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giovedì 6 febbraio 2025

L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE CINESE
di Luigi Mazzella
 


Sulla stampa quotidiana Occidentale, divisa e al tempo stesso unita da una miriade di allarmismi, falsi o veri, provocati dal caos derivante da un conflitto permanente e insanabile a causa, in apparenza, di posizioni politiche diverse e contrastanti ma in buona sostanza di una lotta feroce di potere tra un raggruppamento capeggiato dalla lobby finanziaria di New York e di Londra e composto dai servizi d’intelligence statunitense ed inglese (CIA, MI6), dalle forze armate di entrambi i Paesi (Pentagono  e British armed forces) e dalle cricche dirigenti del Partito Democratico americano (con propaggini transnazionali, per il consenso, anche fuori dai confini degli Stati Uniti) e di quello Laburista inglese, da un lato, e un centro costituito dai magnati dell’hi-tech, elettronico e digitale, insofferente dei limiti posti dal sistema monetario imperniato sul dollaro e sulla sterlina e fautori delle cripto-valute: è apparso un warning particolare che invita a porre attenzione all’intelligenza artificiale cinese e a temerne gli effetti. L’avvertimento è, a mio giudizio, fondato e giustificato, e non per pravità e cattiveria di un popolo di antica e rispettabile tradizione sapienzale, quanto perché il razionalismo ateo che predomina in quella parte del pianeta consentirà di immagazzinare nei computer dati certamente più rispondenti allo scopo di avere risposte lucide e utili a progredire in un terzo millennio che si prospetta ben diverso dai due precedenti. Ciò che rende sterile l’allarme è la drammatica, mancata consapevolezza degli Occidentali che le barbare usanze e i costumi del bellicoso Medioriente (dilaniato da reciproci massacri non per stabilire chi debba mandare aeronavi nel Cosmo ma per stabilire quale veramente sia il Dio unico da essi (tutti insieme) venerato, da noi ereditate dai primi emigranti nella storia dei Paesi mediterranei e le elucubrazioni politiche teutoniche, innestate sulle fantasie iperuraniche dell’immaginifico Platone, hanno fatto il loro tempo e da bagaglio, cosiddetto “culturale” (pure utile a creare opere d’arte, notoriamente figlie dell’emotività artistica e non del raziocinio) sono diventate, oggi, una pesante zavorra in un mondo che non ha bisogno di ingannevoli utopie ma di concretezza e di lucidità intellettiva.