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giovedì 5 settembre 2024

RISUS ABUNDAT IN ORE STULTORUM 
di Luigi Mazzella
 


Per ragioni (in)culturali non sono numerosi gli americani del Nord che conoscono i brocardi latini e ispirano la loro condotta alla saggezza degli antichi Romani (i tentativi cattolici di collocare quei motti in età medioevale fanno parte di una pratica d falsificazione storica, connaturata alla incoercibile fantasia di tutti i religiosi). Certamente non conosce il proverbio secondo cui “il riso abbonda sulla bocca degli sciocchi” Kamala Harris che ride sempre a tutto spiano e mostra “al colto e all’inclita” quella che Omero in un dialogo tra Giove e Minerva definisce “la chiostra dei denti” (Odissea, Canto I, trad. Ettore Romagnoli). Ritengo che altrettanto ignari della “massima” siano gli Obama, i Biden e tutti i membri del Partito Democratico americano che non consigliano alla loro candidata di mostrare con maggiore moderazione, in un momento di particolare tragicità per i fatti di Gaza e dell’Ucraina, la sua irrefrenabile gioia di essere “arrivata uno” alla nomination, come dicevano i nostri ciclisti al termine di ogni gara del giro d’Italia vittoriosamente condotta a termine.
Comunque se non saranno, di certo, le risate sbellicate della Harris a influenzare, in senso positivo o negativo, il risultato delle elezioni presidenziali statunitensi, altrettanto può dirsi dell’effetto (sicuramente nullo) che avrà il mainstream  del nostro sistema mass-mediatico, pur sensibile ai “desiderata” di Wall Street e della City, vere fonti ispiratrice della politica pauperistica ed elemosiniera “a buon mercato” (con bonus, sussidi, redditi di cittadinanza, di inclusione, flat-tax per poveri etc.) di tutti i partiti sedicenti “democratici” dell’Occidente (a partire, ovviamente, di quello americano).



Più difficile, invece, che il risultato del voto di Novembre 2024 non provochi un certo terremoto nella politica italiana (otre che, naturalmente e principalmente, nel panorama bellico) se a vincere sarà Donald Trump (con Elon Musk e Robert Kennedy jr) fautore di un taglio netto al cordone ombelicale che lega al volere egemone degli USA il destino di un’Europa sostanzialmente colonizzata. È vero che la Presidente del Consiglio, con il fiuto che l’ha portata a Palazzo Chigi, ha già cautamente preso le distanze dai suoi ardori bellici (ancora espressi iconicamente dal volto guerriero di Crosetto) ma Salvini, pur con le sue tradizionali cadute a precipizio, si è già posto qualche passo più avanti di lei nel filo-trumpismo e il mite Tajani, nell’intento di acquattarsi finalmente e sornionamente al centro, ha tirato fuori dal cilindro (di una misura più grande della sua testa, perché ereditato da Berlusconi), uno jus scholae che ha spiazzato i suoi alleati, costringendoli a clamorose smentite. In definitiva, possiamo concludere con un altro proverbio che in latino dice: Bene ridet qui ultimus ridet e che in italiano suona: Ride bene chi ride ultimo!