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martedì 8 ottobre 2024

LA NATO È UN PERICOLO
di Franco Continolo


 
Chris McCallion dà un nome alla non-politica NATO: teoria del domino. Essa era in voga sessant’anni fa per giustificare l’aggressione al Vietnam del Nord, ed era formulata così: se non fermato in Vietnam, il comunismo dilagherà in tutta l’Asia orientale. Come si sa, le cose sono andate molto diversamente, nonostante la sconfitta americana. Oggi la formula è simile e altrettanto inverosimile: se non fermata in Ucraina, l’aggressione russa si estenderà a tutta l’Europa orientale. Questo concetto lo si trova nei documenti ufficiali NATO, da ultimo nella Dichiarazione emessa a conclusione del vertice di Washington, in particolare nei paragrafi dal 15 al 20. Il militarismo, la dottrina ufficiale NATO, è la negazione della politica, ma può essere anche definito l’estensione al campo della politica del non-pensiero, avendo questo la sua espressione più autentica nel manicheismo, nella divisione del mondo in buoni e cattivi, in alleati e nemici. Il nemico ieri era il comunismo, oggi è la Russia (più Cina e Iran). 



Il compromesso con il nemico viene definito “appeasement”, il termine per bollare l’arrendevolezza del primo ministro britannico Chamberlain nei confronti di Hitler. Tuttavia, come viene inteso oggi, l’ “appeasement” falsifica la realtà: Chamberlain infatti non era motivato soltanto dalla consapevolezza dell’impreparazione delle proprie forze armate - un’impreparazione certificata a Dunkerque - ma dalla condivisione con Hitler dell’avversione all’Unione Sovietica, verso la quale egli intendeva spingere le armate tedesche. La politica dell’ “appeasement” fu condivisa negli anni Trenta da tutto l’establishment britannico - dal guerrafondaio Churchill all’illuminato Keynes - suscitando l’orrore dell’impolitico Thomas Mann. Conclusione: essendo il baluardo del non-pensiero, la NATO va sciolta, prima che combini guai irreparabili.