L’accusa di blasfemia rivolta dalla portavoce del
Cremlino al nostro Presidente della Repubblica per aver paventato una
similitudine tra le trattative di pace in Ucraina intraprese dalle due
superpotenze e la “soluzione” della questione dei Sudeti nella Conferenza di
Monaco del 1938, a parte l’innegabile appropriatezza di tale similitudine,
suscita qualche riflessione. Innanzitutto l’uso dell’espressione “blasfemo”, un
vocabolo che risuona molto di frequente nelle teocrazie islamiche e viene
addotto negli assalti dei fanatici islamisti, com’è avvenuto per Charlie Hebdo
10 anni fa, il Bataclan lo stesso anno in novembre e le varie altre stragi
compiute anche di recente, scagliando automezzi tra gli ignari passanti, magari
congregati per qualche festività o altra attività sociale. A pensarci bene è
dunque una parola a “due vie” e molto probabilmente più appropriata per il
ritorno che per l’andata! Questo porta logicamente a considerare l’autorappresentazione
del nuovo Zar della Russia neo-imperiale il quale, corroborato da un robusto
sodalizio con l’attuale patriarca, lancia una specie di scomunica, insieme al
suo sodale neo presidente americano, nei confronti di una personalità dotata di
indiscutibile autorità culturale e politica; il più alto rappresentante di uno
Stato ad ordinamento democratico (tutt’ora!). Ed eccoci
dunque a qualche considerazione conclusiva del ragionamento. Entrambi i capi
delle due grandi potenze in questione si sentono investiti di una missione
divina per ristabilire l’ordine mondiale a scapito del sistema democratico liberale
e capitalista così come l’abbiamo conosciuto finora (e da 236 anni negli Stati
Uniti), piuttosto che cercare di correggere le ben note e possibili aberrazioni
indotte dal sistema. Il costante richiamo all’autorità divina come guida delle
loro azioni è un chiaro sintomo di un delirio di onnipotenza fomentato dalle
immense ricchezze accumulate dai pochi che con loro gestiscono il potere,
utilizzando il liberalismo democratico come grimaldello per distruggere
l’essenza stessa dei principi democratici di convivenza, sia all’interno della
propria nazione, sia nei confronti delle altre nazioni del mondo, avendo portato
il materialismo capitalista alle sue estreme conseguenze. Forse è ancora presto
per dirlo ma questo delirio di onnipotenza pare avere una scarsa propensione
per la convivenza pacifica e assomiglia di più a un piano diabolico piuttosto
che a un disegno di nuova armonia tra le moltitudini umane che popolano il
pianeta Terra.