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lunedì 17 febbraio 2025

BLASFEMIA SUI GENERIS 
di Romano Rinaldi


 
L’accusa di blasfemia rivolta dalla portavoce del Cremlino al nostro Presidente della Repubblica per aver paventato una similitudine tra le trattative di pace in Ucraina intraprese dalle due superpotenze e la “soluzione” della questione dei Sudeti nella Conferenza di Monaco del 1938, a parte l’innegabile appropriatezza di tale similitudine, suscita qualche riflessione. Innanzitutto l’uso dell’espressione “blasfemo”, un vocabolo che risuona molto di frequente nelle teocrazie islamiche e viene addotto negli assalti dei fanatici islamisti, com’è avvenuto per Charlie Hebdo 10 anni fa, il Bataclan lo stesso anno in novembre e le varie altre stragi compiute anche di recente, scagliando automezzi tra gli ignari passanti, magari congregati per qualche festività o altra attività sociale. A pensarci bene è dunque una parola a “due vie” e molto probabilmente più appropriata per il ritorno che per l’andata! Questo porta logicamente a considerare l’autorappresentazione del nuovo Zar della Russia neo-imperiale il quale, corroborato da un robusto sodalizio con l’attuale patriarca, lancia una specie di scomunica, insieme al suo sodale neo presidente americano, nei confronti di una personalità dotata di indiscutibile autorità culturale e politica; il più alto rappresentante di uno Stato ad ordinamento democratico (tutt’ora!).
Ed eccoci dunque a qualche considerazione conclusiva del ragionamento. Entrambi i capi delle due grandi potenze in questione si sentono investiti di una missione divina per ristabilire l’ordine mondiale a scapito del sistema democratico liberale e capitalista così come l’abbiamo conosciuto finora (e da 236 anni negli Stati Uniti), piuttosto che cercare di correggere le ben note e possibili aberrazioni indotte dal sistema. Il costante richiamo all’autorità divina come guida delle loro azioni è un chiaro sintomo di un delirio di onnipotenza fomentato dalle immense ricchezze accumulate dai pochi che con loro gestiscono il potere, utilizzando il liberalismo democratico come grimaldello per distruggere l’essenza stessa dei principi democratici di convivenza, sia all’interno della propria nazione, sia nei confronti delle altre nazioni del mondo, avendo portato il materialismo capitalista alle sue estreme conseguenze. Forse è ancora presto per dirlo ma questo delirio di onnipotenza pare avere una scarsa propensione per la convivenza pacifica e assomiglia di più a un piano diabolico piuttosto che a un disegno di nuova armonia tra le moltitudini umane che popolano il pianeta Terra.