LA POESIA DI OTTAVIO ROSSANI
di Gisella
Blanco
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Ottavio Rossani |
Dalla
tradizione all’innovazione, dalla realtà all’immaginazione: l’autobiologia che
travasa il senso più intimo dell’esistenza.
Una scrittura proteiforme, quella di Ottavio
Rossani, fortemente ancorata alla tradizione (dai classici lirici d’amore ai
nostri poeti del Novecento): si intravede anche la prosaicità melodica di
Franco Fortini nelle sue prove d’impianto più sociale, e la provocazione
narrativa, intellettuale di Giovanni Giudici, tendente a quell’autobiologia
che crea ponti tra le cose e il senso più intimo dell’esistenza: un quadro
culturale ricco a cui la cifra stilistica personale non soggiace ma ne risulta
valorizzata, che trae spunto dalle moltissime esperienze di vita e professionali
dell’autore.
A volte –
non sempre – è possibile rintracciare nell’interezza delle opere di un autore
un sottile ma resistente filo argomentativo che rende comunicanti temi diversi,
apparentemente separati. Suoni ricorsivi, rime e assonanze non appaiono
scollegate dal senso corale ampiamente manifesto non solo a livello
intertestuale ma anche intratestuale.
Il verso
piano di Rossani, armonioso nel suono ma senza platealismi, parte da frangenti
di reale, di vita vissuta e di posti realmente visitati per sondare gli spazi
più misteriosi dell’etica, della psicologia, delle relazioni umane e civili.
Le
singole opere, lì dove non è direttamente indicato dall’autore, possono
apparire come veri e propri poemetti per la loro organicità, per lo svolgimento
narrativo-valoriale del discorso poetico, per l’uso del climax e l’andamento
significativo delle sezioni interne.
Il tu
amoroso, declinato classicamente, è un vero e proprio contraltare dell’io,
capace di metterlo a dura prova.
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Il lungomare di Soverato |
I luoghi
dell’infanzia sono un lume sempre acceso nel presente, osservati dall’autore
con nostalgia e con tenerezza, con grande sensibilità verso la stagionalità della
vita. Ed è proprio rispetto ai luoghi d’infanzia e d’affezione, primo fra tutti
Soverato, presente in modo sempre diverso tra le varie opere, che si compie
quella peculiarità contenutistica – e non solo estetica – della poesia di
Rossani: i posti della giovinezza vengono attualizzati, a differenza di molti
scrittori come, ad esempio, il grande poeta ingegnere, il lucano Sinisgalli. Lo
sguardo poetico di Rossani li perlustra nel presente, chiamando a raduno non
solo la memoria ma anche la possibilità dell’individuo di compiersi nell’hic et
nunc, nella verità effettivamente sondabile dall’esperienza corrente.
Una
tensione mitologica sembra fare vibrare alcuni testi, assieme all’altra
tensione, quella letteraria, che adopera abilmente un citazionismo sotterraneo
(un “sogno scespiriano” che è “sintesi di vita”), raduno di Storia e storie,
simbologie, accadimenti reali o immaginari ma verosimili.
L’eros,
anch’esso dai caratteri almeno in parte neoclassici, convoglia spesso la
riflessione civile in quella più prettamente intimistica, richiamando quegli
spunti sociali che riguardano la generalità e non solo l’individualità.
La
disamina sulla malattia (“L’ignota battaglia” ne è vessillo) diventa un’attenta
analisi sociale del modo di stare al mondo dell’uomo contemporaneo, una
tensione atavica all’oscurità che può condurre alla rinascita, all’amore, alla visione
il più possibile completa.
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Alba a Soverato |
Essere o
sentirsi malati di qualcosa di incurabile è ciò che caratterizza l’uomo dal
tardo Ottocento, una nausea d’impronta sartriana che, però, nel caso di
Rossani, non spinge all’individualismo e alla solitudine ma si compie come
forza aggregante tra le persone. È il conflitto di cui parla Simone Weil, tutto
interiore, intimo, puntualmente radicato nell’inconscio. Un inconscio che
diventa un vero e proprio luogo fisico da abitare, in cui co-abitare con gli
altri.
Ottavio Rossani ha pubblicato le raccolte di poesia: Le deformazioni (1976),
Falsi confini (1989), Teatrino delle scomparse (1992), Hogueras
(1998), L’ignota battaglia (2005), Riti di seduzione (2013), Soverato
(2019) e La luna negli occhi (2019; premio Camaiore 2020); i saggi: L’industria
dei sequestri (1978), La tragedia italiana da Sossi a Moro (1978), Leonardo
Sciascia (1990), Le parole dei pentiti (2000), Stato società e
briganti nel Risorgimento italiano (2002); il racconto storico: Servitore
vostro humilissimo et devotissimo (1995).
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Soverato magica di luce e di mare |
Gisella Blanco è poetessa, critica letteraria, operatrice culturale. Nata a
Palermo (1984), vive a Roma. Laureata in
giurisprudenza, ha pubblicato la raccolta Melodia di porte che cigolano
(Eretica, 2021). Collabora con Il Foglio e con altri media e siti web.