Schematiche
rilevazioni statistiche sulla base dei dati disponibili in voti assoluti: 1)
Aumento nell’espressione dei voti validi. Sulla parte proporzionale si passa da
46.419.448 volti validi a 51.832.778 con un incremento di 5.413.330 voti
validi. La crescita della partecipazione elettorale ha sicuramente favorito la
mobilità elettorale che si può verificare espressamente analizzando il quadro
dei voti assoluti ottenuti dai diversi partiti. 2)
Aumento CDU- CSU. Sulla parte proporzionale l’alleanza Nord-Sud tra i due
partiti democristiani tedeschi passa da 13.576.632 a 14.158.132 con un
incremento di 581.500 suffragi. 3)
Aumento AFD. Sulla parte proporzionale passa da 2.269.993 voti a 10.327.148
voti con un incremento di 8.057. 155 voti. 4)
Flessione SPD. Sulla parte proporzionale l’SPD cala da 11.949.756 voti a
8.148.284 con una flessione di 3.801.472. 5)
Flessione Grunen. Sulla parte proporzionale i Verdi scendono da 6.848.215 a
5.761.476: un calo di 1.086.739 voti. 6)
Ripresa della Linke. Nonostante la presenza di BSW (2.468.670 voti, 4,97%) la
Linke cresce da 2.269.993 voti a 4.355.382: incremento di 2.085. 389 voti. La
somma tra Linke e BSW (quest’ultimo soggetto comunque difficile da collocare a
sinistra) arriva a 6. 824.052 con un recupero di una certa consistenza del calo
accusato dall’SPD. 7)
Calo dell’FDP. I liberali scendono da 5.316.698 voti a 2.148.878 con una
flessione di 3.167.820 voti che presumibilmente saranno passati in una quota
molto consistente a far parte del bottino dell’AFD.
Sulla
base di questi dati sono possibili diversi schemi di interpretazione anche non
ortodossi rispetto alla vulgata corrente: a)
La partecipazione al voto (come già accaduto in Francia) non risulta nell’Occidente
Europeo irreversibilmente in calo come invece sta accadendo in Italia. Non si
tratta semplicisticamente di un fatto derivante dall’interesse che l’elezione
suscita per via della posta in gioco, ma di solidità nell’insieme del sistema
politico e soprattutto di ruolo e funzione dei partiti; b)
appare evidente come la crescita della partecipazione al voto abbia
avvantaggiato l’AFD (i dati dei Lander dell’Est paiono indicare questo
elemento). L’estrema destra tedesca incamera quasi completamente il calo
liberale mentre la funzione di CDU-CSU è parsa quella di contenimento anche
rispetto ai contenuti attraverso uno spostamento a destra in particolare sul
tema dei migranti; c)
la flessione dell’SPD corrisponde a una crescita a sinistra in particolare
della Linke che riesce a tornare in Parlamento con 63 deputati. Il voto alla
Linke (soggetto diverso rispetto - ad esempio - France Insoumise e a Podemos)
sta a dimostrare l’esistenza di uno spazio politico a sinistra per una forza
chiaramente orientata verso il mondo del lavoro (anche se su questo terreno la
concorrenza di BSW si è fatta sentire) e con alle spalle una “storia” nella
presenza nel sistema politico germanico; d)
la destra è stata dunque fermata nella sua apparentemente irresistibile ascesa
verso il governo. Azzardando una analisi sicuramente prematura si potrebbe
affermare che, almeno in questa fase politica, l’AFD abbia raggiunto il “pieno”
con uno sbilanciamento nella dimensione geografica del voto. e)
appare possibile (considerata l’esclusione dal Parlamento di BSW e FDP) un
governo CDU-CSU/ SPD. La difficoltà appare essere quella di un governo tedesco
che affronti i due punti nodali della crisi occidentale: quella delle
democrazie cosiddette liberali posta sul terreno delle divisione dei poteri e
del primato del diritto nell’attività governativa e quella dell’impostazione di
una politica di pace che fronteggi la tendenza alla crescita degli armamenti e
ritorni ad una idea di welfare non condizionata da un’austerity recessiva
(questo secondo punto è di grande importanza per la residua industria italiana
in ispecie collocata al Nord). Si tratterà di vedere quanto la presenza dell’SPD
al governo influirà in senso positivo. Per adesso ci troviamo semplicemente
nella condizione di aver impedito all’AFD di intrecciare un discorso con una
CDU-CSU comunque spostata verso destra. Inutile sottolineare come - per tutti -
l’area geopolitica di riferimento non può essere che quella europea.