Per chi
condivida (ce n’èqualcuno/a?) la mia
teoria dell’irrazionalità dominante nella vita (pubblica e privata) Occidentale
come conseguenza inevitabile dell’abitudine contratta a “credere” anziché a
“pensare” (e ciò a causa di una ‘cultura[?]” costituita sostanzialmente da tre
assolutismi religiosi e due politici) non c’è da meravigliarsi di due recenti
eventi: 1) la posizione assunta dai vescovi cattolici americani a dichiarato sostegno
di Israele nella repressione a Gaza: 2) l’incontro, più che cordiale, complice di
Orban con Netanyau. Ciò che meraviglia gli imperterriti sostenitori della
cosiddetta “civiltà” della parte ovest del pianeta dovrebbe ritenersi, invece,
una conseguenza prevedibile e scontata di ogni conflitto tra assolutismi diversi:
chiunque vinca la situazione di illibertà, di repressione, di violenza, di
aggressività criminale resta la stessa. Si tratta, in buona sostanza,
dell’effetto di una stessa “mentalità” in cui le “sfumature” diverse servono
solo ad alimentare il conflitto. Domanda: Si può
veramente credere che vi sia differenza tra il genocidio imputabile ai sionisti
a danno dei Palestinesi a Gaza e quelli perpetrati nei secoli dai cristiani in
Terrasanta, in America (centrale ma non solo), in Africa? È credibile che gli
attentatori e i tagliagole islamici siano mossi da istinti diversi e più feroci
di quelli degli altri due fideismi mediorientali? O Cortes docet? È
ipotizzabile che gli assassini nei lager
nazisti possano distinguersi da quelli compiuti dai comunisti nei gulag, nelle
foibe e via dicendo? Risposta: No! Gli
assolutismi, siano essi religiosi o ideologici, sono espressione dello stesso
cancro che mina l’esistenza di un pensiero libero e incondizioinato: smuovono,
nel profondo, l’emotività e mettono la
sordina al raziocinio. L’unico modo di agire che consenta di “ragionare”nella
valutazione di ogni azione umana è di liberarsi dei paraocchi della fede o della ideologia. L’Occidente sarà veramente un
continente vivibile quando non sarà più costituita dai Netanyau, dai Borgia,
dai tagliagola dell’Islam, da Hitler, da Stalin, da Mussolini e Fidel Castro e
anche dai Biden, Trump, Macron, Starmer, Von der Leyen, Peron, Orban: tutte
anime pie e utopiste, che vogliono il bene dell’umanità e lo realizzano
mandando “anzitempo all’Orco” i loro contemporanei a godere di non provate celestiali
dolcezze. Alla fine della guerra, a Roma,
le scritte che asserivano che si stavameglio quando si stava peggio,
cominciavano in dialetto locale con l’espressione “A ridatece… Erano slogan ingannevoli e
mendaci: da duemila anni si stava malissimo e ogni promesso, agognato “bene”
non rappresentava altro che un male peggiore! Consentitemi allora, in base al
principio del “repetita juvant”, di insistere nel mio personalissimo (e non
seguito) slogan: Aridateci i Democrito, i Parmenide (perdonando gli
Eraclito per l’idea malsana sulla “guerra”), i sofisti, e tutti i presocratici
(rectius: pre platonici) e soprattutto Epicuro che ci invitava ad amare
la vita e a viverla piacevolmente in libertà e in pace senza nuocere agli
altri.