Per il loro logo hanno scelto la scrofa semilanuta racchiusa in
un ovale. Come Roma, anche Milano si è creata una leggenda per la sua
fondazione. Dal 2012 hanno la sede in Corso Lodi al numero 8/c e l’acronimo che
li contraddistingue è semplice: GAM, che sta per Gruppo ArcheologicoMilanese OdV, ed è un’associazione di
volontariato, attiva a Milano da oltre quarant’anni, essendo stata fondata
nell’aprile del 1980. La vicepresidente, da cui ho avuto tante informazioni, è
Maria Ottaiano, e si è resa subito disponibilissima; come del resto Paolo
Galimberti che sull’Associazione sa tutto. Il presidente in carica è Federico
Colombo. GAM ha avuto fino a trecento soci e ne annovera tutt’ora 82; sono
tutti volontari e questo per me è un dato prezioso: ho sempre avuto molta
ammirazione per quanti danno senza nulla chiedere.
La cosa meravigliosa è che
si tratta di soci provenienti dalle professioni più diverse che condividono la
medesima passione per l’archeologia. Studiosi, appassionati e gente comune impegnati
in un compito nobile e indispensabile per la nostra cultura. Perché l’onere che
il GAM si è assunto non è di poco conto: si impegna nella promozione, nella
conoscenza e nella tutela del patrimonio archeologico, monumentale, storico,
artistico e culturale, come si può leggere nei documenti e sul Sito.
Ma in che
modo avviene questo nel concreto? “In accordo con la Soprintendenza svolgiamo
un’opera di sensibilizzazione nei confronti della cittadinanza per la
protezione, la vigilanza e la cura dei siti archeologici dei loro territori” mi
dice Galimberti. Hanno gestito scavi archeologici a San Candido in Alto Adige,
a Rossilli Gavignano nel Lazio; hanno operato a Rivanazzano come all’Abbazia di
Morimondo, tanto per fare qualche esempio. Un’altra importante attività
riguarda la ricognizione. I soci del GAM si recano sui terreni arati e, grazie
alla loro esperienza, alla pratica, alla conoscenza del territorio, proprio
dalla tessitura di quest’ultimo sono in grado di capire cosa può
nascondere di interessante. Basta un semplice frammento di laterizio affiorato
dal terreno perché chi conosce il luogo può farsi un’idea. “È un’esplorazione
inizialmente visiva” dice Galimberti, ma si tratta di un occhio attento,
esercitato.
Perché l’amore e la sensibilizzazione per un campo di ricerca così
affascinante possa consolidarsi, è necessaria anche un’opera di divulgazione.
Ed ecco allora il fitto calendario di attività culturali mensili che si
svolgono nella sede di Corso Lodi o, in accordo con il Comune di Milano, in
alcune biblioteche: quella di Corso di Porta Vigentina, quella di via Oglio,
ecc. Alcune sono state tenute anche presso il Museo Archeologico. Sono incontri
aperti al pubblico e possono essere seguiti anche da quanti non hanno una
preparazione specifica. I viaggi di istruzione in Italia e all’estero, le
visite ai musei, ai monumenti, alle cave, i momenti conviviali e quant’altro.
Il supporto di una fornitissima biblioteca specializzata composta da 2.500
volumi che si possono consultare in sede e che trovate tutti debitamente
catalogati sul Sito (www.archeomilanese.eu) fa il resto. A questa va aggiunta
la rivista scientifica edita dal GAM dal titolo “Archeologia Uomo e Territorio”
nata nel lontano 1982 in edizione cartacea e ora disponibile on line. AUT
pubblica i contributi scientifici di volontari e professionisti che operano in
ambito archeologico e in occasione dei 30 anni del GAM ha ospitato i contributi
dei più insigni professori di archeologia di Miano.
All’Associazione è stato di
recente donato un intero scaffale di libri appartenuti alla studiosa Nicoletta
Sfredda. Il Gam milanese collabora con altri gruppi dell’associazionismo
archeologico sparsi in Italia e intrattiene relazioni anche internazionali. Aderisce
alla Federarcheo, la Federazione italiana delle Associazioni operanti nel campo
della ricerca archeologica. Per i suoi alti meriti culturali, nel 2013 ha
ricevutola Benemerenza
Civica del Comune di Milano.