Il fumo uccide, ce lo dicono i medici. Il rapporto Nazionale
sul tabagismo diffuso nel corso del XXV Convegno “Tabagismo e Servizio
Sanitario Nazionale”,tenutosi all’Istituto Superiore di
Sanità in occasione della Giornata mondiale senza tabacco, che si celebra ogni
anno il 31 maggio, ha stimato che in Italia almeno 93 mila persone muoiono ogni
anno per cause da addebitarsi al fumo. I costi diretti e indiretti
superano i 26 miliardi di euro.Il fumo uccide, ce lo dice lo Stato che ne ha il monopolio.
Infatti lo fa scrivere sui pacchetti di sigarette a lettere cubitali. Lo sa, ma
non se ne preoccupa. Sa che diffonde morte, sa che le cure sono un vero e
proprio salasso per le casse pubbliche, ma fa finta di niente. A nessun comune
cittadino (a parte gli inquinatori seriali: industrie di vario tipo che
raramente vanno a processo o sono condannate) è permesso spacciare morte
impunemente, ma agli Stati ed ai Governi è consentito.
Le armi uccidono. Questo lo sanno tutti. Più armi ci sono a
disposizione più alto è il numero dei delitti. Lo sanno bene gli Stati ed i
Governi che danno il consenso alle industrie di morte per produrle,
commerciarle ed esportarle, ma spesso ne hanno il monopolio e il controllo
diretto. Nel mondo il mercato delle armi è floridissimo: si fanno persino
esposizioni internazionali in cui le aziende del settore mettono in mostra il
meglio dei loro prodotti. Gioielli dalla tecnologia sofisticata e di alta
precisione in grado di disintegrare un intero quartiere di città come fosse una
miniatura di cartone, e di polverizzare gli abitanti tanto da impedire persino
di raccoglierne i resti. Le guerre in corso ce ne danno la prova e la misura.
Stati e Governi sanno che ogni genere di arma può finire in mano a mafiosi,
criminali, terroristi, folli e irresponsabili che ne fanno largo uso, ma non se
ne preoccupano. Le lasciano acquistare anche da altri Stati e Governi che le adoperano
contro i loro popoli mediante colpi di stato, o nei conflitti esterni che non
potrebbero sostenere se non ne fossero in possesso. Sanno tutto questo e sanno
di essere i diretti responsabili delle carneficine e delle distruzioni che si
consumano in varie aree del mondo. A nessun privato cittadino è permesso impunemente
di trafficare in armi, detenere bombe, missili, droni e quant’altro l’industria
del massacro e della macelleria crea; ma Stati e Governi possono farlo
indisturbati senza provarne alcun sentimento di colpa, di vergogna e di orrore.
A questa mancanza di sentimenti di colpa, di vergogna e di orrore si sono
abituati i singoli cittadini, così come le varie categorie professionali che
compongono la società: nessuna esclusa. Non è un caso che a chiedere di
riconvertire l’industria di morte, sia qualche rara voce isolata come la
nostra.