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venerdì 14 febbraio 2025

RIECCOLO: IL NEGOZIATO!  
di Luigi Mazzella
 

Si coglie, persino nel mainstream massmediatico, solitamente fedele all’alleanza tra la lobby di Wall Street, la CIA(e i servizi deviati dell’Occidente), il Pentagono, il Partito Democratico transnazionale (che, rubando la metrica del Manzoni, va: “dall’Arizona all’Alpe, dal Potomac al Reno”),  una sorta di euforia, che appare del tutto inspiegabile per gli orfani di Biden e i fanatici di Ursula Von der Leyen, l’unica delle “pulzelle” europee che ha indossato una “corazzatura” adeguata al lutto stretto. C’è chi si chiede se non si tratti di una folgorazione tanto improvvisa quanto lucida che avrebbe resa più  evidente, agli occhi esterrefatti dei suoi abitanti, la probabilità di una catastrofe dell’Occident e. Personalmente, ci credo poco: il detto napoletano “troppa grazia sant’Antonio!” potrebbe esprimere bene il dubbio dei “razionalisti” puri su una tale repentina conversione. È più probabile che sia stata la ri comparsa, nel gergo politico, della parola “negoziato” a galvanizzare gli addetti al sistema dell’informazione e i cittadini della parte ovest del globo. I secondi, parafrasando Cartesio, avranno detto, speranzosi: negotiamur, ergo sumus! Boutade a parte, non può negarsi che il ritorno alla trattativa rappresenti pur sempre un passo avanti sulla strada del difficile recupero del raziocinio perduto. Certo: nella nostra parte del mondo dove l’irrazionalità ha preso un marcato sopravvento sul senso logico (con le sue fumisterie religiose e politiche) è ben difficile che si possa salutare il ritorno  tout court e da un giorno all’altro  della smarrita Ragione. Pallade-Atena, purtroppo, come nel quadro di Sandro Botticelli, esposto alla Galleria degli Uffizi di Firenze, deve continuare a fare i conti con una massa di Centauri di cui è stata stimolata più la parte cavallina (id est: bestiale) che quella umana (nel senso migliore del termine). Se a ciò si aggiunge che le proposte da molti ritenute palesemente illogiche che si rincorrono sui giornali, più che  disorientare la pulzella italica al termine del giro completo della sua “piroetta” di collocazione politica, provocano critiche nella pulzella rossa di acidità meno corrosiva del solito anche i più pessimisti sulla piega che stava prendendo la lotta politica in Parlamento e nelle piazze possono tirare un sospiro di sollievo.
Esse, in buona sostanza, rendono più “pepata” e “frizzante” la “negoziazione”, con buona pace delle “prefiche” in busta paga del sistema mediatico, costrette ormai a immaginare, quanto meno a breve termine, un futuro senza cadaveri in decomposizione tra macerie di palazzi per i quali emettere il loro finto e prezzolato  pianto. Anche se per questi soli motivi… ben venga, quindi, l’euforia popolare (oltre che giornalistica) e sia lode a chi la provoca! Se si scontrano, infatti, proposte non condivisibili e se ne parla con acidità ridotta al minimo (difficile usare veleni verbali per dimostrare l’impossibilità di costruire un Negresco o  un Carlton sulla Cote d’azur de Gaza) è pur sempre meglio che assistere, muti e silenti, al percorso di armi in viaggio verso Zelensky e Netanyahu.