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giovedì 17 ottobre 2024

DEPORTAZIONI
di Luigi Mazzella



A quando una “regina” d’Italia e d’Albania?
  
L’idea di “deportare” individui per così dire “scomodi” in luoghi lontani dai propri occhi sembra essere tipicamente anglosassone. È stata inglese l’iniziativa di deportare in Ruanda gli immigrati illegali sbarcati sulle coste britanniche.
È stata statunitense quella di ammassare nella prigione americana (detention camp) sita a Guantanamo, sull’isola di Cuba, i sospetti colpevoli di terrorismo.
Dallo schieramento politico delineatosi in Italia quando vi è stato l’annuncio dell’apertura  in Albania  del primo campo di accoglienza per profughi , molto simile a una prigione (e ciò anche nelle parti del complesso privo di  sbarre alle finestre) e gestito da autorità statali della Repubblica Italiana in onerosa missione all’estero, e contestualmente dell’arrivo dei  primi sedici (diconsi: sedici) immigrati sbarcati sulle nostre coste, vi è stato chi ha colto nell’iniziativa la presenza dello  “zampino” d’oltreoceano e d’oltre manica e il segnale che Giorgia Meloni detiene sempre più “del cor di Federigo ambo le chiavi”, (nella sua versione odierna anglo-americana, bideniana e laburista). Non a caso, infatti, l’altra forza politica italiana (il partito Democratico di Elly Schlein) aspirante ad ottenere, dopo il passaggio all’ “atlantismo” di Giorgio Napolitano, il favore e la predilezione dello zio Sam, ha contestato vivamente (anche per i suoi alti costi) l’apertura del “camp”, adombrando l’ipotesi che molte caserme italiane presso che vuote avrebbero potuto essere adeguatamente e opportunamente restaurate. Anche il sistema mass-mediatico ha dato, con le interviste ai soliti “noti”, il suo contributo, utile a darci conferma dell’originaria matrice anglosassone dell’esperimento albanese. I filo-americani, anche al di fuori dello schieramento “Meloniano” (fedele, per sua natura, a Biden, Netanyahu e Zelensky, “perinde ac cadaver”) sono venuti fuori elogiando la “trovata” che riporta “in sedicesimo” (dopo i fasti mussoliniani) l’Italia in Albania, scimmiottando i tempi di Vittorio Emanuele III. Dulcis in fundo, è arrivata l’approvazione dell’Unione Europea con le parole “rassicuranti” di Ursula Von der Leyen e di molti esponenti politici fedeli alla Casa Bianca e a Downing Street n.10.
Domanda: Si può ritenere veramente infondata la preoccupazione relativa allo attuale orientamento degli angloamericani favorevole all’estrema destra in tanti Paesi Occidentali come una rinascita “vichiana” delle simpatie filo-naziste che già caratterizzarono importanti personaggi  persino della Corte Britannica oltre che dell’aristocrazia inglese e della politica Statunitense prima della seconda guerra mondiale, conclusasi con una bomba atomica a Hiroshima, del tutto inutilmente ripetuta a Nagasaki?
Ultim’ora: Dei sedici (16) immigrati sbarcati in Albania, quattro (4) sono stati “restituiti” all’Italia. Sono rientrati sani e salvi: è scomparso tra i flutti marini solo il “senso del ridicolo”.