Alberto Negri ha mille ragioni per criticare Trump e per non
aspettarsi niente di buono; il problema è il confronto con il
predecessore, che non può essere liquidato con le parole poco chiare di
Michael Klare, un analista mediocre della famiglia di The Nation, e
per questo forse gradito a il Manifesto. Va detto chiaramente che
Biden e la sua banda sono dei criminali, e non solo per i massacri di Gaza;
sulla coscienza essi hanno infatti anche i morti della guerra in Ucraina,
provocata ad arte per indebolire la Russia. La pace in Ucraina sarà il
vero banco di prova di Trump: gli Stati Uniti escono sconfitti dalla guerra, e
se il neo-presidente non vuole riconoscerlo, come i primi segnali sembrano
indicare - vedi la minaccia di nuove sanzioni - tutto il suo castello delle
meraviglie crolla. L’eccezionalità americana è infatti fondata sulle balle. Se
vuole essere un presidente del cambiamento e della pace, Trump ha un primo
passo obbligato da compiere: spingere l’Ucraina alle elezioni, sia per avere a
Kiev un governo legittimo, sia per liberarla dal fantoccio Zelensky.