Con l’entrata in vigore dei nuovi dazi, l’America
di Trump si avvia alla guerra commerciale col resto del mondo. Dunque potremo
presto riconoscere la vera natura del “pacifismo” del nuovo presidente degli
USA. Per ora scatena la guerra del 25%, ovvero un quarto di guerra… Niente male
per essere considerato un pacifista solo per aver dichiarato, in campagna
elettorale, che avrebbe posto fine alla guerra Russa contro l’Ucraina in 24 ore
e a quella scatenata da Netanyahu contro Hamas, i palestinesi et al., in men
che non si dica. Se il buon giorno si vede dal mattino, non credo ci sia molta
speranza di una pace duratura in molte parti del mondo da ora in poi. Chiunque
sa bene che le guerre sono spesso provocate o da motivi religiosi o da
motivazioni economiche (spesso da entrambi) e sono alimentate dall’odio, una
volta scatenate. Basta guardare la faccia che fa il neo-presidente del paese
più ricco e potente al mondo nella sua foto ufficiale, per rendersi conto che
difficilmente un piglio di quel genere può evocare simpatia, convivenza pacifica
o addirittura amorevole compassione. Non è quindi difficile prevedere che pur
se dovessero verificarsi le condizioni per un cessate il fuoco nelle aree al
momento più calde e preoccupanti di conflitto, la Pace in generale sarà una
chimera ancora almeno per i prossimi quattro anni. Penso
dunque che le attese dei veri pacifisti che hanno confidato e tutt’ora
confidano in questa nuova amministrazione americana per vedere realizzati i
loro sogni, saranno ben presto tradite dall’evidente narcisismo egocentrico
dell’era MAGA. A proposito della prepotenza data
dalla forza e dal denaro, guarda caso i due peggiori conflitti degli ultimi
tempi sono stati scatenati da due potenze nucleari all’apice di una fase di
ricchezza (o prosperità) delle classi dirigenti di quei due Paesi. Spinte da un
chiaro desiderio espansionista. Il prossimo passo, già annunciato dalla Casa
Bianca, sarà la sottomissione, in un modo o nell’altro del Canada e della
Groenlandia. Sarà interessante vedere se la NATO, in virtu’ dell’Art. 5 del
Trattato, sarà costretta a lanciare un’offensiva militare preventiva su
Washington D.C. per evitare un conflitto con gli USA!