’incendio sviluppatosi nella
sala macchine del traghetto
Corsica Express three, che ha coinvolto 276 passeggeri e 17 membri
dell’equipaggio evacuati attraverso scivoli di emergenza in mare. “Come abbiamo già sottolineato in passato”,
scrive il sindaco, “è necessario
affrontare ogni aspetto relativo alla sicurezza della città, come ad esempio la
stesura di un piano di emergenza che possa rendersi efficace nel caso di
eventuali criticità”.
Esondazione dell'Arno nel 1966
Stesse inaccettabili
condizioni risultano presenti a Firenze, con l’aggravante che gli scavi in
corso nel sottosuolo da est a ovest della città sono programmati per almeno
altri quattro anni, e lasceranno per decenni la città e i suoi visitatori alla
mercé di rischi che nessun piano di emergenza ha sin qui studiato e affrontato.
E’ dallo scorso 24 luglio 2023, infatti, che giace sul tavolo della prefettura
di Firenze la nota di risposta a Idra con
cui il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Firenze certifica che i lavori di scavo di oltre 12 km di
tunnel TAV sotto la città UNESCO, inaugurati a maggio 2023, procedono
indisturbati fuori dal perimetro di ben
due decreti ministeriali. Il decreto “Sicurezza nelle gallerie ferroviarie”
(D.M. 28/10/2005) esige che il piano di emergenza per opere che si sviluppano
oltre 1000 metri in sotterrano debba essere redatto già prima dell’avvio dei
lavori, e debba risultare quindi nel progetto esecutivo che li precede. Occorre
avere certezza infatti degli accorgimenti che si intende adottare perché -
per esempio a Firenze - non si allaghino la stazione e le gallerie
progettate in un’area di esondazione anche dei torrenti minori (il Terzolle e
il Mugnone), per giunta all’interno di una città più volte alluvionata
dall’Arno, e nell’attuale contesto climatico. L’altro decreto disatteso,
a quanto risulta, è il DPR 151/2011 “Regolamento recante semplificazione della
disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi”.
Esondazione del Terzolle nel 1992
“Le conseguenze di una
simile reiterata ‘distrazione’ istituzionale a fronte di eventi meteorici
estremi e di rischi di esondazione del fiume Arno, dell’affluente Mugnone e del
sub-affluente Terzolle, sono suscettibili di essere semplicemente disastrose
per una città documentatamente e storicamente fragile sotto il profilo del
dissesto e della pericolosità idrogeologica, manifestatasi drammaticamente
anche nei vicini Comuni lo scorso novembre 2023”, scrive Idra al prefetto. E cita il presidente della giunta regionale
Eugenio Giani, che meritoriamente vanta di voler dare concretezza alla
prevenzione, annunciando l’avvenuto invio a Roma di un dossier con una
mappatura di tutta la regione Toscana ed evidenziate le criticità che tuttora
provocano preoccupazione. Ma è allo stesso Giani che Idra indirizza per posta certificata un analogo richiamo: “Pur
messo ripetutamente e formalmente al corrente delle conclamate criticità e
inadempienze istituzionali descritte, legate all’imponente cantierizzazione
sotterranea TAV della città capoluogo della regione,Ella non risulta aver adottato sin qui alcuna
iniziativa atta stabilire le condizioni di ottemperanza alle norme e di tutela
della collettività che tuttora – come ci confermano dal Comando Provinciale dei
Vigili del Fuoco di Firenze – difettano a dispetto dell’allarme notificato
tredici mesi or sono. Torniamo quindi a sottoporLe qui, gentile Presidente,
l’istanza di un sollecito intervento e la richiesta di un colloquio che possa
concorrere a un rapido ritorno a condizioni di legalità nella cantierizzazione
della città di Firenze”.