EUROPA-PACE: PER UNA PROPOSTA DI DIBATTITO di
Franco Astengo
La
provocazione (?) messa in atto dalla Presidente del Consiglio italiano sul tema
delle ascendenze storico-filosofiche dell’Unione Europea cogliendo non può
essere respinta semplicemente in nome di una astratta matriceeuropeista posta
avverso l'inedito asse USA/Russia e la conseguente acquiescenza all’amministrazione
americana cogliendo anche l’occasione per un’idea di riarmo posta su di un
piano oggettivamente nazionalista.Lo schema
riportato di seguito in questo testo rappresenta semplicemente una proposta di
dibattito a sinistra.Una discussione che
dovrebbe essere rivolta al fine di perseguire una linea comune superando anche
le ambiguità ben presenti nell'idea della manifestazione svolta a Roma lo
scorso 15 marzo e il seguito previsto come nel caso delle iniziative assunte
dai sindaci di Bologna e Firenze (a questo punto si aprirebbe il discorso sulla
funzione delle forze parlamentari e dei partiti ma in questo momento sarebbe
fuorviante).
Dunque: 1) Premesso che è
indispensabile tornare a considerare la politica estera come prioritariamente
misurata sul piano delle questioni strategiche politico/militari e non su
quello delle “contraddizioni globali”; 2) Quelle
contraddizioni globali che, introiettata l’idea della “fine della storia”,
apparivano fino a qualche tempo fa come centrali nella costruzione delle grandi
transizioni dell’innovazione tecnologica e dell’ecologia; 3) Appare necessaria
la ricostruzione di identità di una sinistra europea che riparta dall’opzione
pacifista in collegamento con un movimento transnazionale eticamente motivato; 4) Una sinistra
capace di considerare - appunto - l’Europa come spazio politico elaborando una
proposta in quella dimensione, partendo dal mettere in campo un’opzione di
distinguo tra la Nato e l’Unione Europea; 5) In conseguenza la
sinistra deve pensare ad una Europa che come Unione è chiamata a svincolarsi
dalla sua origine di avamposto dell’atlantismo oggi malamente inteso come
collegamento diretto con l'amministrazione USA comprendendo nel ripensamento
anche quel tipo di atlantismo sulla base del quale si era poi verificato
l’allargamento verso Est e verso Sud realizzato anche attraverso la
partecipazione attiva alle guerre balcaniche; 6) L’ipotesi da
portare avanti dovrebbe essere quella di un’Europa con al centro un vasto campo
demilitarizzato, una sorta di “zona cuscinetto” per garantire l’opzione di pace
nel cuore del continente nella considerazione di un apparentemente inevitabile
ridefinirsi di una sorta di “logica dei blocchi”. Una “logica dei blocchi”
strutturata però ben diversamente da quella del passato (si scrive dei 3
imperi) perché di ben altra dimensione e natura sono rispetto al passato le
interconnessioni economiche e produttive in particolare nei campi dell’energia
e dell’approvvigionamento alimentare e delle ipotesi di sfruttamento a livello
globale (in particolare verso l’Africa, destinata a trasformarsi nel principale
terreno di contesa); Sul piano
dell’analisi i grandi sconfitti sono i sostenitori della già ricordata fine
della storia e quelli della “globalizzazione” ultraliberista alla quale (non va
dimenticato) si erano allineati nel primo decennio del XXI secolo anche i
principali partiti socialisti e post-comunisti.