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mercoledì 26 febbraio 2025

AFORISTI
di Antonio Castronuovo
 
Rinaldo Caddeo

Che un pensionato riesca a rimuginare - per un intero giorno, per una intera notte - fino a tratteggiare forme brevi come queste è un fenomeno non dico soprannaturale, ma di certo sorprendente. E rimarco l’espressione «forme brevi»: siamo qui nella vasta famiglia delle scritture concise, ma non spoglie, come prova a sufficienza la prosperità della loro fattura. Non li chiamo insomma «aforismi», almeno nel senso classico del termine: formule che abbiano il sapore di un motto, che espongano un precetto di vita o un’elegante ironia su certi costumi dell’umano contegno, briciole che contengano una pointe: ciò che ci attende alla fine di ognuna è sì una minima deviazione da quanto abbiamo letto nella prima parte della frase, ma non proprio una puntura, semmai una piccola festa dell’intelligenza visionaria. Eh sì, ora è meglio contornato il campo in cui ci sta portando l’autore: nel mezzo delle sue visioni, di certe fantasie sognanti, di taluni fugaci rapimenti; certamente nell’area di alcune proiezioni surreali, che però alludono a un reale concreto: «Tra un tuono e l’altro, in fondo alle scale, ho sentito il silenzio». Quanto al contenuto, mi chiedo dove collocare questi frammenti. Vorrei arrischiare di accoglierli nella filiazione del pensiero negativo, ma mi freno, nulla di negativo, forse solo di infelicemente desolante, in una rivelazione come questa: «Mentre di cenere si occultano le guerre, le paci si scoprono di polvere». E mi torna alla mente quanto scrisse una volta Tim Parks commentando schegge di Mario Andrea Rigoni: che l’aforisma riesce nell’antico progetto di «recuperare la negatività attraverso l’estetica», di distillare anni di disillusione «in un istante di ebbrezza». No: nulla di negativo, piuttosto istanti estetici, di piccola vertigine; schegge di artificio che funzionano da rifugio luminoso fra le tenebre dell’oscurità montante. Rifugi surreali: prove che mirano a salvare qualcosa, anche l’effimero, in un panorama di disintegrazione. E tutto formulato con uno stile assai originale, che fa emergere un sentore di pensiero gnostico: facciamo in modo che l’effimero sia bello, e funzioni infine come una sorta di salvezza.

 
Rinaldo Caddeo
Le giornate e la notte di un pensionato
Babbomorto Editore 2025
Pagg. 12 - s.i.p.