Morbegno, 28 settembre 2024. Ieri pomeriggio alle ore 17, una persona aderente alla
campagna Fondo Riparazione di Ultima
Generazione si è seduta in piazza Tre Fontane vicino al
mercato di Morbegno, per sostenere Giacomo Baggio di Ultima
Generazione, per cui la questura di Roma ha chiesto due anni di
sorveglianza speciale, e per protestare contro il DDL 1660 approvato dalla
Camera la scorsa settimana. Durante il sit-in, ha esposto un cartello con
scritto “sta avvenendo un’ingiustizia chiedimi perché” e “Giacomo
attivista nonviolento trattato come un mafioso”.
Paola, 29 anni, geometra, ha dichiarato: Oggi sono qui perché quello che sta accadendo è gravissimo, mi
preoccupa e mi fa molto arrabbiare. La questura di Roma ha richiesto per Giacomo
la sorveglianza speciale: due anni di pesanti restrizioni della libertà
personale in quanto ritenuto un soggetto “socialmente pericoloso” per aver
partecipato ad azioni di protesta nonviolenta. La sorveglianza speciale è una
misura a dir poco sproporzionata e ridicola, è una misura di prevenzione
regolata dal codice antimafia; infatti, i reati connessi a tale misura sono:
Associazione mafiosa, Estorsioni, Traffico di droga, Omicidi e stragi....
niente di nemmeno lontanamente associabile a Giacomo, che ricordo essere una
persona nonviolenta. È vero, Giacomo nelle sue proteste ha creato un disturbo,
un disturbo necessario per portare l’attenzione delle persone e del governo sul
collasso climatico e sociale di cui il governo non si sta occupando, anzi...
invece che proteggere cittadini e cittadine dalle inevitabili conseguenze (che
vediamo già, come in Emilia Romagna 3 alluvioni in 16 mesi), la nostra classe
politica spreca il suo tempo ad accanirsi contro chi chiede di agire. La misura
richiesta non è solo assurda, ma è anche pericolosa, così come la nuova norma
“anti-Ghandi”. Sì, perché con questa richiesta della questura e queste norme
create ad hoc dal governo è evidente l’accanimento nei confronti di chi
protesta. E nell’indifferenza dei più, non ce ne accorgiamo, ma una per una ci
vengono tolte le nostre libertà. Ma io non ci sto, rivendico qui oggi il mio
diritto al dissenso
Presidio per Giacomo Baggio Il 14 ottobre alle
9.30 saremo davanti il Tribunale di Roma per manifestare la nostra solidarietà a Giacomo Baggio, per il quale la questura di Roma ha
richiesto l’applicazione della misura della sorveglianza speciale per due anni.La richiesta è: 2
anni di impossibilità di allontanarsi dal proprio Comune di residenza;
coprifuoco notturno dalle 20:00 alle 7:00; obbligo di firma quotidiano; e
divieto di partecipare a qualsiasi manifestazione a sfondo politico, gare
sportive, concerti negli stadi e processioni religiose. Questa misura cautelare
è di fatto una misura prevista dal Codice Antimafia per limitare la libertà
personale dei cosiddetti "soggetti pericolosi con tenace propensione
delittuosa".
Un disegno di legge estraneo ai principi costituzionali Il Disegno di legge contiene una
lunga serie di disposizioni specificamente destinate a reprimere il dissenso,
spesso palesemente disegnate su uno “specifico” soggetto ritenuto,
evidentemente, da reprimere in modo particolare: una vera e propria costruzione
di un diritto sanzionatorio speciale d'autore. Già con il decreto ‘ecovandali’,
peraltro, questa legislatura ci aveva abituato alla costruzione di reati sugli
attivisti ambientalisti e sulle loro modalità di protesta. Tra le disposizioni
specificamente dirette alla repressione del dissenso (e degli attivisti
ambientali in primis) spicca la circostanza aggravante (e dunque la previsione
che la pena sia aumentata) per i reati di resistenza e violenza a pubblico
ufficiale (ma anche ad altri reati, come le minacce) nel caso in cui il fatto “è commesso al
fine di impedire la realizzazione di un'opera pubblica o di un'infrastruttura
strategica”. Chi si ribella, chi anche solo protesta (magari
rivendicando il diritto ad un ambiente salubre e in ultima analisi ad un
futuro) è un soggetto estraneo al modello di società che deve essere punito. È
un modello di società estremamente pericoloso ed estraneo ai principi
costituzionali.
Chiediamo un fondo di riparazione La nostra richiesta è di un Fondo
Riparazione preventivo, permanente e partecipato da
prevedere annualmente nel bilancio dello Stato. I soldi dovranno essere
ottenuti attraverso l'eliminazione dei Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD), la
tassazione degli extra-profitti delle compagnie fossili, il taglio di stipendi
premi e benefit ai loro manager, delle enormi spese della politica e delle
sempre più ingenti spese militari. Per questo continueremo a
scendere in strada, a fare azioni di disobbedienza civile nonviolenta,
assumendoci la responsabilità delle nostre azioni, affrontando la repressione,
tribunali e processi.