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martedì 22 ottobre 2024

LO SCORRERE DEL TEMPO
di Angelo Gaccione

 

Gaccione al Castello di Legnano
sabato 19 ottobre 2024

Che lo scorrere del tempo sia impietoso per tutti gli esseri viventi, animali e vegetali inclusi, è una constatazione fin troppo banale. Lo è anche per le opere create dal lavoro umano e dal suo ingegno. Si sbriciolano e si corrodono i materiali con cui abbiamo edificato palazzi e cattedrali, e si sbriciolano i tronchi degli alberi più possenti e duraturi. Neppure le plastiche, sottoposte alle intemperie e ai fenomeni atmosferici, si salvano: possono durare più della carta, ma con il tempo si alterano, si deformano, si degradano. Nemmeno l’insidioso materiale che era stato definito eternit (credendolo eterno) rimane integro, e nel tempo le fibrille, seppure ai nostri occhi invisibili, si polverizzano. Di longevità si può parlare solo per le scorie radioattive. Il plutonio 239 e l’uranio 235, tanto per fare un esempio, impiegano milioni di anni prima che possano diventare inerti. È singolare che gli uomini abbiano reso una vita tanto lunga a materiali ritenuti così pericolosi, mettendo a rischio la loro che è tanto fragile quanto breve. Paradossalmente potrebbe essere proprio la tecnologia più perfezionata, costosa e sofisticata, a cui si sono dedicati le menti più eccelse, a cancellare l’umanità. Davvero una tragica beffa. Torniamo al tempo breve concesso a noi umani. Il degrado dei nostri corpi risulta così evidente che non è possibile non rendersene conto. Si può mentire ai nostri convincimenti, ma non si può assolutamente mentire al nostro corpo. Perché anche se non accettiamo il mutamento del nostro, c’è quello degli altri a ricordarcelo. Facevo queste riflessioni giorni fa dopo avere incontrato una persona che non vedevo da tantissimo tempo. Il suo volto, i suoi capelli, la sua figura, erano così mutati che solo a fatica sono riuscito a riconoscerla. Se il suo corpo era diventato in quel modo, se aveva subito un tale radicale mutamento, anche il mio doveva averne subito uno altrettanto radicale ai suoi occhi e a quelli di chi mi ha conosciuto. E questo al di là della benevolenza di chi mentendo ti dice: sei rimasto proprio lo stesso.